Una prima rassegna di notizie da varie fonti sulla situazione in Ucraina e le reazioni internazionali.
La guerra è arrivata intorno a Kiev
L’emittente televisiva pubblica ucraina ha annunciato intorno alle 8:20 ora locale (le 7:20 in Italia) un’allerta aerea nella capitale Kiev in seguito ad attacchi missilistici russi. Kiev nella notte è stata colpita da missili comunica un consigliere del ministero degli Interni ucraino. L’equipe della Cnn sul campo ha riferito di aver sentito due forti esplosioni nel centro di Kiev e una terza in lontananza. La notizia è stata confermata anche dall’agenzia russa Interfax. Risultano colpiti anche dei palazzi civili. I media ucraini scrivono che i frammenti di un aereo russo, presumibilmente un drone, e una serie di missili sono stati intercettati e sono caduti su due edifici residenziali.
Combattimenti sono in corso da stamattina a nord della capitale, in due località che si trovano rispettivamente a 45 e 80 chilometri da Kiev, Dymer e Ivankiv. Secondo la Cnn le forze meccanizzate russe che erano entrate in Ucraina attraverso la Bielorussia si troverebbero a circa 20 miglia (32 chilometri) da Kiev. Un secondo contingente, entrato in Ucraina dalla Russia, sarebbe un po’ più distante ma sempre in movimento verso Kiev con l’obiettivo di circondare la città. Il presidente ucraino Zelensky ha fornito un bilancio provvisorio delle perdite umane, parlando “di 137 morti ucraini, fra civili e militari, e circa 50 invasori russi”. Sui numeri non ci sono comunque conferme da fonti indipendenti scrive l’Ansa.
Dopo il caso della diserzione di un pilota militare ucraino rifugiatosi ieri con il suo aereo in Romania, il ministero della Difesa russo afferma che nella provincia di Nikolaevsk 11 soldati della 53a brigata tecnica ucraina si sono arresi ed hanno richiesto un corridoio verso le Repubbliche del Donbass. Casi analoghi vengono segnalati in una delle unità della 36a brigata della fanteria di marina ucraina e nel distretto dell’isola Zmeyniy (regione di Odessa) dove avrebbero deposto le armi e si sono arresi 82 soldati ucraini, ai quali verrà chiesto di firmare un documento di rinuncia al combattimento, dopo di che potranno tornare a casa.
Le reazioni della Nato
La NATO ha reso pubblico il dispiegamento di ulteriori forze militari terrestri, aeree e navali nei paesi del fianco est dell’Alleanza e che adotterà ulteriori misure per rafforzare la sua deterrenza e difesa in tutta la NATO. L’Alleanza creerà unità d’attacco nel suo fianco orientale, come negli Stati baltici. La Slovacchia ha già dato il suo consenso.
Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha dichiarato che su richiesta della Polonia e della Romania, l’Alleanza ha tenuto consultazioni ai sensi del suo articolo 4, in base al quale la NATO può essere riunita se qualcuno dei suoi membri teme che la sua sicurezza sia minacciata. L’Alleanza ha avvertito che “l’azione della Russia è una seria minaccia alla sicurezza euroatlantica”. Ma Stoltemberg ha anche ammesso che “L’Ucraina è un partner di valore, ma non abbiamo truppe e non abbiamo piani di inviare truppe in Ucraina”.
Le sanzioni europee e il no della Cina
Il vertice straordinario del Consiglio Europeo sulla guerra in Ucraina si è concluso nella notte dopo sei ore di discussione. La presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen ha esposto le sanzioni contro la Russia concordate dai leader della Ue riguardanti cinque settori, che comprendono quello finanziario, l’energia (la raffinazione del petrolio), i trasporti, la tecnologia e i visti.
“Abbiamo dato mandato alla Commissione europea di cominciare a lavorare su misure per ammortizzare l’impatto economico che le sanzioni avranno anche sull’economia europea” ha detto il premier spagnolo, Pedro Sanchez, al termine del Consiglio europeo, sottolineando la necessità di una “profonda revisione del mercato energetico in Europa”, perché questa crisi ha un “impatto sul settore energetico del nostro Paese e del nostro continente”.
Ma un duro attacco ad alcuni paesi della Ue (tra cui l’Italia) arriva da un alto esponente politico polacco: “In questa guerra tutto è reale: la follia e la crudeltà di Putin, le vittime ucraine, le bombe che cadono su Kiev. Solo le vostre sanzioni sono fittizie. Quei governi dell’Ue, che hanno bloccato decisioni difficili (es. Germania, Ungheria, Italia) hanno perso l’onore”. Lo scrive in un tweet l’ex presidente del Consiglio Europeo e attuale presidente del Partito popolare europeo (Ppe), Donald Tusk.
La Cina invece “si oppone a qualsiasi sanzione illegale che leda i diritti e gli interessi legittimi della Russia”. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, secondo cui “gli Stati Uniti hanno imposto più di 100 sanzioni alla Russia dal 2011, che sono risultati strumenti non fondamentali ed efficaci per risolvere i problemi”.
Colloqui Russia-Cina
Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e il ministro degli Esteri cinese Wang Yi si sono incontrati ieri ed hanno discusso della situazione dell’Ucraina. I Ministri hanno espresso il loro parere comune secondo cui l’attuale crisi è stata causata dal rifiuto di Kiev – incoraggiato dagli Stati Uniti e dai suoi alleati – all’attuazione del pacchetto di misure di Minsk, approvato dal Consiglio di sicurezza dell’ONU. Hanno anche “sottolineato che Russia e Cina insistono sul fatto che tutti gli stati devono rispettare il principio della sicurezza indivisibile”. Il ministero degli Esteri russo ha osservato che le parti hanno discusso dell’attuazione degli accordi raggiunti ai massimi livelli il 4 febbraio (in occasione della visita di Putin a Pechino).
Riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dovrà esprimersi su una risoluzione di condanna delle operazioni militari intraprese dalla Russia in territorio ucraino. Lo riferisce la stampa statunitense, al culmine di 24 ore di negoziati a New York tra i Paesi membri del Consiglio. La risoluzione includerà la richiesta di un ritiro immediato delle truppe russe dal territorio ucraino. Il voto è stato calendarizzato dagli Stati Uniti, e si scontrerà quasi certamente col veto della Russia. Entro pochi giorni la medesima risoluzione verrà votata anche dai 193 membri dell’Assemblea generale Onu. Resta un’incognita, per il momento, la posizione che assumeranno paesi come Cina, India ed Emirati Arabi Uniti: Pechino ha rifiutato di definire le operazioni militari russe in Ucraina una “invasione”, mentre India ed Emirati Arabi hanno evitato condanne esplicite nei confronti di Mosca.
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