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02/01/2024

Le pistole sparano da sole, nel capodanno fascista

Il potere dà alla testa, si dice, anche quando la testa contiene una mente considerevole. Non c’è una proporzione ideale tra la grandezza della mente e il senso di onnipotenza che deriva da cariche importanti, ma certo è sempre molto preferibile affidare ruoli di rilievo a menti dotate, piuttosto che al primo che passa...

Se poi c’è anche la recidiva il dubbio che siano stati affidati ruoli che pesano sulla vita del paese a gente – diciamo così – “inadeguata” – diventa una certezza.

Il sottosegretario alla giustizia Delmastro – protagonista insieme a Giovanni “Minnie” Donzelli della provocazione parlamentare contro quattro colleghi del Pd che erano andati a visitare il carcere di Bancali, dove Alfredo Cospito stava facendo lo sciopero della fame – aveva scelto di passare il capodanno nella sede della Pro Loco di Rosazza, un paese della provincia di Biella dove è sindaca la sorella, Francesca Delmastro.

Naturalmente, essendo un quasi ministro ormai famoso, era anche lì protetto da una scorta, anche se alla festa erano stati invitati – pare – numerosi agenti di polizia penitenziaria, ossia uomini sottoposti alla sua direzione.

Non aveva però previsto che Emanuele Pozzolo, deputato 38enne vercellese di Fratelli d’Italia, già segretario locale di Azione Giovani, un “delmastriano della prima ora”, anche lui invitato alla festa, avrebbe tirato fuori la pistola, come un qualsiasi guagliuncello dei quartieri abituati a sparare botti e pistolettate per salutare l’anno nuovo.

Il problema è che quella pistola ha sparato, colpendo ad una gamba il giovane genero di uno degli agenti della sua scorta.

Doppia fortuna, perché la pistola era anche di piccolo calibro – un revolver miniaturizzato North American Arms, una 22 che si può portare in tasca apparendo disarmati – e quindi meno devastante di quelle di ordinanza.

Fin qui si poteva chiuderla con le classiche scuse (dovute), sopportando pazientemente l’ironia (dovuta) per una coppia di parlamentari neofascisti che si comportano a casa loro – anzi, in un locale pubblico – proprio come quei deficienti che il governo, ogni anno e qualunque sia il governo, indica al pubblico ludibrio per inciviltà e irresponsabilità. Contro cui, immancabilmente, si chiede un aumento delle pene una lunga carcerazione... sotto la supervisione dei Delmastro & friends.

Una pessima figura, certo, ma non sarebbero mancate né le giustificazioni di rito (le libagioni eccessive, ecc.), né i giornali pronti ad accoglierle.

E invece no. I due parlamentari neofascisti hanno deciso di superare di slancio le colonne d’ercole del ridicolo.

Pozzolo ha diramato una nota per la stampa in cui dichiara “Confermo che il colpo di pistola, da me detenuta regolarmente, che ha ferito uno dei partecipanti alla festa è partito accidentalmente, ma non sono stato io a sparare”.

Da un forzuto difensore della legalità ci si attenderebbe che a questa dichiarazione seguisse immediatamente anche l’indicazione dell’autore dello sfortunato sparo, sicuramente involontario ma non per questo meno grave (c’è un ferito, poteva andare peggio).

E invece niente. I carabinieri lo hanno interrogato a lungo, hanno provato ad applicargli lo stub (il vecchio “guanto di paraffina” per individuare le tracce della polvere da sparo), ma si sono visti opporre il diritto all’immunità parlamentare, anche di fronte alla richiesta di eseguire la stessa prova anche sui vestiti.

Ai malpensanti qualche illazione verrebbe...

Delmastro, dal canto suo, si è calato nella parte del “non c’ero, non so, non ho visto”: “Mi trovavo fuori nel piazzale quando è avvenuto il fatto. Stavo ritirando alcune borse con generi alimentari che ci eravamo divisi. Quando sono tornato mi hanno raccontato. Mi sono sincerato che fossero stati chiamati i soccorsi, la mia scorta mi ha consigliato di andare, ma non correvo alcun pericolo e sono rimasto”.

Subito dopo, però, riflettendoci sopra, ha imboccato la via dello scaricabarile: «Io sono basito. Gli ho detto di venire, ma mai avrei immaginato che portasse una pistola. E poi poteva andare in ventimila posti e invece è venuto proprio lì... Se l’avessi immaginato gli avrei detto di non venire».

Al momento, dunque, abbiamo il “mistero” di una pistola che spara da sola nel bel mezzo di una festa animata da difensori “della legge e dell’ordine”, sia in veste politica che per professione (la scorta e i secondini invitati). Senza che nessuno abbia visto ufficialmente niente...

E siccome l’ironia della storia ci vede benissimo, la rete ha subito restituito un vecchio tweet del parlamentare Pozzolo: “Per Obama è sempre colpa delle armi, eppure io non ho mai visto una pistola sparare da sola”.

Un malpensante chioserebbe: “e allora la prima è la tua?”

Il silenzio assoluto di tutti i presenti – imposto o consigliato dalla Procura – aumenta la sensazione che molte menti siano al lavoro per “trovare una quadra” tra tutti i pezzi del puzzle, partorendo infine una versione per salvare capra e cavoli (oltre a garantire un congruo risarcimento, non solo morale, al ferito).

L’episodio è in sé minore, ma – appunto – dimostra la minorità di una classe politica di imbarazzante pochezza e straripante senso di impunità, che fa il contrario di quel che predica contando sulla forza del potere per raccontare cazzate.

Viene alla mente il caso del capogruppo al Parlamento europeo del partito di Orbàn (allora gemello di Fratelli d’Italia), feroce fustigatore del femminismo e dell’omosessualità in pubblico, sorpreso a fuggire nudo da una festino gay, in quel di Bruxelles, lungo una canna fumaria.

Insomma, vien da chiedersi: ma dove li avete trovati, personaggi così? Ci sono diversi slogan sui fascisti che potrebbero aiutare a rispondere...

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