Secondo il quotidiano tedesco Handesblatt, il colosso industriale tedesco Thyssenkrupp avrebbe avviato i contatti con diversi gruppi industriali europei per verificare il loro interesse a una fusione con la propria divisione per la cantieristica navale, Thyssenkrupp Marine Systems (Tkms). A riferirne in Italia è l’agenzia Nova.
Tra queste imprese vi sarebbero l’italiana Fincantieri, la francese Naval Group e la svedese Saab. Negli ultimi anni, Thyssenkrupp ha negoziato ripetutamente con i concorrenti una partecipazione in Tkms, il cui valore è stimato da 1 a 2 miliardi di euro.
Secondo la Reuters, la trattativa riguardava l’avvio di una joint venture al fine di creare un campione europeo con vendite combinate di 3,4 miliardi di euro. In quello scenario Fincantieri avrebbe apportato le sue attività della Difesa per un fatturato pari a 1,5 miliardi di euro nel 2019.
Sia Thyssenkrupp che Deutsche Bank, che svolge attività di consulenza per il gruppo in merito agli sviluppi di Tkms, hanno rifiutato di commentare le indiscrezioni di Handelsblatt. In particolare, Thyssenkrupp ha fatto riferimento alle recenti dichiarazioni del consiglio di amministrazione, secondo cui “tutte le opzioni sono aperte” per Tkms, dal renderla un’azienda indipendenti a farne oggetto di un partenariato. Tuttavia, come evidenzia Handelsblatt, i piani per una partnership hanno “la priorità” e, secondo fonti nei circoli finanziari tedeschi, “una vendita completa di Tkms è l’obiettivo a lungo termine”. A ogni modo, “la vendita di una quota, se possibile di maggioranza, è più realistica”. Thyssenkrupp potrebbe cedere la quota rimanente in una seconda fase e, in futuro, “è ipotizzabile anche un’offerta pubblica iniziale” per Tkms.
Secondo Startmag dopo i rumors del 2020, l’anno scorso si è tornato a parlare di manovre industriali italo-tedesche nel settore Difesa.
Dopo aver perfezionato l’acquisizione del 25,1% di Hensoldt, una società tedesca di elettronica della difesa, Leonardo sta cercando di vendere le due controllate di armamenti terrestri e navali Oto Melara e Wass. E tra gli offerenti ci sono il consorzio franco-tedesco Knds da una parte e il colosso nazionale della cantieristica Fincantieri dall’altra. Sullo sfondo, anche l’interesse di un altro player tedesco: Rheinmetall.
Nova rammenta come le precedenti trattative su una collaborazione tra Tkms, Fincantieri e il conglomerato tedesco per la difesa Rheinmetall non sono andate in porto perché “i partner non sono riusciti a concordare la divisione delle attività commerciali”. Ma nelle ultime settimane, Thyssenkrupp ha deciso di “avviare un nuovo tentativo”, mentre a Berlino esponenti politici criticano la possibile vendita di Tkms all’estero, preoccupati per il futuro della Marina federale, “una delle poche armi in cui la Germania ha una posizione di guida”. Infine, all’interno di Thyssenkrupp vi sarebbe scetticismo in merito a una vendita o un partenariato di Tkms con Naval Group o Saab, mentre una “fusione alla pari con Fincantieri è possibile”.
Dunque sta procedendo, magari lontano dai riflettori e dal dibattito pubblico, il processo di concentrazione tra i gruppi industriali dei vari paesi della Ue per dare vita ai “campioni europei” adeguati alla competizione globale, un progetto ritenuto centrale e ben finanziato in nome dell’ambizione all’autonomia strategica europea.
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