di Michele Paris
Solo poche ore
dopo le rassicurazioni pubbliche del presidente Obama circa il rispetto
da parte del governo americano delle norme sulla privacy e delle libertà
civili, nel fine settimana tre giornali negli Stati Uniti e in Europa
hanno pubblicato una serie di nuovi documenti riservati dell’NSA che
hanno contribuito ulteriormente a chiarire la pervasività e le ragioni
dei programmi di sorveglianza in tutto il pianeta.
L’inquilino
della Casa Bianca si è impegnato nell’ennesimo tentativo di nascondere
la realtà mostrata dalle rivelazioni di Edward Snowden, cercando di dare
rassicurazioni sulla legittimità delle operazioni dell’NSA e di
motivarle ancora una volta con la necessità di proteggere gli americani
da un nuovo 11 settembre.
Quest’ultima pretesa era stata
clamorosamente smentita nei giorni scorsi dalla sentenza di un giudice
federale del District of Columbia che, dopo avere bollato come
incostituzionali i programmi di sorveglianza telefonica dell’NSA, aveva
spiegato che il governo non ha mai presentato alcuna prova della loro
efficacia nel prevenire un solo attentato terroristico.
Non solo,
la stessa commissione speciale nominata dal presidente per raccomandare
una serie di proposte di “riforma” dell’NSA, nel presentare le proprie
conclusioni qualche giorno fa ha sostenuto eufemisticamente che le
informazioni raccolte su centinaia di milioni di persone negli USA e
all’estero non sono risultate “essenziali per prevenire attacchi”. Nel
corso della conferenza stampa di venerdì, infine, anche Obama non è
stato in grado di citare un solo attentato sventato grazie alle
intercettazioni di massa.
A confermare che l’apparato
spionistico, costruito dal governo degli Stati Uniti e dai suoi
principali alleati per controllare le popolazioni di tutto il mondo, non
ha dunque praticamente nulla a che vedere con la lotta al terrorismo ha
contribuito la pubblicazione nella serata di venerdì di nuovi documenti
forniti da Snowden sul New York Times, il britannico Guardian e il tedesco Der Spiegel.
In
essi viene descritto come l’NSA e la sua corrispondente britannica GCHQ
(General Communications Headquarters) abbiano tenuto sotto controllo
tra il 2008 e il 2011 non solo una serie di personalità politiche di
paesi spesso alleati - come era emerso in precedenza per Angela Merkel e
la presidente brasiliana Dijlma Rousseff - e organizzazioni umanitarie
ma anche e soprattutto i vertici di grandi aziende straniere.
Oltre
all’ufficio dell’ex premier israeliano, Ehud Olmert, e dell’ex ministro
della Difesa di Tel Aviv, Ehud Barak, tra gli obiettivi
dell’intelligence statunitense c’è stato l’ex ministro socialista
spagnolo Joaquín Almunia, il quale nel ruolo di commissario europeo per
la concorrenza è stato protagonista di procedimenti anti-trust ai danni
di importanti corporations americane, come Microsoft, Intel e Google.
Nel
settore privato, alle precedenti rivelazioni relative alle
intercettazioni ai danni del colosso petrolifero pubblico brasiliano
Petrobras se ne sono aggiunte ora altre che riguardano le francesi Total
e Thales. Quest’ultima è una compagnia parzialmente pubblica che
fornisce sistemi elettronici, aerospaziali e militari a molti governi in
tutto il mondo.
A
fronte di queste rivelazioni, l’NSA ha nuovamente smentito l’evidenza,
negando che l’agenzia di Fort Meade, nel Maryland, sia impegnata in
operazioni di spionaggio industriale “a favore di compagnie americane
per migliorare la loro competitività internazionale”.
Allo stesso
tempo, però, una portavoce della stessa agenzia ha indirettamente
ammesso proprio quanto aveva negato poco prima, affermando che “lo
sforzo dell’intelligence per comprendere le politiche e i sistemi
economici, così come per monitorare attività economiche anomale, risulta
cruciale per garantire alla politica le informazioni necessarie per
prendere decisioni nell’interesse della nostra sicurezza nazionale”.
In
altre parole, l’NSA non è altro che lo strumento della partnership tra
la politica di Washington e le grandi corporation americane per
promuovere gli interessi e i profitti di queste ultime su scala
planetaria. Nei mesi scorsi, d’altra parte, alcune rivelazioni di
Snowden avevano confermato come le principali compagnie di
telecomunicazioni e di servizi internet negli USA avessero collaborato
senza troppi scrupoli, se non per la propria immagine pubblica, con la
stessa NSA.
Questi ultimi documenti sembrano dunque chiudere il
cerchio, contribuendo a delineare un sistema sempre più autoritario e
anti-democratico, basato sugli interessi dell’oligarchia economica e
finanziaria d’oltreoceano che, per tenere sotto controllo qualsiasi
forma di opposizione interna ed esterna, ha bisogno di sorvegliare
virtualmente tutta la popolazione del pianeta.
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