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18/12/2013

Ora Washington tifa per il Fronte Islamico

Neppure le nevicate e le temperature sotto lo zero hanno fermato la guerra civile siriana. E domenica ad Aleppo, denuncia l'opposizione, un raid dell'aviazione governativa ha ucciso 76 persone, tra cui 28 bambini, con «bombe a barile». Anche i ribelli continuano a compiere massacri. Mercoledì scorso nella cittadina di Adra almeno 32 civili in gran parte alawiti (la setta del presidente Bashar Assad) sono stati uccisi da miliziani jihadisti. Una lunga striscia di sangue parallela al dramma dei profughi di guerra già 2,3 milioni e che tra un anno potrebbero toccare i quattro milioni, ha avvertito ieri a Ginevra l'Alto commissario Onu per i rifugiati, Antonio Guterres.

In questi giorni però riecheggiano anche le parole scritte dall'opinionista Mona Lisa Freiha per il quotidiano libanese an Nahar. «La rivoluzione (siriana) ha perso la sua strada a causa delle azioni compiute dalle forze islamiche che hanno preso il posto di quella che una volta era una rivoluzione popolare», ha scritto Freiha. «Hanno distorto la rivoluzione rendendola irriconoscibile - ha aggiunto - molti siriani pro-opposizione hanno perso ogni fiducia... a mille giorni dal suo inizio la rivoluzione è sempre più lontana dai suoi obiettivi... Le opzioni (per i siriani) si stanno restringendo sempre di più, (per molti) la scelta è tra Assad e lo "Stato islamico in Iraq e in Siria" (al-Qaeda)».

Freiha ritiene un punto di svolta la caduta circa un anno fa della provincia di Raqqa nelle mani dei ribelli. Gli oppositori della prima ora credevano che quello fosse il primo atto del crollo di Assad. Invece con il passare dei mesi questa provincia dimenticata ("amministrata" dai jihadisti e qaedisti) si è trasformata nella Kandahar della Siria, con il divieto alle donne di indossare i pantaloni, con la proibizione del fumo, della musica e delle pubblicazioni di immagini di persone. Chi sgarra viene punito severamente.

Al piccolo emirato islamico di Raqqa si sta aggiungendo ora la frantumazione dell'Esercito libero siriano (Els), sostenuto dall'Occidente, dalla Turchia e dal Qatar, sotto la pressione delle formazioni islamiste radicali. Le diserzioni sono all'ordine del giorno, riferiscono i giornali arabi. E chi scappa spesso si unisce ai jihadisti. Il colpo di grazia all'Els nei giorni scorsi ha preso la forma della cattura, da parte del Fronte Islamico, di depositi di armi americane e la presa del valico di frontiera di Bab al-Hawa con la Turchia che ha costretto il capo di stato maggiore dell'Els, il generale Idriss ad attraversare il confine con la Turchia e, pare, a salire sul primo aereo per Doha.

Washington in silenzio ha capito di aver commesso un grave errore quando ha scommesso sull'Els. La forza d'urto contro l'Esercito governativo siriano ormai è limitata alle tre principali forze islamiste che controllano i territori strappati alle autorità centrali: il neonato Fronte Islamico (forte di decine di migliaia di uomini e del sostegno dell'Arabia Saudita), lo "Stato islamico in Iraq e Siria" e il Fronte Nusra.

Il progressivo dissolversi dell'Esl è il preludio al crollo della sua ala politica, la Coalizione Nazionale (Cn) dell'opposizione guidata da Ahmad Jarba. Crollo che gli americani pensano di prevenire includendo nella CN «una rappresentanza di islamisti moderati» a spese evidentemente dei leader della Fratellanza islamica alleati del Qatar e della Turchia e degli esponenti liberali. Tutto ciò mentre manca poco più di un mese alla conferenza di Ginevra 2 sul futuro della Siria.

Il noto giornalista e analista arabo Abdel Bari Atwan ha scritto qualche giorno fa sul sito www.raialyoum.com che per gli Usa e i loro alleati contenere la forza e l'influenza di al Qaeda e al Nusra è la priorità rispetto alla guerra contro Assad. Per questa ragione, ha aggiunto, la distanza tra il presidente siriano e l'Occidente è destinata ad accorciarsi. Secondo Atwan gli Usa pensano che il Fronte Islamico siriano sia in grado di svolgere la stessa funzione che ebbe il "Movimento del Risveglio" in Iraq, le milizie sunnite che sconfissero le forze di al Qaeda a Baghdad e al Anbar, riuscendo dove avevano fallito i soldati americani.

Fonte

Non c'è verso gli Stati Uniti sanno mettere in campo esclusivamente politiche estere da statisti con le pezze al culo.

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