Oggi a Torino è stato un primo maggio di autorappresentazioni, violenza e solidarietà ai lavoratori.
Il consueto appuntamento torinese anche quest’anno si è rivelato il solito teatro delle rappresentazioni politiche ufficiali (PD e compagnia bella), con spezzoni blindatissimi e iperprotetti dalle forze del disordine pubblico, le quali non hanno perso l’occasione per spaccare qua e là qualche testa alla ricerca, come nel gioco della pigna, di quella “autonoma”: anche per la polizia oggi è stata festa.
Ma tutto ciò non ha impedito che la rappresentazione continuasse, anche in vista dei prossimi appuntamenti elettorali (regionali ed europee).
Quasi fosse la vetrina o la kermesse di un sinistra in cerca del suo elettorato perduto, per le strade torinesi si sono viste sfilare tutte le consuete bandiere (non potevano mancare le bandiere per la lista Tsipras!), nonché i rappresentanti nazionali delle varie forze politiche comuniste, a mostrare i muscoli, come nel caso di Lotta comunista, che sfilava in coda al corteo (anche dietro la polizia...), con diverse centinaia di bandiere rosse e la banda in testa a suonare l’Internazionale.
Spostatisi dalla piazza di inizio verso la Mole, separandosi così da questa parata e segnando anche fisicamente la distanza dalla Troika sindacale, i lavoratori dell’Usb hanno invece manifestato a sostegno dei precari del museo del cinema, per i quali il primo maggio è, se va bene, un giorno di lavoro come (pochi) altri.
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