A ventotto giorni dalla somministrazione, all’ospedale Amedeo di Savoia di Torino è stato prelevato il sangue ai trenta volontari italiani che hanno fatto la terza dose a Cuba, dove in poco più di due mesi la campagna vaccinale è riuscita quasi ad azzerare i morti nonostante la feroce ondata di Covid di agosto.
Merito anche dei vaccini sviluppati dal locale Istituto vaccinale
Finlay, i Soberana. Nel nome, che tradotto letteralmente vuol dire
“sovrano”, c’è l’orgoglio del socialismo cubano, ma anche quello di un
paese povero e sotto embargo che oggi vede ripagati gli investimenti
nella sua Biotecnologia pubblica. “Siamo stati trattati come eroi nazionali“,
racconta uno dei volontari tornati da Cuba, mentre si fa prelevare il
sangue che servirà a studiare la risposta immunologica rispetto alle più
recenti varianti, ma anche l’efficacia come booster per persone che
nelle prime due dosi hanno assunto vaccini a mRNA. A differenza dei
vaccini a materiale genetico come Pfizer e Moderna, il Soberana 2 e il
booster Soberana Plus sono proteici.
“Si tratta di vaccini convenzionali, simili ai vaccini che abbiamo fatto
e che facciamo correntemente, e che potrebbero convincere una parte di
coloro che oggi sono restii a vaccinarsi con quelli a materiale
genetico, come Pfizer o Moderna”, ragiona Giovanni Di Perri,
direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Amedeo di Savoia che
collabora con l’Istituto Finley per questo studio osservazionale. “Sono
vaccini interessanti anche perché pensati per la pediatria, con il
vantaggio di avere già a disposizione i dati di milioni di bambini che a
Cuba sono stati vaccinati già dai due anni in su”, spiega il
ricercatore del nostro CNR Fabrizio Chiodo, che ha
collaborato con il Finlay allo sviluppo dei Soberana e ha affiancato
l’equipe di Di Perri nella giornata dei prelievi ai volontari. “Sono un
medico vaccinatore e continuerò con convinzione a somministrare i
vaccini statunitensi”, spiega uno di loro, Massimiliano Voza. “Ma avere altre opzioni è importante, perché dobbiamo poterci vaccinare tutti, e in tutto il mondo”.
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