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14/03/2024

In Europa le popolazioni vogliono mettere fine alla guerra in Ucraina, ad ogni costo

Quando abbiamo scritto sul nostro giornale che sulla guerra in Ucraina il Papa ha detto quello che molti pensano, ancora non avevamo visionato l’ultimo sondaggio condotto dallo European Center on Foreign Relations.

I curatori del sondaggio dell’istituto europeo rammentano, nel presentarlo, che “due anni fa, l’opinione pubblica europea ha reagito con “straordinaria solidarietà” nei confronti dell’Ucraina, ma anche con ansia per l’impatto della guerra”.

Una ricerca dell’ECFR del giugno 2022 – pochi mesi dopo l’intervento russo in Ucraino – rivelava che molti europei erano favorevoli a una rapida risoluzione, anche a costo di perdite di territorio da parte dell’Ucraina.

Un anno dopo un nuovo sondaggio, alla luce di alcuni successi dell’esercito ucraino e una maggiore assertività della leadership degli Stati Uniti, avevano visto un cambiamento della percezione dell’opinione pubblica europea verso una linea più intransigente di sostegno all’Ucraina. Diversamente da molte persone intervistate dei paesi del sud del mondo, una pluralità di europei voleva sostenere l’Ucraina fino a quando Kiev non avesse riconquistato tutto il suo territorio.

Ma all’indomani del fallimento della controffensiva ucraina e in mezzo alle crescenti riluttanze in alcune capitali occidentali verso il sostegno militare all’Ucraina, parte di quell’ottimismo sembra essersi dissipato.

Secondo l’ultimo sondaggio dell’ECFR sulla percezione della guerra in Ucraina, si rivelano “tre importanti caratteristiche dell’opinione pubblica europea che potrebbero influenzare le strategie dei leader politici, soprattutto in vista della cartina di tornasole delle elezioni del Parlamento europeo di giugno”.

“Vittoria totale” oppure un accordo

In primo luogo, gli europei appaiono pessimisti sull’esito della guerra. In media, solo il 10% degli europei in 12 paesi crede che l’Ucraina la vincerà. Il doppio degli intervistati si aspetta una vittoria russa. “Possiamo solo speculare su come le persone definiscano una vittoria russa” – dicono i ricercatori dell’ECFR – ma sembra plausibile suggerire che, per molti, l’idea di una vittoria russa significhi che l’Ucraina non sarà in grado di liberare tutti i suoi territori occupati (e una vittoria ucraina lo farà)”.

Questa debole fiducia nelle possibilità di vittoria dell’Ucraina è ormai visibile in tutta Europa. I paesi più ‘ottimisti’ sono Polonia, Portogallo e Svezia, ma anche lì è solo il 17% degli intervistati a credere che l’Ucraina prevarrà, mentre in Svezia il 19% pensa che sarà la Russia a vincere.

“Ovunque, tranne che in Polonia e Portogallo, più persone si aspettano una vittoria russa che ucraina, e ben il 31 per cento in Ungheria e il 30 per cento in Grecia se lo aspettano. Ma la risposta prevalente ovunque abbiamo intervistato (37% in media) è che la guerra finirà con un accordo” sottolineano i ricercatori.

Quando poi è stato chiesto agli europei quali azioni vogliono che i loro governi intraprendano nei confronti dell’Ucraina, gli intervistati nei tre paesi più propensi verso Kiev – Polonia, Portogallo e Svezia – esprimono una chiara preferenza per sostenere l’Ucraina nella riconquista del suo territorio.

Ma in altri cinque – Austria, Grecia, Ungheria, Romania e Italia – le persone tendono a volere che i loro governi spingano Kiev ad accettare un accordo. In Francia, Germania, Paesi Bassi e Spagna, l’opinione pubblica è ancora più divisa su questo punto.

Nel complesso, tra coloro che si aspettano che l’Ucraina e la Russia raggiungano un accordo di compromesso, circa la metà (52%) preferirebbe spingere l’Ucraina ad accettare una tale soluzione, mentre un terzo di loro (32%) preferirebbe sostenere l’Ucraina nella riconquista dei suoi territori. Ma il sondaggio dell’ECFR rileva anche un cambiamento nella geografia del sostegno all’Ucraina.

In precedenza, i paesi più vicini all’Ucraina erano tra i suoi maggiori sostenitori, sia in termini di sostegno militare del governo a Kiev che di accoglienza dei rifugiati ucraini. Con il tempo però l’Ucraina sembra attualmente avere più il sostegno pubblico nei lontani Portogallo e Francia, mentre la solidarietà della gente sembra vacillare in alcuni dei paesi vicini.

