Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

28/11/2023

La BCE stupita per gli effetti destabilizzanti delle sue decisioni...

di Guido Salerno Aletta

Prima abbassa i tassi di interesse, portandoli "a zero" e "sottozero", per invogliare famiglie ed imprese ad indebitarsi per ravvivare il ciclo economico depresso dalla pandemia. Poi, contrasta l'inflazione somministrando il curaro all'economia per paralizzarla, alzando di continuo i tassi e drenando liquidità dalle banche.

Infine, si meraviglia dei danni che queste azioni hanno inferto e dei gravi pericoli che incombono.

Il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos, mette le mani avanti: "È fondamentale rimanere vigili mentre l'economia passa a un contesto di tassi di interesse più elevati abbinati a crescenti incertezze e tensioni geopolitiche".

Di seguito, i passi più salienti del comunicato stampa diramato il 22 novembre, che sintetizza il contenuto del Financial Stability Report:

- "L'impatto completo delle condizioni finanziarie più restrittive sull'economia reale non è ancora avvertito": il peggio deve ancora arrivare!

- "L'aumento dei costi di indebitamento e del servizio del debito metterà sempre più alla prova la resilienza delle famiglie, delle imprese e dei governi dell'area euro": le famiglie troveranno sempre più in difficoltà a pagare le rate di prestiti e mutui, così imprese, e pure i governi a causa degli alti interessi da offrire al rinnovo dei titoli del debito pubblico e per piazzare le nuove emissioni nette.

- "Le banche dell'area euro vedono un beneficio in termini di redditività derivante dall'aumento dei tassi di interesse, ma si trovano ad affrontare ostacoli derivanti dall'aumento dei costi di finanziamento, dal peggioramento della qualità degli asset e dalla riduzione dei volumi di prestito" ... "Allo stesso tempo, devono far fronte a venti contrari provenienti da tre fonti principali. In primo luogo, si prevede che i loro costi di finanziamento aumenteranno man mano che trasferiranno gradualmente tassi di interesse più elevati ai depositanti e la composizione dei loro finanziamenti si sposterà dai depositi overnight verso depositi a termine o obbligazioni più costosi. In secondo luogo, è probabile che la qualità degli attivi bancari risenta di una combinazione di maggiori costi del servizio del debito e di un contesto macroeconomico debole. In terzo luogo, la redditività delle banche dovrà far fronte a un sostanziale calo dei volumi di prestito derivante da tassi di prestito più elevati abbinati a una minore domanda di prestiti e a standard di credito più rigorosi". Più chiara di così, la Bce non avrebbe potuto essere: i mega profitti registrati quest'anno dalle banche rappresentano solo la faccia in vista della medaglia, visto che a fronte dei maggiori ricavi che stanno incamerando per via dei tassi più elevati, devono mettere in conto la prospettiva di maggiori costi su depositi, il pericolo di perdite sugli impieghi e la riduzione del volume di affari. Un bel pasticcio, non c'è che dire!

Ma non finisce qui: il settore immobiliare è già in crisi.

Il Comunicato prosegue così:
"Sia i settori finanziari che quelli non finanziari potrebbero dover affrontare sfide future man mano che questi costi aumenteranno. Questo effetto è già visibile nei mercati immobiliari dell'area euro, che stanno attraversando una fase di recessione. Nei mercati immobiliari residenziali, il calo dei prezzi è stato determinato dal deterioramento dell'accessibilità economica dovuto all'aumento dei costi di finanziamento dei mutui ipotecari. Nei mercati immobiliari commerciali, gli effetti dell'aumento dei costi di finanziamento sono stati rafforzati dalla domanda strutturalmente inferiore di uffici e immobili commerciali a seguito della pandemia".
Detto semplicemente: gli alti tassi di interesse praticati sui nuovi mutui hanno già abbattuto sia la dinamica delle vendite di immobili per abitazione sia i loro prezzi di mercato, mentre il forte rallentamento del ciclo economico ha ridotto sia la redditività degli affitti che il valore degli immobili adibiti ad attività commerciali. Gli effetti dello "smartworking" si stanno dimostrando duraturi nella riduzione della richiesta di spazi per uffici.

Se già l'inflazione dei prezzi al consumo riduce il reddito reale delle famiglie e dunque le disponibilità, l'aumento dei tassi di interesse che viene applicato ai prestiti correnti ed ai mutui contratti a tasso variabile sta penalizzando le fasce più deboli della popolazione.

E, naturalmente, vengono colpite soprattutto le imprese che si erano indebitate per fare investimenti, approfittando dei tassi bassissimi che erano stati decisi dalla Bce per far riprendere lena all'economia contrastando così la recessione causata dalla pandemia. Vengono messi in difficoltà proprio coloro che erano stati convinti ad indebitarsi per via dei "tassi a zero" decisi da Francoforte.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento