La rottura nel mondo arabo sunnita, con Arabia Saudita e altri paesi che hanno rotto le relazioni diplomatiche col Qatar, accusato di sponsorizzare il terrorismo, è una notizia dalle enormi conseguenze anche in Europa. Basterebbe ricordare la quantità di aziende multinazionali, anche italiane, sono state acquistate o compartecipate da fondi qatarioti (Valentino, Meridiana, Unicredit, Paris Saint Germain, Harrod’s, Deutsche Bank, sponsor del Barcellona, ecc).
Per approfondire il tema, Radio Città Aperta ha intervistato – ieri, 5 giugno – Roberto Prinzi, di Nena News, agenzia giornalistica italiana specializzata in Medio Oriente.
Ciao Roberto, buongiorno.
Buongiorno a voi e a tutti gli ascoltatori.
Parliamo con te di quella che è un po’ la notizia di giornata, cioè la decisione di Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Yemen, di interrompere tutte le relazioni diplomatiche con il Qatar. Siamo di fronte ad una questione abbastanza complessa e per questo chiediamo il tuo aiuto, Roberto. Ci fai un po’ il quadro della situazione?
La notizia è molto molto importante, anche se ad essere sincero non mi ha sorpreso più di tanto. Per capire bisogna fare un passo indietro di qualche giorno, alla scorsa settimana, quando sono uscite delle intercettazioni dell’agenzia di stato qatarina, secondo cui l’Iran era stato isolato e venivano espresse critiche molto forti all’Arabia Saudita. Ora Doha sosteneva, e sostiene tuttora, che la loro agenzia sia stata hackerata. Chiaramente noi questo non lo possiamo sapere, sta di fatto che è stato un pretesto per l’Arabia Saudita e per i suoi alleati per attaccare Doha. La decisione di oggi è molto molto importante. Tra l’altro, poco fa, si è unito anche il governo di Tobruk, quindi libico, che non ha una grandissima rilevanza politica, però è molto importante perché dominato dal generale Haftar, che è sostenuto dagli egiziani. E’ molto importante perché si inserisce all’interno di un quadro che vedeva la formazione di una Nato araba, in chiave anti-iraniana e a cui – anche se non ufficialmente – avrebbe dovuto unirsi anche Israele. Il desiderio di una Nato araba, di un’alleanza del blocco sunnita contro gli sciiti era stata, in qualche modo, annunciata già mesi fa e celebrata, recentemente, dal presidente Trump. E’ interessante notare come questa notizia abbia già avuto delle ripercussioni immediate sia in borsa, dove si sono registrati dei cali, sia anche direttamente. Le compagnie aeree degli Emirati Arabi Uniti e dell’Arabia Saudita hanno deciso di non far arrivare i loro aerei nello stato del Qatar.
Quindi sospesi tutti i voli, tutti i collegamenti, da e per il Qatar...
Chiaramente il Qatar si difende, ritiene queste accuse inaccettabili e un pretesto per attaccare la propria sovranità. Aggiungo solamente questo elemento, che è interessante a mio giudizio: lo Yemen – quando parliamo di Yemen, in questo momento, noi parliamo del governo di Aden, perché c’è anche quello degli Houthi, che stanno a nord, non riconosciuto internazionalmente... E’ interessante come il governo yemenita di Aden vada a braccetto con gli Emirati Arabi Uniti, con i quali tuttora è in conflitto, perché gli Emirati Arabi Uniti sostengono i movimenti secessionisti a sud, quindi anche questo elemento si va ad inserire in un quadro molto molto complesso.
Una delle accuse che i 6 paesi muovono al Qatar è che agisca a sostegno, a favore del terrorismo, che per loro proverrebbe dall’Iran. Noi sappiamo che però la situazione è un po’ più complessa. Tra questi paesi c’è l’Arabia Saudita che, rispetto ai rapporti con il terrorismo, ha una posizione un po’ delicata...
Esatto. Questo è l’aspetto anche interessante della questione. L’Arabia Saudita accusa Doha di sostenere il terrorismo, quando è ormai risaputo che l’Arabia Saudita ha svolto, se non svolge tuttora, un ruolo importante nella destabilizzazione dei paesi mediorientali, in particolar modo la Siria. Ed è interessante come sul banco degli imputati salgano nuovamente i Fratelli Musulmani, che sono sicuramente un’associazione, un gruppo, un movimento conservatore, ma non ha nulla a che vedere con l’estremismo e il radicalismo islamico. Ovvero con Al-Qaeda e tutti i vari gruppi che tra la stessa Arabia Saudita – e, va detto, anche il Qatar – finanzia e arma in Siria per destabilizzare la zona. Inoltre è abbastanza ridicola l’accusa secondo cui il Qatar difenderebbe l’Iran, perché basta vedere come il Qatar si sia posizionato in Siria contro Hezbollah, ecc, per capire quanto questa accusa non abbia alcun fondamento.
Tu prima facevi riferimento a Trump e ad una sorta di Nato araba. Sappiamo che non più di due settimane fa Trump è stato in visita in Arabia Saudita e proprio in quell’occasione ha esortato nuovamente ad una sorta di alleanza contro il terrorismo. Possiamo leggere i fatti di oggi come una sorta di risposta alle richieste, sostanzialmente, agli inviti che il presidente degli Stati Uniti ha fatto?
Io pensavo, a dire la verità, che questo desiderio, dato che la stampa araba ne parla da tempo, di creare un blocco contro l’Iran, potesse avere una sua credibilità. Del resto, in qualche misura, va avanti da tempo... In Yemen, per esempio, in qualche modo anche in Bahrain; la Lega araba non ha mai denunciato le violazioni e la repressione che avviene qui, ma anche nello stesso Yemen. Diciamo che non è tanto Trump al centro dell’attenzione, ma la partita è tutta interna alla regione della penisola araba e all’interno della Cooperazione del Golfo. Ricordiamo che anche il Qatar fa parte della Cooperazione del Golfo, e quindi sarà interessante capire come si porrà Doha all’interno di questa associazione, e sarà interessante anche capire come si porrà l’Oman, che sempre ha avuto un ruolo in qualche modo di mediazione, per esempio nel conflitto yemenita. Al momento dall’Oman non vi è stato alcun commento, mentre il Kuwait in questi giorni aveva provato a mediare. Quindi io credo, rispondendo alla tua domanda, che la partita sia più interna, ci sia un regolamento di conti. Tra l’altro, secondo me la notizia di oggi va letta anche rispetto a quella di ieri secondo cui il Qatar avrebbe cacciato alcuni esponenti di Hamas, notizia poi negata da Hamas... Alcuni commentatori arabi avevano letto questa notizia come un modo, da parte di Doha, di aprirsi, per trovare una conciliazione con l’Arabia Saudita e altri paesi della regione che non hanno un ottimo rapporto con Hamas. Anche perché Hamas rappresenta la Fratellanza Musulmana. Quindi io credo che la partita sia interna, e attualmente non si può prevedere come andrà a finire. Ricordiamo che anche in passato, qualche anno fa, ci furono boicottaggi simili. Interruzioni dei rapporti per breve tempo.
Chiaro... Noi continueremo a seguire la vicenda in attesa di comprendere quali saranno le prossime evoluzioni e magari avremo modo di disturbarti ancora per chiedere il tuo contributo.
Vi ringrazio.
Grazie a te Roberto per il tuo intervento.
Buona continuazione...
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