Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

09/01/2025

Cecilia Sala libera, governo Meloni sugli allori. Restano da pagare i debiti

La giornalista Cecilia Sala da ieri è rientrata in Italia dopo una ventina di giorni passati nelle carceri iraniane. Ad accoglierla all’aeroporto di Ciampino – dove arrivano i voli riservati – c’erano la premier Meloni, il ministro degli esteri Tajani e il gotha dei servizi di intelligence. In sostanza tutti i soggetti che hanno gestito la delicata trattativa con l’Iran e gli Stati Uniti per riportare a casa la giornalista de Il Foglio. Un indubbio successo per il governo Meloni che ha rapidamente concluso una crisi internazionale potendo contare sulla riconosciuta capacità dei servizi segreti italiani di agire in un’area complessa come quella mediorientale.

Da alcuni retroscena sta emergendo come le trattative siano avvenute non solo in Iran tramite i canali diplomatici ma anche in Siria attraverso gli apparati dei servizi segreti italiani presenti nell’area. Una trattativa che sembra avere come oggetto non solo le sorti dell’ingegnere iraniano Mohammed Abedini ma anche le complesse relazioni sul campo in Medio Oriente, un campo che per l’Iran – con la caduta di Assad in Siria – si è fatto assai più complicato.

Le monete di scambio in casi come questi possono essere molteplici e assai spesso poco note.

In Italia resta il problema della sorte dell’ingegnere Abedini tuttora detenuto nel carcere milanese di Opera.

Qui l’ostacolo al suo eventuale rilascio poteva – e potrebbe ancora – venire dagli Stati Uniti che lo vorrebbero nelle loro galere per traffico di componenti tecnologiche soggette a sanzioni.

Le cronache riferiscono che il problema dell’Italia con gli USA sarebbe stato risolto nel viaggio-lampo della Meloni da Trump e da quello previsto di Biden nelle prossime ore proprio in Italia, anche se quest’ultimo potrebbe saltare a causa dell’emergenza nazionale incendi in California.

Insomma gli Stati Uniti avrebbero rinunciato alla richiesta di estradizione dell’ingegnere iraniano affidandone le sorti alla giustizia italiana.

Ora occorre attendere il verdetto dei giudici milanesi nell’udienza fissata il prossimo 15 gennaio sulla sorte di Abedini. Se dovesse essere negativa per il detenuto, sarebbe il ministro della Giustizia a dover procedere con la revoca degli arresti e dunque con un atto politico che permetterebbe ad Abedini di tornare libero e chiuderebbe definitivamente la procedura di riconsegna agli Usa.

Scrive oggi Bianconi sul Corriere della Sera che “Il differimento tra questo esito e la liberazione di Sala servirebbe ad allontanare l’immagine dello scambio di ostaggi, ma non è detto che da qui all’udienza di mercoledì non arrivino altre novità”.

La vicenda di Cecilia Sala si è conclusa positivamente. Ma adesso sul piatto restano da onorare due debiti: uno con l’Iran e l’altro con gli Stati Uniti. E i debiti vanno pagati.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento