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02/01/2025

Tra gli ucraini cala la fiducia nel “sogno europeo”

La metà degli ucraini pensa che il proprio Paese potrà avere un futuro prospero nell’Unione Europea. Due anni fa questa percentuale raggiungeva quasi il novanta percento.

Lo studio dell’Istituto Internazionale di Sociologia di Kiev

Ad affermalo è uno studio divulgato sulla rivista statunitense Foreign Affairs il 30 dicembre dall’Istituto Internazionale di Sociologia di Kiev, un’organizzazione di ricerca che conduce sondaggi sull’opinione pubblica ucraina dall’indipendenza del 1991.

Come ammesso dai due autori Anton Grushetskyi e Volodymyr Paniotto, l’Istituto opera solo nelle aree sotto il controllo ucraino, non effettuando quindi indagini sui rifugiati all’estero, né sui territori controllati dalla Federazione Russa – fattore importante per comprendere il “valore” dei numeri sviscerati.

Diminuisce la fiducia nel “sogno europeo”

“Gli ucraini si aspettano che la guerra duri più a lungo di prima e sono meno ottimisti sul futuro”, affermano i due autori. Come detto, la percentuale di coloro che credono che l’Ucraina prospererà all’interno dell’Ue tra dieci anni è scesa dall’88% dell’ottobre 2022 al 73% del dicembre 2023 e giù fino al 55% nel dicembre 2024.

Il “sogno europeo”, volano propagandistico per giustificare il golpe del Maidan del 2014, appare dunque più opaco per i cittadini ucraini.

L’adesione alla Nato divide il Paese

Secondo l’Istituto, nell’ultimo decennio inoltre si è registrata una “significativa differenziazione regionale sul sostegno all’adesione alla Nato”.

A seguito del golpe, il governo Poroshenko nel 2019 aveva proceduto a una modifica costituzionale, sostenuta dalla maggioranza dell’illegittimo Parlamento ucraino, con cui nel “Preambolo” si sanciva “l’irreversibilità del percorso europeo ed euroatlantico dell’Ucraina”.

Ma tale forzatura istituzionale, nel contesto della strisciante guerra civile che si perpetrava negli oblast orientali del Paese, non ha fatto che aumentare le divaricazioni interne.

Prima dell’allargamento della guerra, nel 2021, il 70% dei residenti nelle regioni occidentali e il 58% nelle regioni centrali, compresa la capitale Kiev, volevano entrare nell’Ue, ma questa percentuale si riduceva a meno della metà nelle regioni meridionali e, con poca sorpresa, a un terzo in quelle orientali.

La fine della guerra guadagna consenso sull’integrità territoriale

Con il proseguire dell’“operazione speciale” diminuisce anche la fiducia nella vittoria finale. “La guerra ha avuto un forte impatto sugli ucraini, i quali sono ben consapevoli che la vittoria non è certa”, scrivono i due autori.

“Dopo che la prevista controffensiva del Paese nel 2023 non ha ottenuto grandi risultati, gli indicatori sono peggiorati. Ad esempio, nel maggio 2023, solo il 10% degli ucraini era disposto a rimandare al futuro la liberazione di alcuni territori; alla fine del 2024, questa percentuale era salita al 38%”, afferma il rapporto.

Va sottolineato che queste percentuali riflettono il sentimento delle persone che vivono nei territori controllati dal governo ucraino, per cui è facile ipotizzare che i numeri subirebbero un’impennata se fossero inclusi nel sondaggio coloro che oggi vivono nelle regioni annesse – con percentuali di consenso bulgare – dalla Federazione russa.

Cresce il pessimismo sul futuro economico e sociale

Con poca sorpresa, in Ucraina aumenta anche la quota dei pessimisti sul futuro del Paese, cresciuta dal 19% al 28% nell’ultimo anno, dato che registra comunque un ottimismo di fondo della popolazione.

A ciò va aggiunto che il 19% degli intervistati ritiene che entro un decennio l’economia ucraina sarà completamente distrutta e una parte significativa dei cittadini emigrerà, seguendo i milioni di ucraini (6,5 stimati dall’Unchr nei di due anni tra il febbraio 2022-2024) che hanno già attraversato il confine.

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