di Vincenzo Morvillo
Da oltre sei mesi ormai mi sento come il K del processo kafkiano.
Preso in ostaggio dalla burocrazia sanitaria italiana vago in un labirinto di carte, documenti, esami clinici, Caf, Asl, ospedali e medici.
Il tutto per ottenere quello che dovrebbe essere un diritto acquisito in uno stato democratico civile, economicamente sviluppato ed evoluto.
Uno stato che avesse come obiettivo la tutela dei propri cittadini e specialmente di quelli più fragili e anziani.
Con il logico e auspicabile riconoscimento di alcune tutele, agevolazioni e presìdi.
Si chiamano Invalidità Civile e Legge 104 art. 3 comma 3. Vale a dire “l’accompagnamento”.
Una pratica che riguarda entrambi i miei genitori ultra-novantenni, oramai impossibilitati o quasi a muoversi, benché ancora abbastanza lucidi.
E invece sono mesi che quotidianamente passo da un ufficio ad uno studio, da una telefonata ad un geriatra, da un ematologo ad un cardiologo.
Sequestrato, insieme a mia sorella, dalle strettoie legali di un sistema che, diciamocela tutta, arrivato ad una certa età vorrebbe che ti levassi cortesemente dai coglioni senza fare tante storie.
Perché oramai sei improduttivo. Non servi più. Scaduto. Avariato. Soprattutto un peso per la Previdenza Sociale e le casse dello Stato.
Che deve comprare armi e non può certo accollarsi le spese di due vecchi.
Tra l’altro sono anche venuto a sapere che i benefit per i medici delle commissioni Asl chiamati a valutare le condizioni e i criteri di ottenimento della 104 vengono parametrati sul numero di bocciature.
Insomma: più bocciano, più guadagnano.
In ogni caso, la devono “tirare per le lunghe”, in attesa che una buona percentuale di quegli anziani nel frattempo muoia, “risparmiando” così per gli assegni di “accompagno”.
Un sistema infame capace di fare profitto anche sulla morte. Anzi, soprattutto sulla morte.
E c’è pure qualcuno che si permette di giudicare Cuba quale paese “autoritario” e “antidemocratico”...
Cuba, eccellenza in campo medico. Cuba, sanità gratuita e soprattutto cura dei propri anziani come dei bambini.
Con strutture adeguate che consentono non solo la tutela e il monitoraggio della salute, ma una presa in carico interdisciplinare che agevola dinamiche relazionali e un’esistenza ancora vivibile.
Il Capitalismo occidentale e il suo paradigma produttivo sono il cancro di un'umanità ridotta alla sua insensatezza emozionale e tanatoica.
La lotta per un cambio di paradigma e per il socialismo resta ancora l’unico orizzonte di senso perseguibile.
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