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14/03/2024

Il “Triangolo di Weimar” si riunisce per discutere della guerra alla Russia

Tra dichiarazioni bellicose e incidenti di percorso, l’aria che tira in Europa appare decisamente inquietante mentre i leader europei cercano di definire una linea comune nello scontro frontale con la Russia.

Il presidente francese Macron venerdi sarà a Berlino per incontrare il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Il primo ministro polacco Donald Tusk si unirà ai leader francese e tedesco nel corso della giornata, segnando così il primo incontro di quello che viene definito il “Triangolo di Weimar”, un formato di dialogo tra i tre paesi europei, da quando Tusk è diventato di nuovo primo ministro della Polonia a dicembre.

Il Triangolo di Weimar è stato istituito nella città tedesca di Weimar nel 1991 dai ministri degli Esteri di Francia, Germania e Polonia per superare le divisioni dell’Europa attraverso l’integrazione della Polonia nelle strutture europee ed euro-atlantiche. Questo obiettivo è stato raggiunto con l’adesione della Polonia prima alla NATO e poi all’UE. Oggi è un forum di consultazione e di elaborazione di posizioni comuni su importanti questioni di politica europea. Con la guerra in corso in Europa, questo organismo è venuto assumendo un suo ruolo distinto e parallelo a quello dell’Unione Europea.

Secondo quanto riferito da funzionari tedeschi e francesi al giornale Politico, l’incontro è un tentativo di ridurre le tensioni sull’Ucraina che si sono riversate allo scoperto nelle ultime settimane. I leader intendono che l’incontro sia una dimostrazione di unità dopo un periodo di tensione in cui gli attriti franco-tedeschi sull’Ucraina sono degenerati in una polemica aperta.

Le tensioni si sono manifestate alla fine di febbraio, quando Macron si è rifiutato di escludere l’invio di truppe occidentali a combattere in Ucraina, promettendo di fare “tutto il necessario” per garantire che la Russia non possa vincere questa guerra. Scholz, più cauto aveva replicato escludendo l’uso di truppe di terra provenienti da paesi europei.

Ma nei giorni successivi Macron aveva rincarato la dose, ed a molti era sembrata una replica a Scholz. “L’Europa si trova chiaramente di fronte a un momento in cui sarà necessario non essere codardi”, ha detto Macron in visita a Praga. Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius aveva replicato affermando che i commenti di Macron erano “qualcosa che non aiuta davvero a risolvere i problemi che abbiamo quando si tratta di aiutare l’Ucraina”.

Secondo Politico, in privato i funzionari del governo tedesco lamentano che la Francia, al di là dei discorsi roboanti, ha fatto ben poco rispetto alla Germania sul piano delle forniture militari all’Ucraina.

La Francia fino ad oggi ha messo sul piatto 640 milioni di euro di aiuti militari mentre la Germania, ha fornito o promesso all’Ucraina 17,7 miliardi di euro di forniture militari. Ma la Francia ha anche siglato a metà febbraio un accordo bilaterale di sicurezza con l’Ucraina che prevede cifre ben più consistenti.

Pare che, come spesso avviene, i francesi abbiano “rosicato” per queste sottolineature: “La Francia ha optato per l’efficienza operativa nei suoi aiuti militari all’Ucraina: prometti ciò che puoi mantenere, mantieni ciò che puoi promettere”, ha dichiarato il ministro della Difesa francese Sébastien Lecornu.

La Francia à la guerre?

L’arrivo di Macron alla cancelleria di Berlino è previsto intorno a mezzogiorno di venerdì per il colloquio bilaterale con Scholz. L’incontro Macron-Scholz sarà seguito da una discussione trilaterale con Tusk.

I tre leader europei hanno cercato di presentare il Triangolo di Weimar come un veicolo per rafforzare la sicurezza europea, anche se è tutt’altro che chiaro come l’aggiunta di un falco come Tusk alla discussione aiuti ad appianare gli attriti tra Scholz e Marcon.

