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12/12/2013

Wall Street, la cinghia di Volcker

di Carlo Musilli

Anche i giganti Golia di Wall Street possono cadere. Ci sono voluti più di cinque anni, ma alla fine gli Stati Uniti hanno varato una riforma cruciale per regolamentare l'attività delle grandi banche, la "Volcker rule". Nel settembre 2008, con il crack di Lehman Brothers, abbiamo imparato a nostre spese che gli istituti "too big to fail" possono fallire eccome, provocando conseguenze drammatiche a livello globale. Ora, finalmente, abbiamo ragione di credere che una sciagura simile in futuro sarà prevenuta. La resistenza delle lobby e dei Repubblicani è stata superata: un risultato tutt'altro che ovvio, nonostante gli effetti delle sbornie finanziarie siano ancora evidenti, soprattutto nell'economia reale.

Il nuovo provvedimento è lungo quasi mille pagine, eppure si tratta solo di una parte del Dodd-Frank Act, ovvero la maxi riforma della finanza varato dall'amministrazione Obama nel 2010 (ma ancora molto lontana dalla completa attuazione: ad oggi solo il 42% delle 398 norme è stato ultimato, stando allo studio legale specializzato Davis Polk). Tutte le cinque autorità di regolamentazione - Cftc, Fed, Sec, Occ e Fdic - hanno dato il via libera alla "Volcker rule", che non avrà bisogno di un ulteriore passaggio in Congresso. L'obiettivo è impedire che le banche effettuino investimenti troppo rischiosi in nome della pura speculazione e a danno dei clienti, così da evitare che il caso Lehman possa ripetersi. I nuovi paletti interesseranno tutti gli istituti di grandi dimensioni, mentre quelli con asset dal valore inferiore ai 10 miliardi rimarranno esclusi.

I punti fondamentali sono tre: divieto di trading proprietario (ovvero gli investimenti per conto proprio, spesso utilizzati per scommesse ad alto rischio poi camuffate con l'inganno), limiti agli investimenti in hedge fund e in fondi di private equity, obbligo per i Ceo di certificare ogni anno il rispetto della normativa da parte delle banche. Secondo il Wall Street Journal, le autorità potranno seguire da vicino le attività dei trader e valutare se le loro operazioni puntano solamente a generare profitti piuttosto che a perseguire l'interesse dei clienti o a ridurre il rischio per le banche. I controlli potrebbero essere addirittura quotidiani.

Negli ultimi anni si era temuto che l'opposizione delle lobby avrebbe finito per svuotare la "Volker rule", depotenziandola. Per fortuna non è andata così. Al contrario, la versione finale del documento è anche più severa del previsto. Tra le ultime voci aggiunte dai regolatori sembra rientri anche la messa al bando del "portfolio hedging", ovvero le strategie aggressive per tutelare i clienti o le banche stesse da eventuali scosse in un vasto portafoglio di asset. La misura è stata concepita in scia allo scandalo della "London Whale", costato a JP Morgan 6 miliardi di perdite e altri 13 per il patteggiamento.

Quanto all'entrata in vigore della "Volcker rule", non sarà immediata. Inizialmente era prevista per il luglio 2014, ma poi la Federal Reserve ha deciso di far slittare la scadenza di un anno, in modo da consentire agli istituti di attrezzarsi per i cambiamenti. Un gesto di fair play che però non è bastato a placare l'ira funesta dei giganti bancari, molti dei quali hanno già minacciato azioni legali per affossare le regole, o quantomeno ammorbidirle.

"Morgan Stanley e Goldman Sachs assumeranno i migliori avvocati per cercare di venire a capo della legge - ha detto al Times Bill Singer, avvocato specializzato in cause finanziarie -. L'obiettivo di molti sarà cercare di aggirarla".

In ogni caso, Obama è ottimista: "Il sistema finanziario e gli americani sono più sicuri - ha detto il Presidente -. La norma apre una nuova era di responsabilità per gli amministratori delegati". Il segretario al Tesoro, Jack Lew, ha assicurato che il provvedimento cambierà l’atteggiamento e le pratiche del mercato, ma anche che gli Stati Uniti "resteranno vigili sulla stabilità del sistema finanziario".

Per inciso, l'uomo che dà il nome alla "rule", Paul Volcker - già governatore della Fed - ha fondato un'istituzione autonoma, la Volcker Alliance, che si contrappone esplicitamente alla lobby finanziaria per piegare le banche alle nuove regole. Il buon vecchio Paul è un 86enne combattivo e, almeno per ora, ha avuto la meglio.

Fonte

Riporto l'articolo a puro titolo informativo (in attesa di altri pareri in merito) in quanto lo trovo troppo sbilanciato verso l'euforia per una legislazione ancora troppo piena di "se e ma", e che personalmente trovo fallace in quanto riferita ai soli istituti big, che non credo impiegheranno molto a spacchettare le proprie speculazioni in una serie più o meno infinita di controllate che con asset entro i 10 miliardi di dollari.
Senza considerare il fatto che questa legislazione non si pone nemmeno l'obiettivo di ripensare un sistema economico orbai basato quasi esclusivamente sulla finanza piuttosto che sull'economia reale, che è poi quella che fa mancare il pane a troppa gente.

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