di Carlo Musilli
Anche i giganti
Golia di Wall Street possono cadere. Ci sono voluti più di cinque anni,
ma alla fine gli Stati Uniti hanno varato una riforma cruciale per
regolamentare l'attività delle grandi banche, la "Volcker rule". Nel
settembre 2008, con il crack di Lehman Brothers, abbiamo imparato a
nostre spese che gli istituti "too big to fail" possono fallire eccome,
provocando conseguenze drammatiche a livello globale. Ora, finalmente,
abbiamo ragione di credere che una sciagura simile in futuro sarà
prevenuta. La resistenza delle lobby e dei Repubblicani è stata
superata: un risultato tutt'altro che ovvio, nonostante gli effetti
delle sbornie finanziarie siano ancora evidenti, soprattutto
nell'economia reale.
Il nuovo provvedimento è lungo quasi mille
pagine, eppure si tratta solo di una parte del Dodd-Frank Act, ovvero la
maxi riforma della finanza varato dall'amministrazione Obama nel 2010
(ma ancora molto lontana dalla completa attuazione: ad oggi solo il 42%
delle 398 norme è stato ultimato, stando allo studio legale
specializzato Davis Polk). Tutte le cinque autorità di regolamentazione -
Cftc, Fed, Sec, Occ e Fdic - hanno dato il via libera alla "Volcker
rule", che non avrà bisogno di un ulteriore passaggio in Congresso.
L'obiettivo è impedire che le banche effettuino investimenti troppo
rischiosi in nome della pura speculazione e a danno dei clienti, così da
evitare che il caso Lehman possa ripetersi. I nuovi paletti
interesseranno tutti gli istituti di grandi dimensioni, mentre quelli
con asset dal valore inferiore ai 10 miliardi rimarranno esclusi.
I
punti fondamentali sono tre: divieto di trading proprietario (ovvero
gli investimenti per conto proprio, spesso utilizzati per scommesse ad
alto rischio poi camuffate con l'inganno), limiti agli investimenti in
hedge fund e in fondi di private equity, obbligo per i Ceo di
certificare ogni anno il rispetto della normativa da parte delle banche.
Secondo il Wall Street Journal, le autorità potranno seguire
da vicino le attività dei trader e valutare se le loro operazioni
puntano solamente a generare profitti piuttosto che a perseguire
l'interesse dei clienti o a ridurre il rischio per le banche. I
controlli potrebbero essere addirittura quotidiani.
Negli
ultimi anni si era temuto che l'opposizione delle lobby avrebbe finito
per svuotare la "Volker rule", depotenziandola. Per fortuna non è andata
così. Al contrario, la versione finale del documento è anche più severa
del previsto. Tra le ultime voci aggiunte dai regolatori sembra rientri
anche la messa al bando del "portfolio hedging", ovvero le strategie
aggressive per tutelare i clienti o le banche stesse da eventuali scosse
in un vasto portafoglio di asset. La misura è stata concepita in scia
allo scandalo della "London Whale", costato a JP Morgan 6 miliardi di
perdite e altri 13 per il patteggiamento.
Quanto all'entrata in
vigore della "Volcker rule", non sarà immediata. Inizialmente era
prevista per il luglio 2014, ma poi la Federal Reserve ha deciso di far
slittare la scadenza di un anno, in modo da consentire agli istituti di
attrezzarsi per i cambiamenti. Un gesto di fair play che però non è
bastato a placare l'ira funesta dei giganti bancari, molti dei quali
hanno già minacciato azioni legali per affossare le regole, o quantomeno
ammorbidirle.
"Morgan Stanley e Goldman Sachs assumeranno i
migliori avvocati per cercare di venire a capo della legge - ha detto al
Times Bill Singer, avvocato specializzato in cause finanziarie -.
L'obiettivo di molti sarà cercare di aggirarla".
In ogni caso,
Obama è ottimista: "Il sistema finanziario e gli americani sono più
sicuri - ha detto il Presidente -. La norma apre una nuova era di
responsabilità per gli amministratori delegati". Il segretario al
Tesoro, Jack Lew, ha assicurato che il provvedimento cambierà
l’atteggiamento e le pratiche del mercato, ma anche che gli Stati Uniti
"resteranno vigili sulla stabilità del sistema finanziario".
Per
inciso, l'uomo che dà il nome alla "rule", Paul Volcker - già
governatore della Fed - ha fondato un'istituzione autonoma, la Volcker
Alliance, che si contrappone esplicitamente alla lobby finanziaria per
piegare le banche alle nuove regole. Il buon vecchio Paul è un 86enne
combattivo e, almeno per ora, ha avuto la meglio.
Fonte
Riporto l'articolo a puro titolo informativo (in attesa di altri pareri in merito) in quanto lo trovo troppo sbilanciato verso l'euforia per una legislazione ancora troppo piena di "se e ma", e che personalmente trovo fallace in quanto riferita ai soli istituti big, che non credo impiegheranno molto a spacchettare le proprie speculazioni in una serie più o meno infinita di controllate che con asset entro i 10 miliardi di dollari.
Senza considerare il fatto che questa legislazione non si pone nemmeno l'obiettivo di ripensare un sistema economico orbai basato quasi esclusivamente sulla finanza piuttosto che sull'economia reale, che è poi quella che fa mancare il pane a troppa gente.
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