È “impossibile” che le elezioni in Libia si svolgano nella data prevista di venerdì, 24 dicembre. È questa la conclusione a cui è giunta ufficialmente una commissione del Parlamento libico.
L’agenzia Nova riferisce che l’intero consiglio dell’Alta Commissione elettorale della Libia (Hnec) avrebbe presentato le dimissioni dopo il rinvio delle elezioni presidenziali previste il 24 dicembre.
La stessa missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia ha rilasciato una dichiarazione sull’evolversi della situazione della sicurezza a Tripoli affermando che “L’attuale mobilitazione di forze affiliate a diversi gruppi crea tensione e aumenta il rischio di scontri che potrebbero sfociare in conflitti“.
Stephanie Williams, il consigliere speciale delle Nazioni Unite per la Libia, non ha ancora ufficialmente annullato le elezioni e ha incontrato i partecipanti rilevanti questa settimana; lunedì 17 candidati avevano affermato di aspettarsi che le elezioni sarebbero state “inevitabilmente” rinviate.
Martedì il capo dell’Alta commissione elettorale della Libia, Imad al Sayeh, aveva ordinato di sciogliere i comitati elettorali e di porre fine alle loro attività relative alle elezioni previste per il prossimo 24 dicembre.
Al Sayeh ha inoltre invitato tutti coloro che lavorano negli uffici elettorali a tornare ad un normale orario di lavoro a partire dal primo gennaio, e ha disposto la liquidazione di tutti gli obblighi finanziari derivanti dalla preparazione del processo elettorale, entro il 31 dicembre.
Il capo dell’Alta commissione elettorale ha infine chiesto di adottare tutte le misure necessarie per garantire la prontezza operativa dei comitati elettorali in caso di attuazione delle elezioni.
In vista del rinvio delle elezioni, si fa sempre più strada l’idea della nomina di un nuovo governo “tecnico” per traghettare il Paese alle elezioni a fine gennaio o febbraio, da dichiarare da parte della Camera dei rappresentanti (ossia il Parlamento di Tobruk).
Martedì nella capitale Tripoli si era assistito ad una nuova giornata ad alta tensione dopo lo spiegamento e poi il ritiro di barricate e veicoli militari dalla zona di Ain Zara, nella periferia sud della città, dove alcuni gruppi armati avevano chiuso le strade principali.
I sacchi di sabbia sono spariti e i miliziani se ne sono andati dopo una riunione dei leader della sicurezza e dell’esercito per riportare la calma ed evitare possibili scontri armati.
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