Il ministro della Difesa Crosetto è andato all’attacco della magistratura in un’intervista al Corriere della Sera pubblicata ieri domenica 26 novembre. Uno dei più “pesanti” ministri del governo Meloni, mette le mani avanti affermando che in vista delle elezioni europee del 2024 si aspetta che il governo vivrà una “stagione di attacchi” da parte dei magistrati.
Le parole di Crosetto al Corriere della Sera aprono seri interrogativi sulla fonte delle informazioni di cui il ministro afferma di disporre: “A me raccontano di riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a ‘fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni’ – aggiunge –. Siccome ne abbiamo visto fare di tutti i colori in passato, se conosco bene questo Paese mi aspetto che si apra presto questa stagione, prima delle Europee...”.
Ma chi ha raccontato al ministro di queste presunte riunioni di magistrati è un dettaglio inquietante e decisamente significativo. Tant’è che ha annunciato che ne riferirà solo nelle sedi parlamentari (Copasir e antimafia) vincolate dalla segretezza.
Il riferimento, più o meno velato, del ministro della Difesa è a riunioni di Area Democratica per la Giustizia, una delle correnti della magistratura.
Per Crosetto c’è solo una cosa in grado di mettere in difficoltà il governo Meloni: una fazione antagonista all’interno della magistratura. “Questo governo può essere messo a rischio solo da una fazione antagonista che ha sempre affossato i governi di centrodestra: l’opposizione giudiziaria – sostiene il Ministro –. Non mi sorprenderebbe, da qui alle Europee, che si apra una stagione di attacchi su tale fronte”.
Dopo l’intervista del Ministro della Difesa al Corriere della Sera è arrivata immediatamente la replica dell’Associazione nazionale magistrati. “È fuorviante l’idea di una magistratura che rema contro, che possa, leggevo oggi sui giornali, anche farsi opposizione politico-partitica”, ha affermato il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, in apertura dei lavori dell’assemblea degli iscritti dell’associazione in corso a Roma.
Le forze dell’opposizione hanno chiesto a Crosetto di riferire in aula e di circostanziare l’origine delle informazioni di cui dispone e alle quali ha fatto riferimento nell’intervista al Corriere della Sera.
“Mi chiedono di riferire in Parlamento su ciò che oggi ho detto, pensando di farmi dispiacere: sono molto felice di poter condividere con Commissione Antimafia o Copasir (per motivi di segretezza) le mie preoccupazioni e le cose che mi sono state riferite, per valutarle”, ha scritto ieri pomeriggio il ministro Crosetto su X.
La segretezza a cui si riferisce il ministro fa emergere la ragionevole ipotesi che le sue fonti siano i servizi segreti. Ma questo significherebbe che l’intelligence – o alcuni suoi settori – spiano alcuni magistrati fino a venire a sapere di “riunioni di corrente” e di cosa in queste sia stato detto. È una ipotesi decisamente inquietante e, tra l’altro, alimentata da un’altra notizia sulle connessioni tra esponenti del centro-destra e servizi segreti (in questo caso stranieri).
La passione della destra per l’intelligence israeliana
La trasmissione Report di domenica ha rivelato che l’ex vice presidente del Senato, Gasparri, (per una strana coincidenza appena dimessosi dall’incarico) è presidente di Cyberealm srl, una società di cybersecurity con legami con personaggi dell’intelligence israeliani, di cui il Senato non era informato.
Il titolare della società è un italo-israeliano, Leone Ouazana, che è stato direttore delle relazioni istituzionali della Telit. È utile ricordare che Gasparri era ministro delle Telecomunicazioni proprio negli anni in cui lo Stato cedeva ad una società israeliana l’unico produttore italiano di telefoni cellulari e che oggi svolge attività di interesse nazionale per Israele.
Leone Ouzana ha domicilio a Tel Aviv. È il proprietario e fondatore nel 2020 della srl collegata ad altre società del settore tlc (Melcom srl con sede in via Prato della Signora a Roma) e consulenza nelle tecnologie informatiche (Atlantica Cyber Security, altra srl con sede in via Barberini sempre nella Capitale).
La società Cyberealm, come descritto nella sua presentazione, è composta “da esperti mondiali con vasta esperienza sul campo del cyber israeliano ecosistema e comunità di intelligence, Cyberealm Cyber Solutions copre l’intera gamma di prodotti e servizi legati alla cyber-intelligence”.
Come rivelato nell’anteprima del servizio, Report ha scoperto che dietro a Cyberealm si nasconderebbe un altro imprenditore israeliano, molto legato a Ouazana. Si tratta di Oozi Cats, anche lui ex amministratore di Telit Italia, fino al 2017 quando viene travolto da uno scandalo.
Il Financial Times nel marzo 2018 ricorda che l’azienda tecnologica ha interrotto i rapporti con l’allora amministratore delegato Oozi Cats, in seguito alle accuse di legami con un latitante statunitense di nome... Uzi Katz. La BBC rivela che il capo di Telit Communications, Oozi Cats, si era dimesso nel 2017 dopo che un’indagine interna all’azienda ha scoperto che aveva nascosto un’accusa statunitense a suo carico. La Telit ha avviato un’indagine quando si è scoperto che Cats era in realtà Uzi Katz, ricercato per frode negli Stati Uniti.
La società internet, quotata sul mercato Aim di Londra, ha dichiarato che Cats ha “consapevolmente nascosto” delle informazioni. Ootzi Cats è uno dei fondatori dell’azienda, che guidava dal 2000. Ma in Italia pochi giorni fa Oozi Cats è stato assolto dal tribunale di Monza per per la presunta bancarotta fraudolenta di Bames-Sem, l’ex Ibm poi Celestica.
C’è dunque una lunga stagione di passioni reciproche tra la destra italiana al governo e l’intelligence israeliana, sul piano del business ma anche su quello politico. Un “vizietto” che la destra ha in comune, non a caso, con Renzi e il suo entourage.
Ma, stando ad alcuni osservatori estremamente ben informati, nel governo Meloni c’è proprio una grande passione per i servizi segreti e il loro lavoro. “Giorgia e la passione per gli 007” è infatti uno dei capitoli del nuovo libro di Luigi Bisignani, che affronta e indaga il potere e le logiche del Palazzo da parte di un “sussurratore” che ne conosce bene anche gli angoli più remoti e infrequentabili. In uno degli otto capitoli viene analizzato proprio il rapporto tra l’attuale premier e i servizi segreti, svelando alcune “rogne”, in particolare in materia di intercettazioni.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento