Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

19/09/2023

Stop dell’Arabia Saudita alla “normalizzazione” dei rapporti con Israele

L’Arabia Saudita ha informato l’amministrazione Biden della sua decisione di interrompere tutti i colloqui per la “normalizzazione delle relazioni con Israele“. A riferirne è l’agenzia di stampa araba Elaph citando un funzionario israeliano e ripresa dal giornale israeliano Jerusalem Post.

Secondo l’agenzia, Riad ha inviato un messaggio attraverso gli Stati Uniti, spiegando che la natura “estremista” del governo di destra israeliano guidato dal Primo Ministro Benjamin Netanyahu sta “silurando qualsiasi possibilità di riavvicinamento con i palestinesi, e quindi con i sauditi“, come riporta Elaph.

L’articolo specifica che l’Arabia Saudita è stata scoraggiata da un potenziale accordo di pace a causa dell'”accettazione” da parte di Netanyahu delle richieste avanzate da personaggi come il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir e il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, che i sauditi considerano di “estrema destra“.

La posizione saudita sottolinea l’insistenza dei ministri israeliani di estrema destra Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich sul fatto che Tel Aviv non può fare alcuna concessione ai palestinesi.

Secondo l’agenzia Elaph, Israele era “confusa da questa posizione poiché molti esperti e ministri, compreso il primo ministro israeliano, erano convinti che l’Arabia Saudita avrebbe normalizzato le relazioni senza collegare l’accordo alla questione palestinese”.

Inoltre, secondo quanto riporta il Palestine Chronicle, l’irritazione saudita è dovuta anche al fatto che “il ministro israeliano degli Affari strategici, Ron Dermer, aveva fatto trapelare notizie inventate al quotidiano americano The Wall Street Journal” riguardanti “incontri segreti tra il principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman e il primo ministro (israeliano) Benjamin Netanyahu”.

La scorsa settimana, il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato che l’Arabia Saudita aveva informato l’amministrazione Biden che la risoluzione della questione palestinese è fondamentale per qualsiasi accordo di normalizzazione con Israele.

Cinque giorni fa in Arabia Saudita era arrivata una delegazione palestinese guidata dal presidente dell’Olp, Hussein al-Sheikh, dal capo della sicurezza palestinese, Majed Faraj, e dal consigliere diplomatico del presidente Abu Mazen, Majdi al-Khalidi.

In quella sede le autorità di Riad avevano confermato che l’Arabia Saudita “non abbandonerà” la causa palestinese mentre sta negoziando con gli Usa su un possibile accordo di normalizzazione dei rapporti con Israele. Una presa di posizione ribadita dai responsabili sauditi, compreso il ministro degli esteri Faisal bin Farhan, negli incontri avuti con la delegazione palestinese.

Ma l’iniziativa diplomatica sulla questione palestinese e la guerra con Israele si sta muovendo anche in direzioni diverse dalla visione bilaterale che gli Usa vorrebbero imporre attraverso la firma dei cosiddetti “Accordi di Abramo”.

L’Arabia Saudita, l’Unione Europea, la Lega Araba ed altri partner internazionali hanno presentato un’iniziativa volta a incentivare Israele e l’Autorità Palestinese a trovare un accordo di pace.

Il “Peace Day Effort” è stato presentato ieri nel corso di un evento al margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York.

I Paesi partecipanti, appartenenti a tre gruppi di lavoro, avranno il compito di elaborare i contenuti di un “pacchetto di sostegno alla pace“, che sarà presentato a Israele e all’Autorità palestinese al momento della firma di un futuro accordo di pace.

I gruppi di lavoro discuteranno e avanzeranno proposte sui possibili meccanismi in materia di cooperazione regionale, politica e di sicurezza in tempo di pace.

Un secondo gruppo di lavoro svilupperà proposte per la cooperazione economica in aree come il commercio, gli investimenti, l’innovazione, i trasporti, le risorse naturali e l’ambiente.

Infine il terzo gruppo di lavoro svilupperà proposte per la cooperazione in questioni umanitarie, interculturali e di sicurezza umana.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento