Neppure le nevicate e le temperature sotto lo zero hanno fermato la
guerra civile siriana. E domenica ad Aleppo, denuncia l'opposizione, un
raid dell'aviazione governativa ha ucciso 76 persone, tra cui 28 bambini, con «bombe a barile». Anche i ribelli continuano a compiere massacri. Mercoledì
scorso nella cittadina di Adra almeno 32 civili in gran parte alawiti
(la setta del presidente Bashar Assad) sono stati uccisi da miliziani
jihadisti. Una lunga striscia di sangue parallela al dramma dei
profughi di guerra già 2,3 milioni e che tra un anno potrebbero toccare i
quattro milioni, ha avvertito ieri a Ginevra l'Alto commissario Onu per
i rifugiati, Antonio Guterres.
In questi giorni però riecheggiano anche le parole scritte dall'opinionista Mona Lisa Freiha per
il quotidiano libanese an Nahar. «La rivoluzione (siriana) ha perso la
sua strada a causa delle azioni compiute dalle forze islamiche che hanno
preso il posto di quella che una volta era una rivoluzione popolare»,
ha scritto Freiha. «Hanno distorto la rivoluzione rendendola
irriconoscibile - ha aggiunto - molti siriani pro-opposizione hanno
perso ogni fiducia... a mille giorni dal suo inizio la rivoluzione è
sempre più lontana dai suoi obiettivi... Le opzioni (per i siriani) si
stanno restringendo sempre di più, (per molti) la scelta è tra Assad e
lo "Stato islamico in Iraq e in Siria" (al-Qaeda)».
Freiha
ritiene un punto di svolta la caduta circa un anno fa della provincia di
Raqqa nelle mani dei ribelli. Gli oppositori della prima ora credevano
che quello fosse il primo atto del crollo di Assad. Invece con il
passare dei mesi questa provincia dimenticata ("amministrata" dai
jihadisti e qaedisti) si è trasformata nella Kandahar della Siria, con
il divieto alle donne di indossare i pantaloni, con la proibizione del
fumo, della musica e delle pubblicazioni di immagini di persone. Chi
sgarra viene punito severamente.
Al piccolo emirato islamico di Raqqa si sta aggiungendo ora la
frantumazione dell'Esercito libero siriano (Els), sostenuto
dall'Occidente, dalla Turchia e dal Qatar, sotto la pressione delle
formazioni islamiste radicali. Le diserzioni sono all'ordine del giorno,
riferiscono i giornali arabi. E chi scappa spesso si unisce ai
jihadisti. Il colpo di grazia all'Els nei giorni scorsi ha preso la
forma della cattura, da parte del Fronte Islamico, di depositi di armi
americane e la presa del valico di frontiera di Bab al-Hawa con la
Turchia che ha costretto il capo di stato maggiore dell'Els, il generale
Idriss ad attraversare il confine con la Turchia e, pare, a salire sul
primo aereo per Doha.
Washington in silenzio ha capito di aver
commesso un grave errore quando ha scommesso sull'Els. La forza d'urto
contro l'Esercito governativo siriano ormai è limitata alle tre
principali forze islamiste che controllano i territori strappati alle
autorità centrali: il neonato Fronte Islamico (forte di decine di
migliaia di uomini e del sostegno dell'Arabia Saudita), lo "Stato
islamico in Iraq e Siria" e il Fronte Nusra.
Il progressivo
dissolversi dell'Esl è il preludio al crollo della sua ala politica, la
Coalizione Nazionale (Cn) dell'opposizione guidata da Ahmad Jarba.
Crollo che gli americani pensano di prevenire includendo nella CN «una
rappresentanza di islamisti moderati» a spese evidentemente dei leader
della Fratellanza islamica alleati del Qatar e della Turchia e degli
esponenti liberali. Tutto ciò mentre manca poco più di un mese alla
conferenza di Ginevra 2 sul futuro della Siria.
Il noto giornalista e analista arabo Abdel Bari Atwan ha scritto qualche giorno fa sul sito www.raialyoum.com che
per gli Usa e i loro alleati contenere la forza e l'influenza di al
Qaeda e al Nusra è la priorità rispetto alla guerra contro Assad. Per
questa ragione, ha aggiunto, la distanza tra il presidente siriano e
l'Occidente è destinata ad accorciarsi. Secondo Atwan gli Usa pensano
che il Fronte Islamico siriano sia in grado di svolgere la stessa
funzione che ebbe il "Movimento del Risveglio" in Iraq, le milizie
sunnite che sconfissero le forze di al Qaeda a Baghdad e al Anbar,
riuscendo dove avevano fallito i soldati americani.
Fonte
Non c'è verso gli Stati Uniti sanno mettere in campo esclusivamente politiche estere da statisti con le pezze al culo.
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