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24/12/2013

Colpo di mano natalizio. Alle banche altri 7,5 miliardi

Quasi di nascosto, alla vigilia della vigilia di Natale, si è svolta alla Banca d'Italia una riunione riservata che ha realizzato il colpo di mano che ha cancellato il trasferimento delle quote di Bankitalia allo Stato ed altri enti pubblici, misura tesa a fare ritornare Banca d’Italia in mano pubblica, come del resto previsto negli ordinamenti di tutte le principali Banche Centrali Europee (Bundesbank, Banca di Spagna, d'Inghilterra di Francia, ecc.).
Invece di applicare una norma importante e di buon senso, disattesa da otto anni dai vari Governi che si sono succeduti, il ministro dell'economia Saccomanni - che di Bankitalia era stato direttore generale - ha insediato una commissione di tre saggi, ha regalato alle banche socie della Banca d'Italia, in particolare a Banca Intesa con il 30,3% delle quote ed Unicredit con il 22,1%, valori gonfiati della rivalutazione, che passerà da 156.000 euro a 7,5 miliardi di euro, con un tasso stratosferico semplice del 4.807,5%, in modo da impattare sui bilanci, con la speranza di poter superare gli stress test previsti dall'Unione Europea, aggirando così la normativa europea sugli aiuti di Stato.
Il sito Wallstreetitalia.com rivela che tra i tre esperti arruolati dalla Banca d'Italia figura Lucas Papademos, ossia un banchiere della Goldman Sachs ed ex vicepresidente della Bce. Il provvedimento prevede la redistribuzione delle quote di Banca d’Italia entro due anni, in modo che nessuno ne possa detenere più del 5% e che i dividendi annuali non possano superare il 6%, ma è anche pericoloso perché potrebbe nascondere una ulteriore svendita di Stato alla cricca dei banchieri esteri.

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