Il Corriere di Bologna pubblica i nuovi dati sui numeri da record dei dividendi delle società bolognesi che sono protagoniste della Borsa di Milano. Solo quest’estate eravamo stati informati sulle cifre da primato mondiale delle società quotate di tutto il mondo riferite al primo semestre del 2017; dividendi stellari che continuano a crescere anno dopo anno, anzi trimestre dopo trimestre.
Per quanto riguarda la nostra città, il numero record corrisponde a 880 milioni di dividendi (130 in più rispetto al 2017) che, in totale, si sono spartiti gli azionisti delle quotate in Piazza Affari.
A godere delle gioie dei dividendi ci sentiamo in dovere di segnalare per primo Palazzo d’Accursio che vede crescere i provenienti sia da Hera, la multiutility che gestisce i servizi di acqua, luce e gas, che dall’Aeroporto. Per il comune di Bologna solo grazie ad Hera l’entrata corrisponde a 13,8 milioni che per altro saranno destinati a salire ulteriormente nei prossimi anni. Il piano industriale di Hera al 2021 prevede un Margine Operativo Lordo (il dato più importante dell’utile per gli stessi analisti finanziari che permette di vedere chiaramente se l’azienda è in grado di generare ricchezza) in aumento a ritmi serrati, ciò porta con sé anche un aumento dei dividendi: lo scorso anno ogni azione valeva 9 centesimi (il dividendo pagato da Hera corrispondeva a 134 milioni), mentre quest’anno è aumentata a 9,5 centesimi (141 milioni) per poi salire a 10 e a 10,5 centesimi fino al 2021 dove il dividendo toccherà quota 156 milioni. In pratica nel giro di poco il comune vedrà aumentare il tesoretto di oltre 2 milioni e si stima di quasi 3 milioni in più per l’area metropolitana nel suo complesso.
Per l’aeroporto Marconi vediamo invece la spartizione dei beni di un totale di 14,1 milioni, di cui 6,5 ai soci pubblici: la quota più grossa è della Camera del commercio con 5,3 milioni, seguita da Comune e Città metropolitana che si divideranno 880.000 euro.
Dall’altra parte la distribuzione più ingente arriva a UnipolSai per un totale di 410 milioni di euro, a seguire Unipol che rimane stabile con 129 milioni di euro. Numeri più alti li troviamo anche per la capo gruppo IMA, la multinazionale del packaging che vede un pagamento degli azionisti che arriva a 66,7 milioni di euro (4 volte di più di quelli erogati nel 2017); Igd Siiq, la società immobiliare delle Coop distribuisce 49,3 milioni e poi Datalogic che è uno dei principali produttori di lettori di codici a barre, mobile computer, sensori, sistemi di visione e marcatura laser per il settore manifatturiero, per la logistica e trasporti, oltre che per il comparto della grande distribuzione, vede un ammontare di 29,3 milioni.
L’amministrazione cittadina ha già dimostrato di non avere remore ad attuare politiche che favoriscano la speculazione finanziaria ed edilizia, abbiamo infatti visto promuovere qualsiasi tipo di concessione di speculazione pro-privati della città come con F.I.C.O. e People Mover, svendere il patrimonio pubblico con la riforma regionale sull’edilizia residenziale pubblica, introdurre forme di governance mista pubblico-privato e aziendalizzare sempre di più il mondo della formazione a partire dall’Università di Bologna. Anche e in particolare in questa città vediamo un blocco di potere che da anni comanda ed esprime nei numeri del capitale finanziario un concentrato in mani di pochi e ritrae redditi giganteschi e sempre maggiori, figlio di una strategia di finanziarizzazione messa in campo dai governi della città e della regione a guida PD. Il prodotto di questa strategia è la tendenza che vediamo tutti i giorni nei nostri quartieri, nei posti di lavoro, nelle scuole e nelle università con l’emergere di una sempre maggiore periferia geografica e sociale in cui si concentra una crisi delle condizioni degli strati sociali più deboli che arriva a colpire una fetta sempre maggiore della popolazione cittadina.
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