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22/01/2020

Bonaccini-Salvini: una faccia, una razza

La battaglia per l’Emilia Romagna tra i due schieramenti dati per favoriti è veramente uno scontro tra totani (non è un refuso...).

Giustamente, stamattina, tutti si indignano – o fingono di farlo – perché Matteo Salvini (la candidata ufficiale, tale Borgonzoni, evidentemente è incapace di fare persino questo...) ha avuto l’infame idea di andare a citofonare a un cittadino di origini tunisine per chiedergli: “Alcuni cittadini dicono che lei è un pusher. Mi fa salire così spiega?”

Giustamente in tanti fanno notare che questa è una barbarie – l’importunato ha un regolare permesso di soggiorno, è stato esposto nella sua persona e nella sua residenza come un potenziale criminale (per queste cose ci sarebbero alcune decine di corpi di polizia che fanno già quel lavoro), ecc.

Anzi, il giovane indicato come presunto spacciatore è già stato sentito da alcuni giornali: Io non faccio queste cose. Ho 17 anni, vado a scuola, faccio la vita di qualsiasi altro studente.

In altrettanti hanno chiesto retoricamente all’ex ministro se ha o no “le palle” per fare lo stesso giochino nei quartieri sotto controllo di mafia, ‘ndrangheta, camorra, sacra corona, ecc. rischiando quindi qualcosa di più contundente di un vaffanculo.

E in effetti Salvini rappresenta il peggio dell’anima fascista italica, senza regole se non quella del “successo” personale. Già solo vederlo in tv e ascoltarne gli sproloqui è un incubo e un insulto all’intelligenza umana.

Comprendiamo perciò quelle brave persone che per disperazione sono pronte a dare il loro voto a chiunque purché “sia utile” a fermare questa fanghiglia fascioleghista.

Li comprendiamo, ma sbagliano. E pure in modo evidente, triste, inutile.

Quello che viene considerato l’unico “antagonista” possibile al felpapig, Stefano Bonaccini, scuola Pd, anima e abitudini renziane, appena cascato nell’infortunio della cena per ricchi a 1.000 euro a testa, non sembra per nulla migliore proprio in quello stesso campo prediletto da Salvini.

Questo sciagurato post lo dimostra senza possibilità di errore. Sul tema della “sicurezza”, anzi, della “percezione di insicurezza delle persone”, Bonaccini cerca di tenere il ritmo della corsa a destra. Senza problemi e ripensamenti. Senza se e senza ma.

Potremmo contestare a lungo ogni singola parola usata dall’attuale presidente della Regione. Potremmo ricordare che la “percezione di insicurezza” è il frutto dell’allarmismo continuo dei governanti (tutti, senza distinzioni rilevanti), dell’utilizzo infame del sistema mediatico (ossessionato dallo “strillo” che fa vendere copie o catturare ascolti).

Potremmo citare le quintalate di dati forniti dal ministero dell’Interno, che da anni registrano un costante calo dei reati, e specialmente quelli contro la persona (aggressioni, furti, rapine, omicidi – che per la maggior pare avvengono “in famiglia”, alla faccia della “percezione di insicurezza” tra le mura domestiche).

Potremmo andare avanti per giorni.

Ci sembra inutile. Preferiamo rompere questo “schema del terrore”, per cui alla fin fine si vota per un aspirante sceriffo del far west che utilizzerà quel potere contro tutti noi, tappati in casa a fare i conti con una crescente “percezione di insicurezza” provocata dalla loro presenza.

Un’alternativa vera ce l’avete, ed è molto “utile” farla crescere fin da subito. In Emilia Romagna si chiama Marta Collot, ed è la candidata presidente di Potere al Popolo.

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