L’ultimo sondaggio rileva che l’Ungheria è il luogo in cui il maggior numero di persone si aspetta una vittoria russa (31%) e dove la maggior parte degli intervistati vuole spingere l’Ucraina a negoziare (64%). Ma le cifre per la Romania non sono diverse: il 50% vuole spingere l’Ucraina a negoziare.

Ma il cambiamento più consistente è avvenuto in Polonia – la quale, sia sotto il suo precedente governo di destra che sotto quello attuale filoeuropeo – si era sempre posizionata come uno dei sostenitori più accaniti e affidabili dell’Ucraina. Varsavia adesso sta vedendo la sua popolazione diventare invece sempre più riluttante quando si tratta di alcune questioni relative all’Ucraina, in particolare l’accesso dei prodotti agricoli ucraini nei mercati polacco ed europeo.

Inoltre, sebbene i polacchi (insieme a svedesi e portoghesi) rimangano i più accaniti sostenitori della campagna militare ucraina, non sono particolarmente ottimisti sulle possibilità di vittoria di Kiev (solo il 17% pensa che l’Ucraina vincerà). Ed anche a livello di opinione pubblica, cominciano a manifestarsi sentimenti molto contrastanti nei confronti dei rifugiati ucraini.

“In effetti, uno dei risultati più sorprendenti del nostro sondaggio riguarda l’atteggiamento delle persone nei confronti dei migranti ucraini” affermano i ricercatori dell’ECFR. “Abbiamo chiesto agli intervistati di tutti i 12 paesi se considerassero i migranti provenienti da diverse parti del mondo un’opportunità o una minaccia. In molti dei paesi intervistati, c’era una forte paura dell’immigrazione, ma questa era per lo più limitata ai migranti provenienti dal Medio Oriente o dall’Africa. Gli ucraini erano generalmente visti positivamente o almeno in modo neutrale, in modo simile alle persone provenienti da altri Stati membri dell’UE”.

In media, il 28% degli intervistati vede i migranti dall’Ucraina come un’opportunità, il 23% li vede come una minaccia, mentre il 36% non li considera né l’uno né l’altro.

La maggior parte delle persone che vede i migranti ucraini come una minaccia si trova però nei paesi vicini: in Polonia (40%), Ungheria (37%) e Romania (35%). Sebbene ciò possa essere in parte spiegato dal numero relativamente elevato di ucraini che la Polonia ha accolto dal febbraio 2022, costituisce comunque un problema, che ha anche ispirato gli sforzi di alcuni partiti nelle recenti elezioni polacche per ottenere voti usando il sentimento anti-ucraino come arma.

“Il pericolo è che, quando si tratta dell’integrazione dell’Ucraina nell’Unione europea (e contrariamente alla tradizione europea), gli immediati vicini dell’Ucraina potrebbero diventare alcuni dei suoi critici più feroci piuttosto che i suoi più forti sostenitori” commentano i ricercatori dell’ECFR.

Una guerra in Europa contro una guerra europea

In terzo luogo, l’ultimo sondaggio mostra che una buona fetta dell’opinione pubblica europea si rende conto che la guerra in Ucraina è la principale preoccupazione per l’Europa; mentre altre guerre possono essere ugualmente consequenziali per il resto del mondo.

“Abbiamo chiesto alle persone di tutti i 12 paesi se la guerra in Ucraina o la guerra a Gaza avessero avuto un impatto maggiore sulle loro vite e sui loro paesi, sull’Europa e sul futuro del mondo”.

Mentre circa un terzo degli europei ritiene che la guerra in Ucraina abbia avuto un impatto maggiore per i loro paesi e per l’Europa, ritengono che non sia così per il futuro del mondo. In effetti, la maggioranza degli europei (60%) ritiene che la guerra a Gaza abbia avuto lo stesso impatto per il futuro del mondo come la guerra in Ucraina.

Il sondaggio dell’European Center on Foreign Relations, conferma dunque che le popolazioni europee auspicano un negoziato che metta fine alla guerra in Ucraina piuttosto che la sua continuazione “fino alla vittoria ucraina”. Non solo. Le accelerazioni sul sostegno militare dei paesi europei all’Ucraina e della sua integrazione nella Ue, non godono affatto del consenso delle popolazioni, al contrario.

Sparare a palle incatenate contro il Papa, demonizzare gli esponenti politici o le personalità schierate contro la guerra o addossare tutto questo alla “penetrazione della propaganda russa” nelle opinioni pubbliche europee, diventa semplicemente ridicolo. Ma non per questo meno pericoloso.

Le classi dirigenti europee che soffiano sul fuoco della guerra e sull’aumento delle spese militari vanno spazzate via. Prima è, meglio è.

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