Fino a poco tempo fa Leila Khaled teneva conferenze in mezzo mondo, Regno Unito, Svezia e altri Paesi occidentali, ed era considerata il “Che Guevara al femminile”, per la sua strenua e tenace lotta a favore del popolo palestinese.
Poi sono arrivati i filo-sionisti nostrani ed è diventata una “terrorista”.
“Terrorista all’università di Torino, il questore impedisca il comizio”. Così la vicepresidente del parlamento europeo Pina Picierno (PD): «Le università non sono porti franchi per disseminatori d’odio».
Gli studenti: «Terrorista per chi? Anche i partigiani venivano definiti così». Gli studenti che hanno occupato l’Università statale di Torino avevano invitato giovedì scorso Leila Khaled, storica attivista palestinese
E così la Picierno, ha chiesto l’intervento del questore di Torino per impedire l’incontro: “Chiedo alle autorità competenti, dal questore di Torino al ministro dell’Interno se sia ragionevole che un personaggio, dal passato e dal presente assai discutibile, venga invitato a un evento pubblico e gli sia consentito di propagandare liberamente l’odio antisemita», ha ‘stonato’.
A fare da ottima compagnia alla Picerno anche il senatore Enrico Borghi, presidente del gruppo Italia Viva-Il Centro-Renew Europe del Senato che, a ruota, ha stigmatizzato la presenza di Lelia Khaled al dibattito organizzato dagli studenti universitari.
Gaudenti per la fantastica sponda, dal centrodestra hanno subito rilanciato: «Finalmente la sinistra inizia a scandalizzarsi rispetto all’occupazione a Palazzo Nuovo. Quello che a sinistra forse non sanno che i soggetti coinvolti oggi sono sempre gli stessi che compaiono quando nell’ateneo di Torino si verificano problemi», afferma in una nota Augusta Montaruli, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.
«Se prima non lo sapevano da adesso non potranno più dichiararsi inconsapevoli, si sta parlando di soggetti che fino a ieri venivano difesi e da cui oggi, finalmente, prendono le distanze. Non è mai troppo tardi per cambiare idea, ne siamo felici. Non vorremmo però che solo pochi casi isolati siano protagonisti di questa consapevolezza. Hanno davvero finalmente aperto gli occhi?».
La Montaruli. Come si suol dire, pure le pulci hanno la tosse.
La risposta dei comitati studenteschi non si è fatta attendere: «Cosa vuol dire essere terrorista e per quali Stati si viene considerati così? Per alcuni Stati l’atto di esistere della Palestina è tacciato di terrorismo. La definizione di terrorismo è del tutto arbitraria».
Per gli studenti «la resistenza palestinese non ha mai avuto la pretesa di esser pacifica così come non lo sono stati i partigiani. Ogni lotta contro colonizzatori per definizione non è pacifica. Non c’è alcuna contraddizione, basta vedere la storia italiana.
La pace passa attraverso il conflitto quando c’è un popolo oppresso. Non è guerra ma si chiama resistenza, se si è di fronte a uno Stato colonizzatore. La sproporzione di forze e mezzi è senza uguali. Israele ha il nucleare, in Palestina usano le fionde».
A questo punto attendiamo fiduciosi la scomunica da parte del PD anche di Arafat e di tutta l’autorità nazionale palestinese, oltre di quel pazzo estremista di Shimon Peres.
E, perché no?, anche di Mazzini e del partigiano Johnny.
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