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26/01/2020

"White trash" chi è, oggi, la voce dei senza voce?

di Viola Carofalo

In foto la Matiz della donna di Bologna che avrebbe indicato a Salvini il citofono degli "spacciatori": una macchina che non si produce più dal 2010. Oggi, usata, potete comprarla a meno di 1000 euro.

La mamma che dal palco racconta dei figli portati via dai servizi sociali perché troppo povera.

Un capo di partito che si scusa per aver organizzato un'iniziativa in un giorno infrasettimanale: "lo so che domani dovete andare a lavorare".

Questo non è semplicemente materiale da meme. I citofoni, Bibbbbiano, i crocifissi, "io sono Giorgia". Questa roba fa ridere, ma è anche seria, serissima. E non (solo) perché Salvini guadagna consensi, perché l'autoritarismo avanza, ma perché oggi le destre sono capaci a tutti gli effetti di auto rappresentarsi come la voce dei senza voce.

Mentre le sardine di Santori raccontano di un mondo smart in cui il lavoro precario è "libertà di cambiare" e l'emigrazione "possibilità di migliorare e fare esperienze", chi oggi ha venti, venticinque, trent'anni fa i conti con l'ansia, gli psicofarmaci, l'incertezza per il futuro e la difficoltà di arrivare a fine mese.

Mentre il PD spiega quanto è bello svendere (per renderla efficiente, of course) la sanità pubblica ai privati e smantellare lo stato sociale, c'è una donna ormai anziana il cui figlio è morto forse nella maniera più terribile, di overdose, che gira per i porticati bolognesi con una pistola in tasca e che non trova altra risposta al suo dolore che rompere il cazzo agli stranieri, forse gli unici che le sembrano più disgraziati e senza speranza di lei.

In America quei bianchi mica tanto colti e mica tanto ricchi li chiamano "white trash", immondizia bianca. Li racconta Caldweel nel suo bellissimo "La via del tabacco": sempre pronti a scannarsi l'un l'altro, che mandano in malora ogni cosa che toccano, che prendono a calci in culo ogni nero che gli passa davanti solo per sfogare un po' di aggressività e perché il poveraccio non può reagire, pena il linciaggio. Erano gli anni della Grande Depressione, di una crisi economica feroce.

Oggi in Italia questi "poveri bianchi" arrabbiati, stanchi e spaventati, hanno trovato in Salvini il loro portavoce. Resteranno fottuti - forse lo sanno pure - ma almeno si sentono protetti dall'uomo forte che restituisce loro un po' di dignità, che li fa ricomparire nel discorso pubblico e li fa sfogare, che parla di loro, si veste come loro, ha la panza e si abboffa alle sagre come piace fare a tutti noi.

Questa guerra tra poveri viene strumentalizzata, cavalcata e fomentata dalle destre. Viene semplicemente ignorata - a volte pure sfottuta - dalle sinistre. Per entrambi questa gente è spazzatura. E noi? A noi non resta che, con pazienza, ricominciare a parlare, a stare e lottare fianco a fianco a chi si è sentito sopraffatto e abbandonato. Anche alla signora di Bologna? Sì, anche a lei.

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