Al governo polacco piace infatti la postura più dura di Macron, con il ministro degli Esteri polacco Radosław Sikorski che ha recentemente affermato che la presenza di truppe della NATO in Ucraina “non è impensabile”.

Il 16 febbraio scorso la Francia ha firmato con l’Ucraina un “accordo per la sicurezza”. Presentandolo per l’approvazione all’Assemblea Nazionale, il primo ministro francese Attal ha affermato che: “Votare contro è un segnale ai nostri alleati che la Francia sta voltando le spalle al suo impegno e alla sua storia. (...) Astenersi significa sottrarsi alle proprie responsabilità di fronte alla storia, tradire ciò che ci è più caro”.

L’accordo prevede un impegno decennale della Francia nei confronti dell’Ucraina, compresi 3 miliardi di euro di sostegno militare previsto a partire dal 2024.

Il testo ha ricevuto il sostegno della maggioranza dei deputati, con 372 voti a favore e 99 voti contrari. I rappresentanti eletti del campo presidenziale, i socialisti e i repubblicani (LR) hanno quasi tutti votato a favore. Contro hanno votato La France Insoumise, il Partito Comunista francese e il partito di Marie Le Pen, tutti accusati da Attal di essere filorussi.

Un accordo analogo è stato firmato con l'Ucraina anche dall’Italia del governo Meloni mA, a differenza della Francia, il testo dell’accordo non è ancora stato reso noto né è stata annunciata una seduta parlamentare per la sua eventuale approvazione.

La Russia rischia di sottovalutare molti fattori

In Russia si segue con attenzione l’escalation di dichiarazioni bellicose di diversi leader europei. “Parigi e Varsavia sono i direttori d’orchestra della politica di Washington in Europa”, spiega alla RIA Novosti Vladimir Olenchenko, ricercatore presso il Centro di Studi Europei presso l’Istituto di Economia Mondiale e Relazioni Internazionali dell’Accademia Russa delle Scienze.

“Ecco perché si sono esibiti quasi insieme. Anche il fatto che siano stati immediatamente sostenuti dalla Lituania suggerisce un certo coordinamento. Tutti hanno detto essenzialmente la stessa cosa. Era come se stessero cercando di avviare una discussione su questo argomento. Ma molti paesi si sono dissociati da questo. In particolare, l’Italia, anche se vuole davvero essere al centro della politica europea“, afferma l’esperto russo.

Ma gli analisti russi tradiscono un eccesso di fiducia sul cambio di presidenza alla Casa Bianca e le sue conseguenze sull’Europa.

Secondo Vladimir Vasiliev, capo ricercatore presso l’Istituto degli Stati Uniti e del Canada dell’Accademia russa delle scienze: “Quando un politico non ha bisogno di essere rieletto, inizia a lavorare per la storia, e questo è ciò che l’Europa teme più di tutto. Nei suoi quattro anni, Trump è capace di combinare un sacco di pasticci. Ha un atteggiamento molto freddo nei confronti della NATO. Nel suo primo mandato, diede all’alleanza il carattere di un’organizzazione commerciale. A suo avviso, la cosa principale è snellire le finanze. In particolare, per raggiungere il due per cento del PIL per la difesa dagli alleati e i loro acquisti per la modernizzazione dell’esercito americano, che sosterrà il complesso militare-industriale degli Stati Uniti”.

Il mondo potrebbe dunque trovarsi a scenari simili a quelli che hanno preceduto sia la Prima che la Seconda Guerra Mondiale, con le potenze europee ansiose di menare le mani e gli Stati Uniti inizialmente ritirati nel proprio isolazionismo per poi cambiare postura negli anni immediatamente successivi allo scoppio dei due conflitti.

Siamo sicuri di voler rivedere e vivere tutto questo? Possibile che nessuno veda – oltre al Papa e ai Brics – l’inquietante accelerazione del piano inclinato?

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