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02/04/2022

Guerra in Ucraina - I negoziati tornano in salita. Su sanzioni alla Russia e armamenti a Kiev gli Usa puntano all’escalation

Il fronte militare

Gli aeroporti di alcune città dell’Ucraina centro-orientale, come Poltava e Dnipro, sono stati colpiti da missili durante la notte e questa mattina. Lo ha fatto sapere il governatore della regione, Dmitry Lunin. A Odessa le forze russe hanno colpito con tre missili balistici Iskander partiti dalla Crimea un distretto della regione. Il governatore regionale, il colonnello Maxim Marchenko, ha confermato che ci sono vittime.

Secondo l’intelligence del ministero della Difesa britannico, a Kiev i soldati russi si sarebbero ritirati dall’aeroporto di Hostomel, uno dei primi obiettivi militari conquistati all’inizio dell’invasione, lo scorso febbraio. Sul fronte sud, invece, secondo fonti russe le unità armate della Repubbica popolare di Donetsk hanno conquistato la maggior parte di Novobakhmutovka, centro della regione, e stanno combattendo le forze della 25/ma brigata aerea ucraina in ritirata.

A Mariupol,secondo fonti delle Repubbliche del Donbass, le truppe della DNR e russe continuano a spingere le forze ucraine dal centro della città verso la riva del Mar d’Azov. I combattimenti avvengono blocco dopo blocco, anche con l’uso di artiglieria lungo alcune strade, mentre in altre si svolgono feroci scontri a fuoco con armi leggere. La Casa della Cultura, semidistrutta nel centro della città, è stata occupata dalle milizie della Repubblica di Donetsk

Intanto la Russia, dopo il raid ucraino sui depositi di carburante a Rogorod, ha fatto sapere che rafforzerà il suo fianco occidentale in modo da scoraggiare eventuali attacchi. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, ha spiegato che il presidente russo Putin ha ordinato ai militari di rafforzare i confini occidentali in modo che nessuno mai pensi di lanciare un’incursione oltre i confini della Russia, riferisce l’agenzia Reuters.

Peskov, ha riferito di non ben specificate nazioni che stanno rafforzando il loro potenziale militare proprio vicino al confine occidentale russo. Il riferimento è probabilmente alla Repubbliche Baltiche che fanno parte della Nato. Del resto il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale dell’Ucraina aveva negato le accuse di Mosca secondo cui due elicotteri d’assalto ucraini avrebbero colpito il deposito a Belgorod. Tra le ipotesi prese in esame c’è anche quella di una operazione ideata e realizzata da forze Nato situate e ridosso dei confini russi, in particolare le Repubbliche Baltiche.

Zelenski, intanto, registra qualche problema tra i suoi comandanti militari. Dopo la misteriosa morte di uno dei negoziatori ucraini qualche settimana fa, due giorni fa il presidente aveva rimosso due generali in quanto “traditori”. È di oggi la notizia che un generale riservista del Servizio di sicurezza ucraino (SBU) è stato arrestato mentre cercava di fuggire in Ungheria: lo si legge sulla testata Ukrinform. Secondo l’Ufficio investigativo statale citato da Ukrinform, l’alto ufficiale ha utilizzato documenti falsi per attraversare il confine a Tisza in Transcarpazia; in particolare, ha mostrato una certificazione di inidoneità al servizio militare e si e’ retrocesso di grado. Dall’inizio dell’invasione russa lo scorso 24 febbraio in Ucraina è in vigore la legge marziale.

Corridoi umanitari

Una colonna di autobus che trasportavano sfollati, tra cui alcuni degli abitanti della città portuale assediata di Mariupol, nel sud-est dell’Ucraina, è arrivata a Zaporizhzhia, città controllata dall’esercito di Kiev. A bordo c’erano anche i residenti di Mariupol che erano riusciti a raggiungere la città di Berdiansk, occupata dalle forze russe. Per oggi è previsto un nuovo tentativo da parte della Croce rossa internazionale di avviare una missione per evacuare i civili rimasti a Mariupol con un convoglio di 54 tra bus e veicoli ucraini. Secondo le autorità locali, ci sarebbero ancora 160 mila persone dentro l’area urbana.

Negoziati in salita

Appaiono in salita i negoziati per arrivare ad una tregua nella guerra in Ucraina. “Oltre alla vittoria, il popolo ucraino non accetterà nessun risultato” ha affermato il presidente ucraino Zelensky in un’intervista a Fox News. Appare evidente che la strada dei negoziati torni in salita, con l’Ucraina apertamente sobillata da Usa e Polonia a non trattare con la Russia. “Mentre Mariupol affronta un assalto russo, la speranza per i negoziati diventa confusa”, scrive il Washington Post. Perché, “la Russia sta cercando di rivendicare la sua prima vittoria strategica nella guerra nella città portuale ucraina” e intanto “ci sono ragioni per credere che i russi e gli ucraini siano ancora distanti su una serie di questioni importanti”.

