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03/11/2021

Pensavano ai cinesi ed invece era una montagna. La fake news del sommergibile Usa


Il sommergibile nucleare americano USS Connecticut, che lo scorso 2 ottobre aveva colpito un oggetto non identificato nel Mar Cinese Meridionale, in realtà si era scontrato con una montagna subacquea non segnata sulle carte nautiche.

In quelle ore il bollettino della marina militare statunitense aveva dichiarato che: “il sottomarino stava operando nel Mar Cinese Meridionale, dove la Marina degli Stati Uniti ha cercato di contestare rivendicazioni territoriali della Cina su piccole isole, scogliere e affioramenti“.

La Marina statunitense aveva fatto sapere che stava esaminando l’entità del danno e indagando sull’incidente, precisando che il sottomarino era in condizioni sicure e stabili. “Il reattore nucleare e gli spazi della USS Connecticut non sono stati interessati e rimangono pienamente operativi“. Il sottomarino danneggiato si era poi diretto verso la base militare statunitense di Guam e 11 marinai risultarono feriti.

Quando il 2 ottobre era avvenuta la collisione, più di qualcuno aveva cercato di leggerla in un clima di sospetto contro la Cina. Un servizio della CNN riportava allora che “l’incidente è avvenuto mentre le tensioni tra gli Stati Uniti e la Cina sono aumentate a causa delle incursioni dell’esercito cinese nella zona di identificazione della difesa aerea di Taiwan”.

Secondo la CNN, il Connecticut operava nelle acque intorno al Mar Cinese Meridionale “mentre gli Stati Uniti e i suoi alleati stavano effettuando un’importante dimostrazione di forza multinazionale nella regione, guidata dal Carrier Strike Group 21 del Regno Unito“.

Le operazioni in corso hanno visto esercitazioni con navi di Stati Uniti, Regno Unito, Giappone, Australia, Canada e Paesi Bassi, comprese tre portaerei.

Sempre la CNN riferiva che 39 aerei militari cinesi, tra cui aerei da combattimento e da trasporto, erano entrati nello spazio aereo di Taiwan, costringendo l’aeronautica taiwanese a far decollare i jet e distribuire missili di difesa antiaerea.

Due giorni dopo, la Cina aveva inviato 56 aerei nello spazio aereo di Taiwan.

“Siamo molto preoccupati per la provocatoria attività militare della RPC vicino a Taiwan” – aveva detto ai giornalisti il ​​segretario di Stato americano Tony Blinken in una conferenza stampa – “Come abbiamo detto, l’attività è destabilizzante. Rischia di fare calcoli errati e ha il potenziale per minare la pace e la stabilità regionale. Pertanto, esortiamo vivamente Pechino a cessare la sua pressione e coercizione militare, diplomatica ed economica diretta a Taiwan“.

Un mese dopo, l’inchiesta interna ha stabilito invece che “l’USS Connecticut aveva colpito un monte sottomarino che non era segnalato sulle mappe mentre operava in acque internazionali nella regione indo-pacifica”.

Martedì scorso, la Cina aveva esortato gli Stati Uniti a “fornire dettagli” sull’incidente. Washington “non ha mai fornito una chiara spiegazione delle intenzioni del sottomarino nucleare, o la posizione precisa dell’incidente“, aveva riferito ai giornalisti il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin.

Wang, invitando gli Stati Uniti a “smettere” di inviare sottomarini nucleari nel Mar Cinese, altrimenti tali incidenti diventeranno “più frequenti“. Un modo per sottolineare che le montagne sottomarine cinesi sono sempre una rogna.

La Cina, come noto, rivendica quasi tutto il Mar Cinese Meridionale e vi ha costruito avamposti militari su piccole isole e atolli, mentre gli Stati Uniti e i loro alleati contestano questa disposizione cinese pattugliando regolarmente le acque della regione per affermare il loro “diritto alla libertà di navigazione”.

Ma forse sarebbe più onesto dichiarare che si tratta esclusivamente della “loro” libertà di navigazione.

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