31/01/2020
L’Unione Europea avvia operazione navale/militare nello Stretto di Hormuz
Una missione militare navale europea diventa operativa nello strategico Stretto di Hormuz. A guidarla sarà la Francia. La missione si chiama “European Maritime Awareness in the Strait of Hormuz” (EMASOH) ed è l’operazione multinazionale lanciata lo scorso 20 gennaio per la sorveglianza dello Stretto di Hormuz volta ad “assicurare la libertà di navigazione ed evitare, in seguito agli incidenti verificatisi negli ultimi mesi, possibili rischi a navi ed equipaggi in transito”.
Il documento che avvia l’operazione EMASOH è stata firmato da Francia, Belgio, Danimarca, Germania, Grecia, Italia, Olanda, Portogallo.
La nuova operazione militare/navale europea è stata varata dopo un tentativo inglese di adottare una iniziativa simile a seguito del sequestro nello Stretto di Hormuz della nave britannica “Stena Impero” avvenuto come ritorsione al sequestro, avvenuto a Gibilterra da parte della Gran Bretagna della petroliera “Grace 1”, una nave panamense riconducibile a interessi iraniani.
Questa operazione navale europea e guidata dalla Francia si affianca, ma si differenzia, da quella a guida statunitense già attiva nella zona: la Operation Sentinel dedicata a fini analoghi nell’area più vasta che include oltre al Golfo e ad Hormuz, il Golfo di Oman e lo Stretto di Bab el Mandeb, con una partecipazione che ha visto però impegnate solo Gran Bretagna, Corea del Sud ed Israele.
Assente da entrambe le operazioni navali/militari risulta ancora la Germania.
Per quanto riguarda l’Italia non si hanno ancora conferme dell’invio di navi o aerei militari nella missione in attesa di un dibattito quanto meno nelle commissioni Difesa di Camera e Senato in vista del rinnovo del Decreto Missioni.
Indiscrezioni riferite dal sito specializzato AnalisiDifesa.it riferiscono che l’Italia potrebbe aderire a EMASOH con una fregata tipo FREMM con a bordo 2 elicotteri e circa 200 uomini d’equipaggio inclusi piloti, tecnici di volo e i lagunari delle forze speciali del reggimento San Marco.
Ogni singolo Stato, Italia inclusa, manterrà il controllo sulle proprie navi che applicheranno regole d’ingaggio nazionali: prerogative che lascerebbero al Francia il ruolo di coordinamento della flotta multinazionale europea.
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