Il parlamento turco ha approvato ieri la mozione che autorizza l’invio di propri soldati in Libia. Lo riporta l’agenzia di stampa Anadolu. La decisione è stata approvata, con 325 voti a favore e 184 contrari, con la mozione presentata dal governo dopo la richiesta di sostegno militare arrivata dall’esecutivo di Tripoli, quindi formalmente dal governo “riconosciuto” dalla comunità internazionale, Italia e Francia inclusi. La Turchia anche in questo caso si ritrova così a dover essere considerata “alleata” e non ostile dai governi europei e occidentali. E ci troviamo in presenza di una brusca accelerazione di una guerra alle porte di casa.
Il testo approvato dal parlamento di Ankara fissa a un anno il mandato per la presenza delle truppe turche in Libia; tempi, obiettivi e numeri del dispiegamento militare saranno decisi dal presidente Erdogan. Il presidente turco ha avuto un colloquio telefonico con l’omologo americano Donald Trump sugli ultimi sviluppi in Libia, in Siria e nella regione.
L’Egitto ha condannato la decisione del parlamento turco di autorizzare l’invio di truppe in Libia, bollandola come una “violazione del diritto internazionale”. Per l’Egitto si tratta di un’iniziativa che “complicherà la situazione nel Mediterraneo Orientale”.
A Tripoli intanto tre civili sono rimasti uccisi in un attacco aereo avvenuto nella giornata di ieri da parte dalle forze del generale Haftar nella zona Sud della città. Stando a quanto riferito dal governo di Tripoli, citato dalla tv Alahrar, i raid hanno colpito una bottega e un magazzino, uccidendo tre uomini. Domenica scorsa a morire era stata una donna e diversi suoi familiari erano rimasti feriti in altro raid aereo attribuito ad Haftar e messo a segno nei pressi dell’aeroporto Mitiga di Tripoli.
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