Il camionista Georgios Roupakias, 45 anni, sicario del partito nazista ellenico Chrysi Avgì (Alba Dorata), reo confesso dell'uccisione del rapper antifascista Pavlos Fyssas, questa mattina è stato condotto davanti ai giudici che conducono le indagini per essere interrogato nuovamente. Questo pomeriggio alle 18:00, la Commissione competente del Parlamento greco esaminerà la richiesta della magistratura circa la revoca dell'immunità parlamentare a tre deputati di Alba Dorata - Giorgos Germenis, Efstathios Boukouras e Panayotis Iliopoulos - che diversi testimoni sotto protezione hanno descritto come "quadri dirigenti del partito con ruoli di primo piano" nell’organizzazione e nella gestione delle attività violente, delle aggressioni e delle altre attività squadristiche del movimento. Da fonti giudiziarie si è intanto avuta conferma che i magistrati stanno valutando l'eventualità di elevare nuove imputazioni a carico di Ilias Kasidiaris, Ilias Panayotaros e Nikos Michos, i tre parlamentari dello stesso partito arrestati, interrogati e poi rimessi incredibilmente in libertà nei giorni scorsi senza neanche imporre loro il pagamento di una cauzione.
Michaloliakos e i suoi, intanto, continuano a minacciare apertamente coloro che li accusano. Minacce così serie che l’Unione dei Giornalisti Ellenici, l’Esiea, ha chiesto ufficialmente al governo di Atene di proteggere i suoi iscritti dalle minacce di Alba Dorata. Da più parti si denuncia che in queste ore l’organizzazione di Alba Dorata è impegnata nelle redazione di una vera e propria ‘lista nera’ fatta di nomi e cognomi di giornalisti da punire a causa delle loro denunce nei confronti delle attività violente di Chrysi Avgi. Gli arresti hanno permesso a molte redazioni di essere un po’ più coraggiose nelle inchieste sui dirigenti neonazisti e sulla loro ideologia, pubblicando vecchi e nuovi documenti in cui emerge il carattere ideologicamente razzista e antisemita del partito fondato da Michaloliakos ormai decenni fa e entrato nel parlamento di Atene, lo scorso anno, col 7%. Tutte cose già note, per lo più, ma che il grande pubblico in Grecia non ha mai avuto l’opportunità di conoscere, vista la tolleranza o l’aperta complicità che molti media hanno accordato ad Alba Dorata o per interesse politico o perché spaventati proprio dalle possibili ritorsioni.
Alba Dorata non si limita a minacciare solo i giornalisti, ma nel suo mirino sono finiti anche alcuni importanti testimoni utilizzati dai giudici della Corte Suprema di Atene per comporre un dossier sulle attività criminali dei neonazisti e ordinare gli arresti. Qualche ora fa sul sito web del partito di Michaloliakos è apparso un post inquietante e inequivocabile che da una parte minaccia di rendere noti i nomi dei testimoni protetti, e dall’altra ricorda che sono molti gli agenti di polizia sostenitori di Alba Dorata. Scrive l’anonimo estensore del ‘comunicato’: «Lo sa la Corte che gli agenti di polizia che proteggono i testimoni non hanno votato l'Elas (l'esercito popolare di liberazione greco, cioè i partigiani, ndr)? Sapete cosa passava per la mente a ogni poliziotto nelle urne?». Il riferimento è al fatto che più di metà degli agenti di Polizia in servizio ad Atene e a Salonicco lo scorso anno ha votato per l’estrema destra, in particolare gli appartenenti ai corpi speciali Mat e Dias. Non sembra una minaccia a vuoto, visto che il nome di un primo importante testimone teoricamente sotto protezione è già stato rivelato giorni fa, apparentemente per un errore.
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