di Alberto Negri - Quotidiano del Sud
La guerra per noi è già cominciata e ci sarà anche se tacessero le armi. Gli americani potrebbero anticipare le sanzioni alla Russia e mettere l’Europa, l’Italia e la Germania con le spalle al muro. Per questo la missione del presidente del consiglio Mario Draghi a Mosca sta diventando una questione di sopravvivenza della nostra economia, visto che Mosca fornisce il 30 per cento dei consumi e se il gas russo venisse sanzionato ci troveremmo di fronte a una situazione drammatica. Purtroppo il nostro maggiore alleato, gli Stati Uniti, sono, insieme alle mosse guerresche di Putin, il nostro killer. Washington sta usando questa crisi ucraina per mandare due messaggi all’Unione europea.
I due messaggi degli Usa all’Europa
Il primo è che i Paesi della Nato devono cominciare a pagare di più la Nato per la propria sicurezza. Il secondo è che l’Europa non deve più dipendere del gas russo, cosa più facile a dirsi che a farsi. Anzi, un obiettivo per il momento impossibile. Questo significa che la guerra alla Russia è anche una guerra all’Europa. Ed è un’ottima occasione per gli americani di mettere gli alleati europei al tappeto.
Questo avverrà con le sanzioni che Washington potrebbe imporre anche se non ci fosse una guerra. Così come chiede il governo ucraino, in mano a personaggi ormai obnubilati dalla paura e che, in caso di invasione russa, non avrebbero niente da perdere, oltre ovviamente alla libertà e alla propria sovranità. Anzi, perderebbero meno degli europei e degli italiani perché il gas Putin glielo passerebbe comunque, così come del resto ha fatto in questi anni. Ecco in che mani siamo. A Monaco la vice presidente Usa Kamala Harris ha detto: «Stiamo parlando del potenziale di una guerra in Europa. Sono passati più di 70 anni, e in questi 70 anni c’è stata pace e sicurezza».
La Harris non sa niente – o fa finta di non sapere – della guerra in Jugoslavia, dei bombardamenti Usa e Nato a Belgrado del ’99, di centinaia di migliaia di morti nel cuore del continente, di milioni di profughi, di un Paese come la Jugoslavia dissolto che è ancora oggi un problema.
Perché le sanzioni sono ineludibili
Ma la Harris ha detto cose anche peggiori. «Non negherei all’Italia di avere le proprie preoccupazioni, lo facciamo tutti, fa parte di questo processo» ha affermato la vicepresidente degli Stati Uniti, riferendosi ai timori di Draghi sulla composizione delle sanzioni da applicare alla Russia.
Proviamo a tradurre quello che dice questa ignorante che è anche un po’ una mezza criminale. La Harris ci sta informando che le sanzioni sul gas arriveranno comunque e che il riconoscimento del ruolo attivo che l’Italia gioca al tavolo della trattativa tra gli Stati Uniti e l’Europa non è sufficiente.
Sapete come arriveranno le sanzioni e perché sono ineludibili? Perché gli Usa imporranno sanzioni finanziarie e anche se Mosca e gli europei riuscissero ad aggirarle peseranno come un macigno. Lo hanno già fatto con l’Iran. Le banche europee avevano trovato il modo di effettuare i pagamenti con Teheran, ma gli Usa sono intervenuti mettendo nella lista nera del Tesoro tutte le banche, le istituzioni e le aziende che effettuavano transazioni con l’Iran. Messe in lista nera queste entità non possono più fare transazioni con gli Stati Uniti e denominate in dollari: questo significa che nessuno osa sfidarle. Ovviamente queste cose Draghi le conosce bene.
I rischi geopolitici
Un piccolo dettaglio. L’Iran ha le seconde riserve al mondo di gas e tra le maggiori di oro nero, ma noi qui in Europa non possiamo più contare sulle sue riserve energetiche perché Teheran è ancora sotto sanzioni. Per questo, se ci venisse a mancare anche il gas russo, la situazione diventerebbe disastrosa, con rifornimenti incerti e prezzi alle stelle.
La quantificazione dei rischi geopolitici di cui ha parlato anche Draghi le ha fatte Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia. «Se si arrivasse alla guerra tra la Russia e l’Ucraina (ma anche a sanzioni, ndr), con una contestuale stretta delle forniture di gas da parte di Putin – ha dichiarato Tabarelli – torneremmo subito al 22 dicembre. Anzi, il prezzo del gas potrebbe salire anche a 200 euro per megawattora». Altro che bollette salate, qui bisognerà razionare l’energia per far funzionare, a singhiozzo, tutto il sistema.
Le parole al miele di Razov
La Russia è ancora oggi il nostro principale fornitore di gas, il gas che proviene dalla Russia passa in Ucraina, Slovacchia e Austria attraverso il gasdotto Tag (Trans Austria Gas), uno snodo essenziale della rete che arriva al confine italiano al Tarvisio. La maggior parte del gas che importiamo proviene dalla Russia, poco meno del 30%, anche se nel 2021 abbiamo avuto un incremento delle importazioni provenienti dall’Algeria e, con la messa in funzione del Tap (Trans Adriatic Pipeline), dall’Azerbaijan (poca roba).
L’ambasciatore russo in Italia Razov ha sottolineato come nel 2021 la Russia abbia fornito all’Italia 22,8 miliardi di metri cubi di gas, 2 miliardi in più di quelli forniti nel 2020. Poi ha ribadito che il nostro Paese è «un partner strategico» e che è apprezzata la posizione moderata dell’Italia nelle vicende legate all’Ucraina. Ma forse queste parole mielate non basteranno a garantirci il gas russo, perché è proprio a questo cui puntano gli Stati Uniti: vietare le forniture energetiche da Mosca. Il resto sono tutte chiacchiere da bar.
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