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12/12/2013

Due pesi, due misure (come sempre)

Uno degli avvenimenti più reclamizzati verificatisi nella prima giornata di manifestazioni dei forconi (9 dicembre) è stato il gesto di "solidarietà" nei confronti dei manifestanti da parte delle forze dell'ordine, che in alcune città italiane hanno "scoperto il capo".
Grillo, sempre più affamato di voti, s'è subito precipitato a scrivere una lettera aperta alle suddette esortandole a non essere più il cane da guardia della casta politica.

A legger lui e tanti altri alternativi da web pareva di essere davanti al punto di rottura decisivo, roba da finale di V per Vendetta. La realtà ovviamente è un po' più complessa e meno "poetica" di una rivoluzione che termina coi fuochi d'artificio. Infatti, nemmeno due giorni dopo il gesto "clamoroso" della polizia ecco che tornano i soliti manganelli a Milano e Roma.

La discriminante che determina questa sperequazione sta tutta nei soggetti contrapposti alle forze dell'ordine.
Nel caso dei forconi trattasi della nebulosa del lavoro autonomo all'italiana, infiltrata più o meno profondamente da criminalità organizzata, razzismo deluso dalla Lega Nord e neofascisti, per farla breve un blocco sociale reazionario.
Nel caso di Milano e Roma trattasi di studenti, per definizione la fascia progressista paritetica al mondo operaio o dei lavoratori dipendenti per dirla in termini più svecchiati ed aderenti alla realtà.

Non credo sia il caso di sottolineare che le forze dell'ordine, storicamente, sono sempre state allineate alle realtà reazionarie piuttosto che a quelle progressiste.
Varrà dunque la pena spellarsi le mani in applausi e perdere la voce in encomi quando si vedranno manipoli di poliziotti levarsi il casco davanti ai No-Tav oppure ai militanti dei movimenti per il diritto all'abitare.

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