I gruppi islamisti che in Siria combattono contro le truppe del presidente Bashar al Assad hanno creato un piccolo regno del terrore nei territori sotto il loro controllo, nelle aree settentrionali del Paese.
Nelle regioni di Raqqa e di Aleppo, quest'ultima da cinque giorni sotto i pesanti bombardamenti dell'aviazione governativa, i famigerati miliziani dello Stato islamico dell'Iraq e della Siria (Isis)
imprigionano e torturano chiunque infranga le rigide regole imposte
dall'applicazione della sharia, e tra le vittime di abusi ci sono anche
molti minorenni. A denunciarlo è Amnesty International in un rapporto
di 18 pagine in cui sono raccolte le testimonianze di abitanti della
zona e di ex detenuti.
Nelle sette prigioni (due ad Aleppo, tre a Raqqa e due nella provincia
di Raqqa) aperte dall'Isis, un gruppo armato jihadista nelle cui file
combattono molti stranieri, i detenuti sono sottoposti a vere e proprie
torture, anche per avere commesso piccoli reati come il furto. L'imposizione
della sharia nella sua più forma più fanatica prevede una gamma di
"reati" che va dai "crimini" contro l'islam, al sesso fuori dal
matrimonio al fumare. Inoltre, vengono arrestati e processati anche i
militanti di altri gruppi armati che si oppongono ad Assad e chiunque
si opponga allo strapotere che gli jihadisti hanno acquistato in queste
regioni del Nord.
In cella sono finiti anche bambini di otto anni, ha denunciato Philip
Luther, direttore di Amnesty per il Medio Oriente: "I minorenni sono
imprigionati assieme agli adulti, in condizioni crudeli e disumane".
I prigionieri, spiega il rapporto, vengono frustati, sono costretti a
stare fermi in posizioni scomode per ore, vengono torturati con la
corrente elettrica e alcuni padri hanno raccontato di essere stati
costretti ad ascoltare le urla di dolore dei figli che venivano
torturati nella stanza a fianco. "Dopo anni in cui è stata vittima
della brutalità del regime di Assad, la gente di Raqqa e di Aleppo
adesso soffre a causa di una nuova forma di tirannia imposta dall'Isis,
fatta di detenzioni arbitrarie, torture, esecuzioni che sono ormai
all'ordine del giorno", ha detto Luther.
Le testimonianze raccolte da Amnesty parlano di processi sommari, che
durano addirittura "pochi minuti" e del giudice della corte islamica
della prigione di Sadd al-Baath, vicino al Mansura, che commina pene
pesantissime e partecipa alle punizioni frustando i condannati.
I gruppi islamisti, tra cui alcuni legati al ad Qaeda, hanno preso piede
in Siria e puntano a costituire uno Stato islamico, addirittura un
emirato, dopo la caduta di Assad che però per il momento non sembra
imminente. La presenza di jihadisti, finanziati da Paesi stranieri,
ha diviso l'opposizione che è ormai composta da una galassia di sigle
spesso in disaccordo tra loro, soprattutto riguardo ai futuri assetti
del Paese. E la crisi siriana sembra essere diventata una guerra per
procura, in cui giocano un ruolo determinante i Paesi stranieri che
sostengono le diverse fazioni. Gli jihadisti possono contare sui Paesi
del golfo e sulla porosa frontiera turca da dove arrivano uomini e armi,
mentre il ruolo delle formazioni più laiche si sta riducendo.
Intanto, il governo di Damasco, con il sostegno militare del movimento
sciita libanese Hezbollah, ha lanciato un'offensiva ai confini con il
Libano, riguadagnando posizioni, mentre al Nord sta impiegando
l'aviazione contro gli islamisti, facendo però decine di vittime tra la
popolazione civile. I raid governativi su Aleppo, la seconda città della Siria, hanno ucciso almeno 130 persone, tra cui molti bambini. L'aviazione sgancia dagli elicotteri "barili-bomba",
cilindrici riempiti di esplosivo, liquido infiammabile, chiodi, biglie o
pezzi di metallo che con la deflagrazione diventano proiettili. Un'arma
devastante ma economica.
Mentre la guerra continua a fare strage tra la popolazione, stretta
tra le truppe di Assad e i ribelli, e ha ridotto molte città siriane a
luoghi spettrali pieni di macerie, la cosiddetta comunità internazionale
si riunirà in Svizzera, a Montreux, il prossimo 22 gennaio per Ginevra
2, la conferenza che dovrebbe mettere fine al conflitto. Nella
giornata di apertura sono attesi 32 ministri degli Esteri più altre
personalità e le delegazioni nazionali. I colloqui più ristretti cui
parteciperanno i rappresentanti delle parti in conflitto si terranno a
Ginevra a partire dal 24 gennaio.
Intanto, oggi si decideranno le sorti dell'arsenale chimico di Assad: la
distruzione delle armi dovrebbe essere terminata entro la metà del
prossimo anno. Danimarca e Norvegia forniranno le navi per il trasporto
dalla Siria. Le imbarcazioni faranno tappa in un porto italiano per
essere trasferite sulla Cape Ray, la nave statunitense che provvederà
alla distruzione.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento