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28/12/2021

Contagi in aumento in tutta Italia: cosa sta succedendo e cosa fare?

Natale è arrivato e così le previste riunioni familiari che da tradizione tengono insieme neonati e ultracentenari per cenoni e pranzi. Insieme alle feste è arrivata anche una – prevedibile – corsa privata al tampone.

L’elemento positivo è che in tante e tanti, anche con le tre dosi di vaccino, anziché sentirsi supereroi, come talvolta suggerito dalle comunicazioni ufficiali – Draghi che a luglio parlava di “garanzia” per i vaccinati di non contagiarsi più – hanno capito più e meglio di chi ci governa che il vaccino è un’arma fondamentale, ma non basta.

Di qui l’importanza dei tamponi.

Peccato che il sistema sia crashato dopo poche ore: in intere Regioni non si trovavano e non si trovano più tamponi, né antigenici né molecolari. Intanto qualcuno ha fatto un bel po’ di soldi: farmacie e laboratori privati in primis.

L’aumento dei tamponi ha fatto emergere un numero di positivi ben maggiore di quello fino a quel momento riportato dai bollettini ufficiali. Era la tesi di numerosi virologi, che da tempo sostenevano che l’assenza di tracciamento sottostimasse il numero di contagiati in giro.

Occorrerebbe pertanto imparare dalle lezioni che la realtà ci mette sotto gli occhi e mantenere/implementare un sistema di tracciamento massivo. Vuol dire evitare che il sistema vada di nuovo in crash, pur mantenendo alti numeri di test, che ci permetterebbero di intercettare presto il virus e impedire/diminuire la sua propagazione.

Non si può fare? Beh, gli USA (addirittura loro!) ci dicono il contrario: stanno per inviare 500 milioni di tamponi gratuiti alla popolazione. Significa che si può fare, se c’è la volontà politica.

È una misura di salute pubblica e il costo non può essere scaricato sui singoli cittadini. Servono tamponi gratuiti e pubblici, perché non si capisce per quale motivo a due anni dallo scoppio della pandemia i laboratori pubblici non siano stati ancora attrezzati, mentre quelli privati continuano a incassare soldi come mai prima d’ora.

Accanto al testing, occorre rafforzare le misure preventive. In primo luogo l’uso di mascherine. Se il Governo pensa di introdurre l’obbligo di FFP2 in alcuni ambiti, non è pensabile scaricarne il peso sui singoli lavoratori. Sono DPI necessari alla tutela della salute individuale e collettiva e salute e sicurezza devono essere in carico in primo luogo agli imprenditori. Paghino loro i DPI, come avviene per le scarpe antinfortunistica, i caschetti, ecc..

E, visto che in realtà in molti casi queste misure non si rispettano, che la forza dei controlli sia concentrata sui luoghi di lavoro, veri e propri buchi neri: qualcuno ad esempio ha i dati dei vaccini effettuati in azienda? No, perché lo stesso ministro Orlando ha detto di non saperne nulla, quando per mesi Confindustria si era fatta vanto di essersi messa a disposizione della campagna vaccinale.

Infine, accelerare sui vaccini significa finalmente abolire i brevetti, sottrarre il monopolio dei vaccini alle multinazionali del farmaco e ai loro profitti, così da rendere accessibile la vaccinazione anche nei paesi più poveri.

Significa anche riconoscere, magari per uso d’emergenza, anche quelli non ancora autorizzati da EMA, che in altri paesi si sono dimostrati efficaci per le fasce d’età attualmente più esposte al contagio.

A Cuba, per per esempio, hanno sviluppato Soberana02, unico vaccino a oggi utilizzabile per la popolazione pediatrica 2-5 anni, pensando in primo luogo alla tutela dei più piccoli. Si tratta di un vaccino pubblico e senza margini di profitto nella produzione: perché l’Aifa non lo prende in considerazione?

Vaccini per tutti!

Tamponi gratuiti!

Mascherine gratuite!

Fonte

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