Il dirigente di Hamas Khalil al-Hayya ha affermato durante un discorso televisivo che Sinwar è morto in combattimento.
Il leader di Hamas, Yahya Sinwar, è stato ucciso mentre combatteva contro l’esercito israeliano invasore a Gaza, “Sinwar è asceso al cielo avanzando e non ritirandosi, impegnandosi in prima linea, spostandosi tra le posizioni di combattimento”, ha detto Hayya.
Hayya, che vive in Qatar, ha pianto il “martirio” di Sinwar e ha affermato che la sua morte rafforzerà la determinazione del gruppo a combattere Israele fino alla creazione dello Stato palestinese con Gerusalemme come capitale. “La morte del nostro leader Sinwar e di coloro che sono stati uccisi prima di lui non farà che aumentare la forza e la determinazione del nostro gruppo”, ha detto. “Continuiamo sulla strada di Hamas e dello spirito del diluvio di Al-Aqsa”, ha aggiunto, riferendosi all’attacco guidato da Hamas nel sud di Israele il 7 ottobre dello scorso anno. Il dirigente di Hamas ha poi precisato che gli ostaggi israeliani detenuti a Gaza non torneranno a casa senza un cessate il fuoco, il completo ritiro israeliano e il rilascio dei prigionieri palestinesi.
Per alcuni analisti israeliani, è improbabile che l’assassinio di Yahya Sinwar ponga fine alla guerra di Israele a Gaza e probabilmente metterà i 101 ostaggi detenuti nell’enclave in un pericolo ancora maggiore.
Un servizio della Reuters – che ha sentito su questo sia fonti Usa che israeliane – scrive che con l’avvicinarsi delle elezioni americane, Israele “si sta affrettando a infliggere il massimo danno ad Hamas a Gaza e ad Hezbollah in Libano, e sta cogliendo l’attimo per ritagliarsi delle zone cuscinetto de facto nel tentativo di creare una realtà irreversibile prima che un nuovo presidente entri in carica a gennaio”.
Si ipotizza che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden possa utilizzare l’uccisione di Sinwar per fare pressione sul primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu affinché ponga fine alla guerra a Gaza. Ma Netanyahu potrebbe preferire aspettare la fine del mandato di Biden e correre il rischio con il prossimo presidente, che si tratti della candidata democratica, la vicepresidente Kamala Harris, o del rivale repubblicano Donald Trump, con cui Netanyahu ha avuto stretti legami.
Secondo il Middle East Eye, in questi ultimi giorni ci sono state speculazioni sul fatto che l’uccisione dei leader di Hamas abbia offerto l’opportunità al primo ministro Benjamin Netanyahu, sotto pressione degli USA, di dichiarare vittoria, raggiungere un accordo di cessate il fuoco e riportare a casa gli ostaggi.
Questo sarebbe stato possibile diversi mesi fa, ma la guerra a Gaza ha ora cambiato forma, ha detto a Middle East Eye il giornalista e analista israeliano Meron Rapoport. “L’eliminazione di Hamas e il ritorno degli ostaggi non è stato l’obiettivo della guerra negli ultimi tempi”, ha detto Rapoport. “L’obiettivo è quello di cambiare i confini della Striscia, di eliminare il nazionalismo palestinese a Gaza e trasferire il maggior numero possibile di residenti”.
Nelle ultime due settimane, le forze armate israeliane hanno ordinato a centinaia di migliaia di palestinesi di lasciare il nord di Gaza, hanno tagliato gli aiuti nell’area e hanno lanciato una nuova offensiva contro coloro che rimangono. Secondo Rapoport l’esercito israeliano sta portando avanti il controverso “Piano dei Generali“, noto anche come Piano Eiland, che prevede la pulizia etnica del nord di Gaza. Essendo in corso tale piano, oggi potrebbe essere impossibile fermare l’esercito israeliano anche se il primo ministro Benjamin Netanyahu volesse porre fine alla guerra in questo momento.
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