Così non va. Senza una seria inversione di tendenza il nostro mondo inclina verso livelli catastrofici di riscaldamento globale. A documentarlo è una stima scientifica della Climate Action Tracker, diffusa durante la conferenza Cop 26 a Glasgow, mentre sulla dichiarazione finale sta circolando una bozza ma ancora non è stato raggiunto un accordo.
L’attualizzazione dei dati analizzati dalla piattaforma indipendente Climate Action Tracker – che dal 2009 misura le missioni di gas ad effetto serra – rileva che, anche se le promesse fatte al summit di Glasgow fossero mantenute, nel 2030 le emissioni di gas serra raddoppieranno, raggiungendo livelli che non consentiranno di contenere l’aumento delle temperature entro gli 1,5 gradi. Anzi saranno praticamente il doppio del necessario per quel limite.
Lo studio della Climate Action Tracker sottolinea che con le politiche attuali, non con le proposte ancora da concretizzare, l’aumento del riscaldamento alla fine del secolo “è ancora maggiore” e raggiungerebbe i 2,7 gradi centigradi.
Se entro il 2050 tutte le promesse e gli impegni di emissioni nette a zero venissero mantenute, aggiunge il rapporto, entro la fine del secolo si potrebbe raggiungere un aumento di 1,8°C, stima che “è lungi dall’essere una notizia positiva”.
“Questo percorso ottimistico è molto lontano dal limite di 1,5°C“, si legge ancora nel rapporto, il quale ricorda come l’accordo di Parigi si fosse impegnato a un riscaldamento massimo di 1,9 gradi, con l’obiettivo di limitarlo a un grado e mezzo; e c’è inoltre “una probabilità del 16% di superare un riscaldamento di 2,4° C” entro il XXII secolo“.
“Siamo preoccupati perché alcuni Paesi pensano che l’aumento entro 1,5 gradi sia una cosa quasi certa. Ma non lo è, siamo ancora lontani da quel risultato“, spiega Bill Hare, numero uno di Climate Analytics, una delle società che collaborano con CAT. “C’è un divario di quasi un grado tra le attuali politiche dei governi e i loro obiettivi di zero netto“.
Nella bozza di dichiarazione finale della Cop 26, si afferma di voler ridurre le emissioni globali di anidride carbonica del 45 per cento entro il 2030 rispetto al livello del 2010 per raggiungere l’obiettivo dello “zero netto intorno alla metà del secolo”.
Ma la conferenza delle Nazioni Unite, al momento, non riesce a raggiungere un’intesa specifica sul 2050. Nella bozza, inoltre, si “riconosce che limitare il riscaldamento globale sotto gli 1,5 gradi Celsius entro il 2100 richiede riduzioni rapide, profonde e sostenute delle emissioni globali di gas serra”.
Il documento, inoltre, invita i firmatari “a considerare ulteriori opportunità per ridurre le emissioni di gas serra diverse dall’anidride carbonica” e “ad accelerare l’eliminazione graduale del carbone e dei sussidi ai combustibili fossili“.
Finora, più di 140 governi hanno annunciato obiettivi ‘zero netto, coprendo il 90% delle emissioni globali. Ma l’analisi di Climate Action Tracker su 40 paesi, che coprono l’85% delle emissioni, rileva che “solo un piccolo numero” fornisce tabelle di marcia per raggiungere l’obiettivo.
Gli scienziati hanno più volte ribadito che con un aumento delle temperature superiore a 1,5 gradi vi saranno danni al pianeta “irreversibili”.
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