Nuovo incidente tra Turchia e Grecia ma non solo. Il ministro degli Esteri, Nikos Dendias, di ritorno ad Atene dopo la visita di ieri in Iraq, si è visto bloccare il volo questa notte dalle autorità turche lungo il confine turco-iracheno, a nord di Mosul. Per quasi 20 minuti, le autorità turche si sono rifiutate di concedere l’autorizzazione al sorvolo in precedenza già approvata.
“Questa azione va oltre il concetto di buon vicinato e viola le regole del comportamento diplomatico”, ha riferito l’emittente televisiva pubblica greca Ert citando fonti del governo di Atene. “Le autorità turche sono state informate del volo Vip e hanno concesso il permesso di sorvolo dell’area, per poi ritirarlo mentre il velivolo si avvicinava al confine. Sono iniziate intense trattative diplomatiche, l’aereo è stato costretto a scendere di quota e girare in cerchio sino a quando il problema non è stato risolto. Ovviamente c’è stato il rischio di terminare anzitempo il carburante”, ha riferito la fonte dell’emittente televisiva. L’aereo con a bordo Dendias è riuscito ad atterrare all’aeroporto Eleusis, nei pressi di Atene, intorno alla mezzanotte ora locale (le 23 in Italia).
La visita del ministro degli Esteri greco in Iraq è stata la prima in 22 anni. Al termine della visita, Iraq e Grecia hanno firmato due memorandum d’intesa, mentre il ministro degli Esteri iracheno Fuad Hussein ha confermato che la Grecia inaugurerà un consolato a Erbil.
Non è escluso che quella della Turchia sia stata una ritorsione per le dichiarazioni rilasciate dal ministro degli Esteri greco Dendias, il quale parlando ai giornalisti ha rimarcato il sostegno della Grecia alla sovranità territoriale dell’Iraq, soffermandosi sugli ultimi sviluppi nel Mediterraneo orientale alla luce della “diplomazia delle cannoniere” da parte della Turchia. “Credo che ora si più evidente che mai che la Turchia sta agendo come un distruttore della pace e della stabilità nella più ampia regione. Virtualmente, ogni crisi e ogni situazione problematica nella regione, nello specifico nel Nagorno-Karabakh, in Libia, Siria, Cipro, Mediterraneo orientale, ma anche Iraq, ha un minimo comune denominatore: la Turchia”, ha affermato Dendias. Dichiarazioni che evidentemente non sono piaciute ad Ankara.
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