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08/02/2022

Italia - Pfizer licenzia 210 lavoratori a Catania

Nonostante la sua posizione di leader nel mercato farmaceutico, nonostante i 51 miliardi che ha guadagnato in un solo anno e che continua a guadagnare dai vaccini contro il Covid, il 3 febbraio scorso Pfizer ha annunciato 130 licenziamenti e 80 mancati rinnovi nel suo stabilimento di Catania!

L’azienda farmaceutica statunitense ha annunciato 130 esuberi per i dipendenti a tempo indeterminato del sito catanese. Inoltre ha comunicato che a fine febbraio non verrà rinnovato il contratto a 50 dipendenti della società di lavoro interinale Ramstad, che lavorano per Pfizer, e il congelamento di altre 60 posizioni in attesa dell’arrivo di un nuovo macchinario in seguito al quale le unità verranno ridotte a 30.

Lo stabilimento di Pfizer a Catania è specializzato nella produzione di antibiotici parenterali di prima linea per uso ospedaliero, penicillinici e non penicillinici, e occupa circa 800 dipendenti, ai quali si aggiungono altri 200 nell’indotto.

La motivazione ufficiale di Pfizer è che si tratta di “una misura dovuta alla rivalutazione periodica delle attività delle proprie sedi in tutto il mondo al fine di garantire la continuità nella produzione dei farmaci secondo elevati standard di efficienza e sicurezza”.

Non si tratta però dei primi licenziamenti Pfizer in Italia. Nei prossimi giorni Pfizer darà indicazioni sulle mansioni che considera in esubero e, secondo alcune indiscrezioni, proporrà un trasferimento dei dipendenti nella sede di Ascoli Piceno, dove da alcuni giorni è iniziato il confezionamento dell’antivirale contro Covid-19 Paxlovid.

Ma anche dallo stabilimento di Ascoli la stessa Pfizer a dicembre 2020 aveva messo fuori decine di lavoratori delle aziende interinali che lavoravano per lei. In questo caso lavoratrici e lavoratori erano stati “presi in affitto”, come a Catania, tramite società come Ramstad e Adecco.

L’Usb ad Ascoli aveva chiesta l’immediata revoca con riammissione al lavoro di una parte dei lavoratori già mandati a casa. Figlio della Legge 30 del 2003, la quale ha introdotto le forme contrattuali che negli anni hanno devastato e precarizzato il mondo del lavoro, lo Staff Leasing è il fiore all’occhiello della precarizzazione poiché, in maniera subdola, porta con sé l’illusione del tempo indeterminato.

Inizialmente poco utilizzato, lo Staff Leasing è stato rispolverato dalla classe padronale recentemente, con l’avallo delle Agenzie di Somministrazione, per arginare ed eludere alcune norme di legge più stringenti sull’utilizzo dei lavoratori a tempo determinato.

“Non c’è certo da stupirsi vista l’avidità di una multinazionale che ha aumentato il prezzo dei suoi vaccini nel bel mezzo di una pandemia globale e che, con l’appoggio dei governi degli stati più ricchi, Italia in testa, si è più volte espressa contro l’abolizione o la sospensione temporanea dei brevetti sui vaccini, disinteressandosi quindi delle persone dei paesi che non possono permettersi di acquistare le dosi per tutti i propri cittadini, ma anche del superamento stesso della pandemia in tutto il mondo, aumentando il rischio di nuove varianti”, denuncia Potere al Popolo in un comunicato.

“C’è un problema enorme nel nostro paese, in cui le multinazionali, con la complicità dei governi che si sono susseguiti, fanno quello che vogliono sulla pelle di lavoratrici e lavoratori senza che nessuno a livello istituzionale intervenga”, sottolinea Potere al Popolo ribadendo che: “Noi esprimiamo la massima solidarietà nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici e a Catania sosterremo qualsiasi mobilitazione verrà organizzata per opporsi ai licenziamenti”.

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