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03/11/2014

Navi francesi e miliardi russi, l’ affare è fatto


Parigi deve fingere, tenere il punto, quindi rigore nazionale sull’embargo imposto alla Russia che fa la cattiva con Kiev. Bloccata la consegna di due portaelicotteri a Mosca in attesa di sviluppi sulla crisi in Ucraina. Ma Hollande sa di non poter perdere una commessa da oltre un miliardo di euro.

Giugno 2011, Mosca e Parigi festeggiano un affare da 1,2 miliardi di euro. La Francia costruirà due navi portaelicotteri da consegnare tra fine 2014 e inizio 2015. Classe Mistral, le navi potranno ospitare fino a 30 elicotteri, 450 soldati, mezzi anfibi, attrezzature militari e un centro di comando. Mosca potrebbe utilizzarla anche come pista di decollo per 16 suoi caccia. Il contratto prevede che la prima delle due, la Vladivostok, venga consegnata entro metà novembre. La seconda, Sebastopoli, entro il prossimo anno.

La ‘Vladivostok’ è pronta e pittata con tanto di scritte in cirillico sulla fiancate, ormeggiata ai moli dei cantieri di Saint-Nazaire dove la portaelicotteri della classe Mistral aspetta di raggiungere il resto della flotta russa. E non sarà certo la ‘Vladivostok’ a fare la differenza nelle attuali tensioni da ex Guerra Fredda tra i blocchi. Di questi tempi le provocazioni sono altre. La Nato rilancia l’allarme per una “significativa e insolita” attività militare dell’aviazione russa nello spazio aereo europeo. 4 gruppi di aerei tra bombardieri Tu-95 e caccia MiG-31, sopra Mar Nero, Baltico, Mare del Nord e Atlantico.

Tutti regolare, legittimo utilizzo dello spazio aereo internazionale, ma pare che il via vai non sia considerato un gesto di affabilità. Nel complesso, la Nato ha comunicato di aver intercettato più di 100 aerei russi nei cieli d’Europa dall’inizio del 2014, il triplo rispetto a quanto acceduto in tutto il 2013. La situazione in Ucraina resta tesa e non aiutano le vittorie nazionaliste al parlamento di Kiev e quelle filo russe dei separatisti a Donetsk e Lugansk per la nomina dei parlamenti regionali e dei rispettivi presidenti. Le spinte filorusse del Donbass restano al centro della controversia tra i due blocchi.

Prove di muscoli di questo genere non devono sorprendere. Dall’inizio della campagna militare dell’esercito ucraino nel Donbass nell’aprile scorso, in tutta l’area dell’Europa orientale confinante con il territorio russo e in tutto il Mar Baltico, le forze NATO hanno moltiplicato le esercitazioni con uomini e mezzi posti principalmente sotto la guida degli Stati Uniti. E le risposte di Mosca non si sono ovviamente fatte attendere. Tutt’attorno alle tre piccole ma neo-Nato ex sorelline sovietiche nel Baltico, dove sono state moltiplicate le attività nella base militare di Kaliningrad, nel Mar Nero e Artico.

Di che imbarcazioni parliamo? Bestioni lunghi quasi 200 metri in grado di trasportare centinaia di soldati, elicotteri, blindati, sale operatorie e il comando di un’operazione. Il tipo di nave multifunzione che apprezzano le marine e gli stati maggiori di oggi. Poi il trasferimento di tecnologia. Parigi ha assicurato che la vendita sarebbe avvenuta senza trasmissione di know-how sensibile, ma non ci ha mai creduto nessuno. Ora la questione su come salvare i cantieri navali di Saint Nazaire, la cui situazione è considerata drammatica.

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