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30/12/2013


Certo non si finisce mai di imparare a quale livello di spregiudicatezza possa arrivare la lotta per il potere all'interno alla CGIL. Avevamo capito che tra Landini e la Camusso fosse in corso una tregua armata che aveva portato il segretario della FIOM a non presentare un documento alternativo al Congresso.

Una tregua sostenuta dalla necessità di Landini di uscire dal cul de sac in cui si era cacciato con la vicenda FIAT e la mancata sottoscrizione del CCNL dei metalmeccanici e che la Camusso aveva favorito con la mossa del cavallo dell'infame accordo del 31 maggio sulla rappresentanza, che aveva come obiettivo anche quello di far rientrare la FIOM in fabbrica.

Evidentemente la sentenza della Corte costituzionale sul diritto alle agibilità in azienda anche per le organizzazioni sindacali che, pur avendo partecipato alla trattativa contrattuale, avessero poi scelto di non sottoscrivere l'accordo, ha cambiato la geografia politica interna. Non c'era più per Landini l'esigenza della copertura della Camusso e quindi i giochi per la segreteria della CGIL si potevano considerare riaperti. Ci sembra di poter affermare che l'inedita sintonia Landini/Renzi sia da inscrivere in questo asse di ragionamento: io assumo la tua proposta sulla ennesima stravolgente riforma del mercato del lavoro, tu mi sostieni nell'agone congressuale nella battaglia per la segreteria confederale.

Ragioneremo meglio nei prossimi giorni sui reali contenuti della proposta Renzi sul contratto unico con libertà assoluta di licenziamento per i primi tre anni.

Vorremmo farlo a ragion veduta e sulla scorta di maggiori dettagli, anche se ci sembra ci siano tutte le intenzioni di estendere a dismisura la precarietà facendo intendere che ciò produrrebbe maggiore occupazione, cosa smentita clamorosamente dai risultati delle riforme Sacconi/Fornero degli anni scorsi. C'è sempre il rischio di cadere nella solita trappola di gridare allo scandalo su una serie di "anticipazioni" fatte trapelare a bella posta e poi magari rimanere spiazzati e "soddisfatti a metà" perché qualcuna di quelle chiacchiere viene tolta di mezzo anche se resta per intero la pesantezza dell'attacco.

Quello che ci interessa sottolineare oggi è che nella CGIL si sta giocando una partita sulla pelle dei precari, dei disoccupati, dei lavoratori per regolare i vari piani di potere interno e definire l'asse intorno a cui si giocherà la partita della definitiva mutazione genetica dei sindacati complici.

Alcuni in CGIL hanno già deciso di alzare la testa e di non stare ai giochetti di potere, alcuni pensano che sia necessario arrivare fino in fondo al percorso congressuale per manifestare il proprio dissenso e la propria alterità all'interno di quel consesso, altri non ce la fanno nemmeno ad attenderne i risultati e hanno manifestato la propria indisponibilità a fare il percorso congressuale e hanno cominciato ad uscire.

Che quello non sia più uno strumento utile alle lavoratrici e ai lavoratori sta diventando sempre più senso comune, c'è la necessità di esporsi e fare ancora di più per rappresentare l'alternativa e la possibilità della ricostruzione del sindacato di classe: noi ci candidiamo ad esserne parte.

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