Il comando di Kiev ha clamorosamente abbandonato un gruppo di oltre 400 soldati circondati dalle forze di autodifesa della Novorossiya. La mancanza di munizioni, di cibo, di carburante e di chiari ordini dal comando su come poter uscire dall'accerchiamento, ha determinato la decisione di far rifugiare l'intero battaglione in territorio russo.
E' la testimonianza di un alto ufficiale ucraino, Il Maggiore Vitaly Dubinyak, che si è rifugiato in Russia insieme ai suoi uomini.
"Per due settimane abbiamo combattuto senza munizioni e senza carburante. Per due settimane non avevo quasi niente per dar da mangiare ai miei uomini. Abbiamo anche finito le razioni di viveri. Le truppe erano più fiaccate dalla disperazione che non dai bombardamenti" - ha detto Dubinyak.
"A parte ordinarci di 'resistere', da Kiev non ci è stato mandato alcun tipo di aiuto. La scorsa settimana hanno interrotto tutte le comunicazioni. Ci hanno semplicemente abbandonati" - ha aggiunto.
Un totale di 438 soldati, tra cui 164 guardie di frontiera ucraine, sono stati autorizzati ad entrare in Russia durante la notte di Domenica.
Le truppe sono state alloggiate in una tendopoli situata vicino al checkpoint attraverso il quale sono entrate in territorio russo.
"Al fine di salvare i soldati, i comandanti dell'unità hanno preso la decisione di attraversare il confine con la Russia. Tutte le attrezzature e le armi sono state lasciate sulla parte ucraina. La cosa più importante era salvare queste persone" - ha sottolineato il comandante.
Dubinyak ha detto che è rimasto sorpreso dal trattamento "quasi fraterno" che i suoi uomini hanno ricevuto dai loro colleghi russi.
"Coloro che ci danno gli ordini mentono quando dicono che siamo in guerra con la Russia. Nessun russo si è permesso di farci nemmeno uno sguardo ironico. Capiscono benissimo che siamo ostaggi di questo caos" - ha detto.
«Qui per noi è stato organizzato un check-up medico. I feriti hanno ricevuto assistenza. Siamo stati nutriti. Ci siamo potuti fare una doccia per la prima volta in un mese. Ci hanno dato dei vestiti puliti. Ci è stato offerto tutto ciò di cui avevamo bisogno per poterci riprendere" - ha aggiunto il comandante.
Secondo Dubinyak, i suoi uomini hanno attraversato "un tritacarne" e non torneranno a combattere di nuovo.
Ha inoltre esortato i "capi" che stanno a Kiev ad "andare loro a combattere e a mandare i loro figli a morire."
Il comandante ha ammesso inoltre che i combattimenti nel sud-est dell'Ucraina si sono trasformati in una guerra civile su vasta scala.
"Non so come farò a guardare negli occhi delle madri di quei miei ragazzi che sono morti. Ma so per certo che questa guerra civile deve essere fermata. Ho visto abbastanza lacrime dalla gente locale e abbastanza sofferenza dai miei uomini. Sono stanco di questo. La cosa più importante è che siamo vivi. Ci occuperemo di tutto il resto dopo, quando torneremo a casa" - ha concluso Dubinyak.
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