di Alessandra Daniele
Matteo Salvini ha fatto di tutto per vincere le elezioni in Emilia Romagna.
S’è ingozzato per mesi di prosciutto e parmigiano, e poi ha chiesto ai suoi fans un digiuno di solidarietà.
S’è proclamato martire della giustizia sommaria, e poi è andato a fare il vigilante ai citofoni.
Ha imposto come candidata Lucia Borgonzoni e poi l’ha cancellata, trattandola da valletta di Sanremo.
Ha ha chiesto il voto ai cittadini di Bibbiano e dintorni dandogli del covo di pedofili.
Matteo Salvini ha fatto di tutto per vincere le elezioni in Emilia Romagna. E soprattutto per questo le ha perdute.
Perché ha stufato.
Ha rotto i coglioni.
Come Matteo Renzi, ha preteso un referendum personale, e come Renzi lo ha perduto.
È stato sconfitto, in Emilia Romagna dal PD, e in Calabria addirittura da Forza Italia.
Perché come Renzi, Matteo Salvini ha rotto i coglioni.
La pacchia è finita.
È finito l’Anno del Maiale.
Se il PD è riuscito cosi a schivare il meteorite dell’apocalisse, il Movimento 5 Stelle invece l’ha preso in pieno.
L’anti-parlamentare M5S è ormai un partitino che esiste soltanto in parlamento.
Fondato da un comico, affondato nel ridicolo, il M5S muore dov’è nato e com’è nato: con un sonoro Vaffanculo, stavolta ricevuto.
Per quanto precipitosa, la fuga pre-elettorale di Luigi Di Maio è stata pateticamente tardiva.
Nel suo discorso delle dimissioni, così renziano nel suo dare tutte le
colpe ai “nemici interni” al partito senza riconoscere nessuna delle
proprie, Di Maio ha inserito anche il classico “Ho visto cose che voi
umani”. In realtà, la citazione di Blade Runner adatta al M5S è un’altra: “I topi abbandonano la nave che affonda. E poi la nave affonda”.
È cominciato l’Anno del Topo.
[Secondo l’Oroscopo Cinese, il 2019 è stato l’Anno del Maiale, il 2020 è l’Anno del Topo]
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