“Qualcuno sembra interessato a sabotare la vigilia delle già difficili trattative tra russi e ucraini, alla ricerca di un modo per mettere fine alla guerra” scrive anche il Sole 24 Ore.

Insistere sulla promozione dei colloqui di pace, prevenire una crisi umanitaria più ampia, costruire una pace duratura in Europa ed Eurasia, e prevenire il diffondersi dei conflitti regionali: sono le quattro proposte del presidente cinese Xi Jinping per risolvere la guerra tra Ucraina e Russia presentate nel summit con l’UE. "La Cina non elude deliberatamente le sanzioni contro la Russia ma ha scambi commerciali regolari con Mosca che contribuiscono all’economia globale”. Lo ha dichiarato il direttore del dipartimento per gli Affari europei del ministero degli Esteri cinese, Wang Lutong, in un punto stampa all’indomani del vertice tra UE e Cina. “È opinione diffusa che quando si affrontano le questioni delle crisi regionali e internazionali, la guerra e le sanzioni non siano le uniche opzioni e il dialogo e la negoziazione siano la via d’uscita fondamentale” ha ribadito il ministro degli esteri cinese.

Gli Usa aumentano le forniture militari all’Ucraina

Con una decisione unilaterale, il Pentagono ha notificato al Congresso lo stanziamento di altri 300 milioni di dollari in aiuti militari destinati all’Ucraina, per potenziare la difesa contro la Russia. Lo ha annunciato il portavoce della Difesa, John Kirby. Nel pacchetto sono inclusi, tra gli altri, sistemi missilistici a guida laser, sistemi di contraerea, blindati, visori notturni e a sistema termico. Con questo nuovo stanziamento, gli Stati Uniti hanno destinato all’Ucraina più di 2,3 miliardi di dollari in assistenza militare. “Gli Usa – ha spiegato Kirby – continueranno a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per aiutare le forze armate ucraine a contrastare l’aggressione russa”.

L’amministrazione Biden, inoltre, lavorerà con gli alleati per trasferire agli ucraini tank di fabbricazione sovietica da impiegare nel Donbass: lo scrive il New York Times, citando un ufficiale americano e sottolineando che è la prima volta che gli Usa inviano carri armati in Ucraina dall’inizio della guerra. La decisione statunitense di agire come intermediario per sostenere il trasferimento dei carri armati di fabbricazione sovietica, che le truppe ucraine sanno come usare, arriva in risposta a una richiesta del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. È la prima volta, da quando è scoppiata la guerra, che gli Stati Uniti intraprendono un’iniziativa per sostenere la fornitura di carri armati.

L’ambasciatore russo in Italia ha paragonato le forniture di armi a Kiev allo spegnere “il fuoco con il cherosene. La decisione di Roma introduce negatività”.

La UE fa saltare l’accordo sul pagamento del gas russo. Si va al testa a testa

L’UE ha deciso di andare al muro contro muro sulla richiesta avanzata da Mosca di pagare il gas in rubli, e dopo una riunione del G7 (quindi con gli Usa) ha invitato le aziende importatrici a non piegarsi alle richieste del Cremlino. “Il 97% dei contratti in questione prevede esplicitamente il pagamento in euro o dollari” ha detto un portavoce della Commissione europea. E dunque “Le aziende con tali contratti non dovrebbero aderire alle richieste russe”.

A spingere la UE su una linea oltranzista è stata la riunione con i partner del G7 (tra questi Usa e Gran Bretagna), secondo cui il meccanismo elaborato dal Cremlino sembrava un compromesso che avrebbe potuto salvare la faccia sia a Putin che ai Paesi importatori di gas, lasciando alle banche l’onere di cambiare gli euro del gas in rubli.

Il meccanismo proposto dalla Russia, avrebbe intaccato la compattezza tra gli stati europei e Washington e sconfessato il G7, che appena quattro giorni fa aveva definito “inaccettabile” la “chiara violazione unilaterale dei contratti esistenti” imposta dal Cremlino. Gazprom ha iniziato a notificare alle società importatrici il nuovo meccanismo e rassicurato che i flussi proseguiranno, visto che le consegne attuali vanno pagate non prima di fine mese. “Abbiamo ricevuto la comunicazione da parte di Gazprom e la stiamo analizzando” si è limitata a comunicare l’Eni.

Finora le consegne di gas di Gazprom per Italia, Turchia e Polonia sono state superiori a un anno fa. Prima della bellicosa dichiarazione della UE, il clima distensivo aveva contribuito a una netta diminuzione delle quotazioni del gas ad Amsterdam, -10,9% a 112 euro al megawattora, nonostante un andamento a singhiozzo dei flussi di gas attraverso il gasdotto Yamal. Più del prezzo del gas, tuttavia, è stato l’andamento del rublo a confermare la valenza politica della mossa di Putin: scambiato a 86 rubli per un dollaro, aveva azzerato il crollo delle prime settimane della guerra, allontanando una pericolosa spirale inflazionistica.

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