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28/02/2022

Gli Usa provocano anche la Cina

Si vede subito chi ama la pace, smorza i toni e persegue un giusto equilibrio internazionale fondato sul diritto.

Mentre tutto il mondo guarda con giusta preoccupazione agli eventi in Ucraina, c’è chi pensa ad alzare la tensione dalla parte opposta del mondo.

Una nave da guerra statunitense ha infatti attraversato lo stretto di Taiwan, scatenando l’ira cinese che, in tutta risposta, ha inviato le sue forze per seguire e monitorare il transito del mezzo. Lo ha comunicato il Comando orientale dell’esercito cinese.

È piuttosto complicato, anche per uno sceneggiatore di Hollywood, riuscire a giustificare questa provocazione. Che, in termini militari, equivale a mandare un cacciatorpediniere – russo, cinese o di qualsiasi altro paese – davanti a New York o Washington.

Comunque la si pensi sullo status di Taiwan – isola cinese su cui si rifugiarono le residue truppe di Chang Kai Shek, più volte sconfitte dall’Esercito del Popolo guidato da Mao, nel 1949 – sicuramente il braccio di mare tra l’isola e la Cina non è di pertinenza statunitense.

Per chi invoca i “principi del diritto internazionale” dovrebbe essere scontato che fare una cosa del genere è una provocazione pura e semplice. Idiota quando il mondo è relativamente tranquillo, da folli quando già si balla sull’allerta nucleare per una guerra in Europa.

Ma gli Stati Uniti – con presidente democratico o repubblicano – sono fatti così: il mondo dovrebbe essere a loro disposizione, senza resistenze e senza interessi differenti.

“Il cacciatorpediniere lanciamissili statunitense USS Ralph Johnson (DDG-114) ha navigato nello Stretto di Taiwan il 26 febbraio. Il Comando orientale dell’esercito popolare di liberazione cinese (Pla) ha inviato le sue forze per seguire e monitorare il passaggio della nave da guerra americana nell’intero transito”, ha affermato, in una nota il colonnello Shi Yi, portavoce del comando del teatro orientale.

“È ipocrita e inutile che gli Stati Uniti conducano questa azione provocatoria nel tentativo di rafforzare le forze dell’indipendenza di Taiwan“, ha aggiunto.

Secondo la Settima Flotta Usa, invece, si tratterebbe di “un transito di routine attraverso le acque internazionali”. Così “di routine” che per la seconda volta nel 2022 la Marina americana decide di fare un’incursione del genere rivendicando una “libertà di navigazione” nelle acque del mar Cinese meridionale e orientale.

“Il transito della nave dimostra l’impegno degli Stati Uniti per un Indo-Pacifico libero e aperto”, ha detto il portavoce Nicholas Lingo, secondo cui “le forze armate Usa volano, navigano e operano ovunque il diritto internazionale lo consenta”.

L’avventurosa provocazione statunitense è avvenuta il giorno dopo che le marine statunitensi e giapponesi hanno dato “una massiccia dimostrazione di forza nel Mar delle Filippine”, mettendo insieme una flottiglia che includeva due portaerei della US Navy, due navi d’assalto anfibie statunitensi e un cacciatorpediniere giapponese per elicotteri, essenzialmente una piccola portaerei.

Anche due incrociatori missilistici statunitensi e cinque cacciatorpediniere facevano parte dell’esercitazione. Il Mar delle Filippine è l’area dell’Oceano Pacifico a est di Taiwan, tra l’isola autogovernata e i territori statunitensi di Guam e le Isole Marianne Settentrionali.

Non c’è molto altro da aggiungere. La pazzia che i media occidentali attribuiscono al solo Putin sembra essere molto diffusa tra gli inquilini della Casa Bianca.

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