Clamorose rivelazioni dell’ex premier israeliano Barak smentiscono le veline dei militari israeliani sui tunnel sotto Al Shifa
Sono decisamente clamorose le rivelazioni dell’ex premier israeliano Ehud Barak alla CNN, rivelazioni che smentiscono le giustificazioni sul raid d’Israele sull’ospedale Al Shifa di Gaza. “I bunker e i tunnel sotto la struttura sono stati costruiti da ingegneri israeliani decenni fa, quando Tel Aviv occupava ancora la Striscia”.
Rispondendo alla domanda sull’esistenza o meno di prove sufficienti a stabilire che sotto l’ospedale al Shifa vi fosse effettivamente una rete di tunnel e bunker parte di un importante centro di comando di Hamas, Barak ha risposto: “Sappiamo già da molti anni che sotto l’ospedale esisteva un bunker, in origine costruito da ingegneri israeliani, collegato a una rete di tunnel utilizzati da Hamas e facente parte di una rete più ampia. Non so se si tratta di uno dei più importanti nella Striscia, ma sicuramente è uno dei tanti presenti sotto gli ospedali e in altre aree che vengono utilizzati anche nel corso di questo conflitto”. A una richiesta di chiarimento, Barak ha poi specificato che “questi tunnel esistono da molti decenni, probabilmente una quarantina di anni, ed erano stati costruiti per ampliare l’area dell’ospedale che era troppo limitata”.
Un cessate il fuoco temporaneo a Gaza è atteso a breve
Il cessate il fuoco arriverebbe in un momento critico per gli abitanti di Gaza, poiché il Programma Alimentare Mondiale ha annunciato che 2,2 milioni di persone nella Striscia – quasi la popolazione totale della piccola regione – hanno urgente bisogno di assistenza alimentare.
Un membro di Hamas, Izzat al Rishq, ha affermato oggi che nelle prossime ore potrebbe essere annunciato un accordo di cessate il fuoco mediato dal Qatar. Lo ha reso noto l’emittente Al Jazeera, secondo cui l’accordo includerà anche “uno scambio di prigionieri per rilasciare le donne e i bambini palestinesi detenuti nelle prigioni israeliane, in cambio di donne e bambini israeliani” tenuti in ostaggio a Gaza.
Secondo quanto riferito da Al Rishq, la mediazione del Qatar permetterà anche l’accesso di aiuti umanitari nell’intera Striscia di Gaza e il trasferimento dei feriti in altri Paesi per essere curati. Il funzionario di Hamas ha anche dichiarato che “i colloqui proseguono da settimane” ma il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, “sta prendendo tempo”. Da parte sua, Israele non ha ancora confermato l’accordo.
Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha dichiarato ieri che i negoziatori stanno “avvicinandosi alla conclusione” di un accordo per il rilascio degli ostaggi detenuti dall’organizzazione islamista palestinese Hamas, ma ha rifiutato di fornire dettagli in merito ai termini dell’intesa.
Fonti vicine al negoziato hanno spiegato che l’accordo prevede una tregua di cinque giorni, che comporterebbe un cessate il fuoco sul terreno e limiti alle operazioni aeree israeliane nel sud di Gaza.
In cambio, saranno rilasciati tra i 50 e i 100 ostaggi detenuti da Hamas e dalla Jihad islamica, un altro dei gruppi armati palestinesi: saranno liberati civili israeliani e ostaggi di altre nazionalità, ma non personale militare. L’accordo porterebbe anche al rilascio di circa 300 palestinesi dalle carceri israeliane.
Interrogato sulla sua visione in merito al futuro di Gaza dopo il conflitto, il segretario generale dell’Onu Guterres ha respinto la possibilità di un protettorato dell’Onu nella Striscia, e ha chiesto un “approccio multilaterale” che conduca ad una soluzione a due Stati.
Almeno 12.700 palestinesi sono stati uccisi dall’inizio della operazione militare israeliana a Gaza. L’attacco sferrato da Hamas il 7 ottobre scorso, ha causato a sua volta circa 1.200 vittime israeliane. Tra le vittime palestinesi degli attacchi israeliani si conterebbero almeno 5.350 bambini.
Ci siamo ormai avvicinati a quella soglia di 10 palestinesi uccisi per ogni israeliano che autorizza paragoni con quanto commesso dai militari tedeschi in Italia durante l’occupazione nazista del paese.
A Gaza la resistenza palestinese colpisce le truppe israeliane
Nel frattempo, feroci combattimenti tra la Resistenza palestinese e i militari israeliani sono continuati in diverse aree nel nord di Gaza. Anche i massacri israeliani contro i civili sono continuati senza sosta.
Più di 20 palestinesi sono stati uccisi quando gli aerei israeliani hanno bombardato due case nel campo di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza.
Le Brigate Al Quds (braccio militare della Jihad Islamica) dichiarano di aver preso di mira tre veicoli militari israeliani nei quartieri di Sheikh Radwan e Al-Nasr di Gaza City con proiettili “tandem” e “dispositivi di azione di guerriglia”.
Nella sua ultima dichiarazione, Abu Obeida, portavoce militare delle Brigate Al-Qassam, il braccio militare del movimento di resistenza palestinese Hamas, ha fatto annunci specifici, per quanto riguarda il numero di carri armati israeliani distrutti negli ultimi tre giorni e il tipo di operazioni militari e imboscate effettuate nelle vicinanze di Gaza City.
“I nostri combattenti hanno preso di mira 60 veicoli militari sionisti negli ultimi tre giorni, tra cui 10 veicoli corazzati. Continuano feroci scontri con il nemico su diversi fronti nella Striscia di Gaza. Una forza di combattenti d’élite, composta da 25 unità, ha effettuato un attacco composito contro le forze nemiche all’ospedale di Rantisi, che il nemico ha trasformato in una base dopo averlo evacuato dai pazienti”.
“I nostri combattenti hanno eseguito operazioni qualitative che hanno provocato direttamente vittime tra il nemico, in particolare un’imboscata contro le forze di fanteria a sud-ovest di Gaza City”.
Abu Obeida ha anche descritto diverse operazioni in cui sette soldati e altri quattro soldati sono stati uccisi a distanza zero in scontri militari diretti con truppe israeliane .
L’annuncio di Abu Obeida ha fatto seguito a una massiccia raffica di razzi lanciati verso le posizioni israeliane, nell’area metropolitana di Tel Aviv e in altre parti del centro di Israele. “La tempistica della dichiarazione, poco dopo la massiccia raffica di razzi lanciati contro obiettivi israeliani, suggerisce che la capacità della Resistenza palestinese è rimasta in gran parte intatta, così come il coordinamento tra i combattenti sul terreno e altri operativi della Resistenza” scrive il Palestine Chronicle.
Libano. Fronte Nord
In Libano Hezbollah ha dichiarato di aver colpito un edificio nell’insediamento di Metulla dove sono di stanza i soldati dell’esercito di occupazione israeliano. L’IDF afferma di aver colpito tre squadre di missili anticarro di Hezbollah nel sud del Libano e di aver colpito alcuni siti dell’organizzazione in risposta ai ripetuti attacchi nel nord di Israele.
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