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10/12/2021

Alleanza Nicaragua - Cina. Il no a Taiwan e un Canale strategico

Il governo del Nicaragua guidato dal leader sandinista Daniel Ortega, ha reso noto che riconosce la Cina come un unico Paese. “Il governo della Repubblica di Nicaragua dichiara di riconoscere che nel mondo esiste una sola Cina”, ha annunciato. “La Repubblica popolare cinese è l’unico governo legittimo che rappresenta tutta la Cina e Taiwan è parte inalienabile del territorio cinese”.

Finora il Nicaragua era fra i Paesi che avevano riconosciuto Taiwan come Stato indipendente. “Il governo della Repubblica del Nicaragua rompe da oggi le relazioni diplomatiche con Taiwan e cessa qualsiasi contatto o relazione ufficiale”, si legge invece in una dichiarazione del ministro degli Esteri, Denis Moncada. Adesso i paesi che nel mondo riconoscono Taiwan scendono solamente a 14, con grande scorno di Washington.

I rapporti fra Nicaragua e Cina o Taiwan sono stati intermittenti, ma dal 1990 – quando il Frente Sandinista fu sconfitto alle elezioni – il Nicaragua tornato in orbita statunitense si era schierato con Taiwan che aveva finanziato una trentina di progetti in agricoltura del valore fra i 30 milioni e i 50 milioni di dollari, secondo dati del governo nicaraguense.

Il Nicaragua, ha assunto la decisione di riconoscere la posizione della Cina in un momento in cui ha deciso di abbandonare l’Organizzazione degli Stati Americani – influenzata apertamente dagli USA – con un atto che entrerà in vigore nel novembre 2023.

Le delegazioni di Cina e Nicaragua si sono riunite a Tientsin, città portuale a circa 200 chilometri da Pechino, poche ore dopo che il paese centroamericano ha annunciato la rottura delle relazioni con Taiwan e il riconoscimento del principio territoriale di “una sola Cina”.

È nell’ordine delle cose che questo posizionamento del Nicaragua verso la Cina darà nuovo impulso al progetto del Canale Transoceanico alternativo a quello di Panama.

Nel giugno del 2013 il parlamento nicaraguense approvò un disegno di legge che attribuisce, con una concessione lunga 50 anni, la costruzione del Canale alla Cina e cioè alla “Hong Kong Nicaragua Canal Development Investment Company”. Una concessione rinnovabile per altri 50 anni dopo la concreta realizzazione dell’Opera e l’inizio della navigazione tra oceani. Ed è chiaro che un Canale di questa portata storica ed economica permetterebbe il passaggio alle più grandi navi del mondo, comprese le portacontainer di grandissima stazza che non possono transitare per il Canale di Panama.

Il Canale è un progetto di nuova navigazione tra il Mar dei Caraibi (Oceano Atlantico) e l’Oceano Pacifico, che dovrà attraversare il Nicaragua e risalire un corso fluviale sino al lago Nicaragua, per poi negli ultimi 10 chilometri tagliare l’istmo di Rivas, con un grande scavo a partire da Brito.

Si tratta di una nuova via marittima di gigantesca portata sul piano degli scambi commerciali e di interazione tra continenti e popoli, un progetto già pensato dalla Francia colonialista e poi a lungo elaborato dagli Stati Uniti, che vi rinunciarono quando acquisirono i diritti sul Canale di Panama nel 1904.

È Rolando Cruz, teologo della Liberazione nicaraguense a ricordare che: “I “nica”, oggi, sanno benissimo che la loro piccola frangia di terra che si affaccia su entrambi gli oceani sarà, a breve, il punto di interesse maggiore per l’economia mondiale. Lo sarà in virtù di un Canale che potrà cambiare il volto del mondo. E ciò rafforza la resistenza del popolo “nica”, la sua lotta per l’indipendenza e autonomia. E questa coscienza sfugge agli strateghi”.

Superfluo sottolineare come tutto questo a Washington scateni l'isteria del’establishment, che considera il Nicaragua parte del proprio “cortile di casa”. Prevedibile che la pressione e le ingerenze Usa contro Managua diventeranno irose e pesantissime.

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