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03/09/2014

Quasi guerra fredda La Nato si esibisce Mosca s’arrabbia


Un’esercitazione su larga scala con centinaia di militari di nove paesi tra cui l’Italia è in corso tra Polonia, Germania e paesi baltici e proseguirà fino a lunedì. La Nato ci dice che mostra i muscoli per rassicurare i paesi dell’Europa orientale. Chiaro avvertimento per Mosca che non gradisce.

La provocazione non è neppure sottintesa ma apertamente dichiarata. L’esercitazione, scrive il Comando Nato, è “disegnata per dimostrare l’impegno della Nato all’obiettivo fondamentale di salvaguardare la libertà e la sicurezza dei suoi membri e partner” ed è la prima di un fitto calendario di addestramento dal mese di settembre fino al 2 ottobre. Confermato anche l’esercizio ‘Rapid Trident’ in Ucraina dal 13 al 20 settembre a Lviv con una dozzina di nazioni. Le esercitazioni erano già previste prima dell’annessione della Crimea, ma sono state allargate e passate al comando Nato”.

Una volta tanto non ci sono equivoci sul messaggio lanciato e a chi. L’esercitazione prevista doveva riguardare solo forze statunitensi. Poi - probabilmente gli eventi militari disastrosi in Ucraina - hanno spinto la Nato a far diventare l’esercitazione multi nazionale e su larga scala. ‘Steadfast Javelin II’ il nome, coinvolge centinaia di mezzi, aerei e soldati da nove diversi paesi in Germania, Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia. A ridosso con i confini russi e quelli ucraini. All’esercitazione, oltre a militari dei paesi in cui si svolge, partecipano forze statunitensi, canadesi e truppe d’assalto italiane.

Mosca, ovviamente non gradisce. E sale pericolosamente la tensione tra Russia e Nato sullo sfondo dell’aggravarsi della guerra in Ucraina, alla vigilia di due vertici cruciali come quello dell’Alleanza e quello della Ue sulle nuove sanzioni contro Mosca. La Russia avverte che entro fine anno rivedrà la sua dottrina militare alla luce delle nuove minacce, tra cui la crisi ucraina e il potenziamento della Nato a est. Quest’ultima, definita dal consiglio di sicurezza russo, “La prova della volontà dei leader degli Usa e della Nato di continuare la loro politica di deterioramento delle relazioni con Mosca”.

Il Cremlino promette così di rispondere all’intenzione dell’Alleanza di adottare nel summit del 4-5 settembre nel Galles un piano per dislocare una forza di intervento rapido nei Paesi baltici e in alcuni Paesi dell’Europa orientale che si sentono minacciati dal comportamento della Russia in Ucraina. Cinque basi in Europa orientale, in Lettonia, Lituania, Estonia, Romania e Polonia. In ognuna saranno operativi circa 600 militari. 4000 uomini capaci di rispondere in 48 ore. Senza formalmente violare l’accordo Nato-Russia, che vieta basi permanenti nell’Europa centro-orientale.

Ma è quanto basta per provocare la Russia su quella che resta la sua linea rossa, l’accerchiamento da parte della Nato. Ora Kiev che dichiara di voler rinunciare alla neutralità e di entrare nell’Alleanza. Ed il mondo assiste impotente ad una escalation di ‘dispetti’ tra superpotenze con armi nucleari da fine del mondo, sfide inutili, provocazioni gratuite, sgarberie diplomatiche e dichiarazioni al veleno che sai come iniziano ma non si sa mai come potranno andare a finire. E l’Europa si riduce a campo di battaglia dove la parte politica dell’Unione rivela la sua subalternità alla parte militare Nato.

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