04/11/2014
I ribelli siriani amici degli Usa scelgono al Qaeda
I ribelli siriani ‘amici’ degli Usa, o sono poco ribelli contro Assad, o sono davvero poco amici degli americani e se la fanno con i jihadisti filo al Qaida del Fronte al Nusra. Lo scrive il Washington Post sostenendo che l’Esl è stato costretto a ritirarsi da molte roccaforti nel Nord del Paese
1. Moderatamente amici
I ribelli siriani ‘amici’ degli Usa, o sono troppo poco ribelli nei confronti di Assad, o sono davvero poco amici degli americani visto che se la fanno con i jihadisti filo al Qaida del Fronte al Nusra. Lo scrive il Washington Post, secondo cui il Fronte ‘quaedista’ avrebbe assaltato città e villaggi nella provincia settentrionale di Idlib, in quella che appare come una operazione mirata per sconfiggere l’ELS, l’Esercito libero siriano, finanziato ed addestrato dagli Usa. I ribelli decisamente moderati, o si sono arresi o si sono uniti agli estremisti del Fronte al Nusra, hanno detto le fonti del giornale.
2. Washington ha posta
Una pessima figura e una significativa sconfitta per i ribelli ‘moderati’ su cui puntava Washington per affrontare lo Stato islamico in Siria. Calcoli sbagliati, amici sbagliati, strateghi sbagliati, troppe cose sbagliate già dall’inizio. Sola cosa certa, che i jihadisti siriani filo-al Qaida del Fronte al Nusra hanno fagocitato di fatto molti superstiti dei ribelli ‘moderati’ dell’Esl, la cui formazione armata è stata costretta a ritirarsi da molte delle sue residue roccaforti nel Nord del Paese: cedendo le armi ai qaedisti - armi americane - sullo sfondo di un’ondata di defezioni dalle sue file a quelle di al-Nusra.
3. Schiave yazide e crocifissi
Intanto lo Stato islamico insiste nella sua campagna di esaltazione del terrore. L’Osservatorio siriano per i diritti umani denuncia la decapitazione di otto miliziani siriani anti-regime nell’est della Siria. È accaduto ad Albukamal, al confine con l’Iraq. I cadaveri degli otto sono stati poi crocifissi. Sempre sulla scia dell’orrore, un video shock in cui dei miliziani contrattano per l’acquisto di schiave yazide perché “oggi c’è il mercato degli schiavi”. La scena mostra un gruppo di terroristi dell’Isis mentre si mettono d’accordo per avere nuove schiave sessuali o liberarsi di quelle che non vogliono più.
4. Amministratore delegato Isis
Ma il Califfato pensa anche all’economia. Avviso ai disoccupati: l’Isis cerca un amministratore esecutivo per la produzione di petrolio. La paga offerta è di 225 mila dollari l’anno. Unico requisito imprescindibile: il candidato deve essere fedele allo stato islamico, oltre che inviare un curriculum vitae. Il singolare annuncio è riportato dal quotidiano britannico The Times. L’Isis soffre la carenza di esperti petroliferi dato che chi si rifiuta di lavorare viene giustiziato. Lo Stato islamico controlla attualmente molti giacimenti petroliferi in Iraq, in particolare nella seconda città irachena, Mosul.
5. Il vero petrolio jihadista
Gli introiti dalla vendita del petrolio sono la fonte principale di finanziamento delle attività dei jihadisti. Difficile trovare un candidato veramente esperto, dice il Times. Stipendio non adeguato allo sforzo ed al rischio. La fuga di molti ingegneri e tecnici petroliferi la produzione nei giacimenti controllati dall’Isis. Il petrolio è considerato la fonte di reddito principale che genera circa 2 milioni di dollari al giorno. Sul fronte siriano, l’Isis, ha annunciato di avere il controllo del giacimento di gas nella provincia centrale di Homs. Il secondo giacimento Isis dopo una settimana di scontri.
6. Califfato islamico in Sinai
L’Isis annuncia che presto il Califfato islamico sarà istituito in Sinai: “il primo passo sulla strada dell’invasione di Gerusalemme”. L’appello dell’Isis ai musulmani egiziani a “sostenere gli eroi e i leoni del Sinai che non temono nulla per la creazione di uno Stato islamico”. Il 24 ottobre una serie di attentati ha fatto strage di militari egiziani nel nord della penisola. Il comunicato contiene nuove minacce alle forze egiziane. L’Isis invita i jihadisti della regione a “distruggere i check point e i commissariati di polizia, a lanciare Rpg sulle loro adunate, e imporre al mondo la legge di Dio”.
7. Ora i nuovi schiavisti
Duecento membri della minoranza Yazidi, in maggioranza donne, rapiti in agosto da Isis durante la sua avanzata nel nord dell’Iraq, sono stati liberati in cambio del pagamento di ingenti riscatti. Lo ha reso noto il responsabile del governo della regione autonoma del Kurdistan iracheno per le famiglie. Gli ostaggi rilasciati sono 130 donne e una settantina di bambini e anziani. Altre centinaia di donne e bambini, secondo fonti locali, rimangono nelle mani dei jihadisti. ‘Le trattative per la liberazione sono state complicate e difficili’. Non è noto come e da chi siano stati pagati i riscatti pretesi da Isis.
Fonte
Siamo davanti a un caso lampante di "medicina" - la guerra per procura attraverso la mano fondamentalista - peggiore del male che si prefigge di debellare - il regime autoritario di Assad -.
Resta da vedere quando il medico - gli USA - se ne renderà conto, di questo passo sopraggiungerà prima il decesso del soggetto interessato - la Siria -.
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