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27/12/2021

Covid-19, l’ora del caos

In qualche modo era previsto. Se affronti una pandemia globale con una strategia demenziale – “convivere con il virus” – il punto in cui si perde il controllo del sistema non è mai troppo lontano.

In tutto il mondo occidentale si accavallano notizie simili, dati in crescita per i contagi e i morti, anche se questi ultimi in numero minore, rispetto a un anno fa, grazie alle campagne di vaccinazione.

Come per ogni “ondata”, la preoccupazione dei governanti neoliberisti si attiva solo quando gli ospedali – falcidiati dai tagli di spesa degli scorsi decenni e senza grandi risorse aggiuntive nemmeno in piena pandemia – si avvicinano al punto di collasso.

A quel punto, come in questi giorni, scattano misure precauzionali che prevedono la chiusura di alcune attività ma non di altre. In modo così bislacco da sollevare comprensibili – ma altrettanto irrazionali – reazioni di protesta da parte dei diretti interessati (esercenti, in genere).

I governi e i media di regime, felicemente sotto controllo ferreo, si ritrovano così intrappolati tra la necessità di “comunicare allarme” perché la popolazione reagisca, adottando la prudenza nei comportamenti quotidiani, e la volontà di “tranquillizzare”, per dimostrare di avere la situazione sotto controllo.

Contribuiscono al caos anche gli scienziati che fin qui hanno fiancheggiato, da irresponsabili, la scelta dei governi di “convivere con il virus”. C’è chi, tardivamente, consiglia più restrizioni e chi, occhieggiando spudoratamente alle esigenze dell’economia, vorrebbe metter fine al ”tracciamento e alle quarantene dei contatti. Chi è malato deve stare a casa e dobbiamo finire con il tracciamento. Non possiamo continuare a mettere in quarantena e in isolamento forzato decine di persone (i contatti) per ogni tampone positivo”.

Pilastro di questa linea “libera quasi tutti” è la definizione della variante omicron come un “semplice raffreddore”. Formulazione però decisamente contestata da altri scienziati, che se non altro invitano ad attendere studi affidabili su questo punto.

Aggravano il caos parecchi media che si autodefiniscono “attendibili”, che indicano ad esempio il “successo tedesco”, consistente nel bloccare qualsiasi attività per i non vaccinati. In questo modo, ci raccontano, “i contagi quotidiani sono passati da 100.000 a diecimila”. Salvo poi ammettere che il dato migliore è del giorno di Natale, quello in cui ovviamente sono stati fatti molti meno tamponi.

La tentazione è sempre la stessa. Negare il carattere criminale delle decisioni dei governi e scaricare tutte le responsabilità sui cittadini che non si comportano come consigliato (da governi che si vantano di aver “lasciato libertà di scelta”).

Silenzio assoluto, infine, sulle scelte diverse fatte da governi che non si fanno determinare dalle associazioni imprenditoriali e che hanno messo la lotta al virus al primo posto (nessuna “convivenza”).

Anche perché in quei paesi – Cina prima di tutti, per le dimensioni di popolazione ed economia – la strategia adottata (confinamento e tracciamento di massa ad ogni segnalazione di contagio, vaccinazione di massa e misure di protezione individuali sempre attive) risulta palesemente più efficace: sia nel proteggere la salute sia nel far funzionare il sistema produttivo.

Qui in Occidente, invece, mettendo al primo posto il Pil rispetto alla vita si è riusciti a raggiungere il doppio risultato negativo di ammazzare milioni di persone e di inchiodare l’economia (la “grande crescita” del 2021 copre appena la metà delle perdite del 2020; e i risultati del 2022 sono in forse per gli effetti dell’attuale ondata).

Non basta, naturalmente. Le “varianti” – a volte più letali, a volte solo più contagiose – arrivano ormai da paesi con bassa copertura vaccinale perché poveri, con poche risorse e strutture sanitarie insufficienti.

Anche in questo caso la scelta criminale di non sospendere i brevetti sui vaccini, per garantire a poche multinazionali Big Pharma di spremere il massimo profitto da una sciagura mondiale, ha prodotto il risultato che ci si poteva aspettare fin dall’inizio: “convivere con il virus” significa lasciarlo dilagare, mutare, tornare e colpire popolazioni sempre più stressate, sfiduciate, incredule.

“Don’t look up”, è la parola d’ordine neoliberista. Che si tratti di un virus o di una cometa, basta chiudere gli occhi e andare avanti come prima, convinti che fare soldi sia possibile in qualsiasi situazione. Anche in punto di morte.

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