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16/01/2014

L'incubo radioattivo di Fukushima arriva sull'altra sponda dell'oceano

Mappe interattive indicano come avanza verso il continente americano il cesio-137, i cui effetti potrebbero colpire le popolazioni costiere. Dall’Alaska alla Bassa California ci sono segnali inquietanti nella popolazione animale.

La psicosi per l’ultimo disastro nucleare giapponese è arrivata fino alle spiagge di Ensenada, nella Bassa California, Messico. “Fukushima is here”, ha scritto un anonimo passante sulla sabbia. Cinquecento persone hanno formato lo stesso messaggio posando per una foto aerea a Ocean Beach, San Francisco, Stati Uniti. Sulla costa ovest del Pacifico, nell’America del Nord, si moltiplicano negli ultimi tempi proteste di questo tipo contro la contaminazione radioattiva generata dal terremoto e dallo tsunami dell’11 marzo 2011 in Giappone. Informazioni ufficiali contraddittorie - alcune parlano di effetti innocui per la popolazione, altre no -, mappe interattive che indicano come avanza verso il continente americano il cesio-137 ma, soprattutto, l’incerta politica del governo conservatore di Shinzo Abe e le cattive notizie che ogni tanto rilanciano la fallita decontaminazione dell’impianto di Fukushima, provocano paura da costa a costa.

La Tepco (Compagnia Elettrica di Tokio), che gestisce la centrale dove è avvenuto il disastro, continua a scrivere comunicati inquietanti. L’ultimo, alla vigilia di Natale, riportava una fuga di acqua contaminata per una quantità di 1,8 tonnellate. Sono stati registrati fino a 190 becquerel di stronzio90 per litro - 19 volte il normale - sulla parte interna delle barriere che cercano di impedire infiltrazioni dalle quasi mille cisterne dov’è immagazzinato il liquido letale. Alti livelli di questo isotopo radioattivo possono provocare il cancro.

C’è anche il problema che le cisterne hanno delle perdite per il deterioramento del loro materiale. Quando avvenne la catastrofe, questi depositi per l’acqua furono fabbricati in fretta e furia con giunture di resina. Non furono saldati. L’acqua depositata al loro interno è quella che raffredda i reattori dell’impianto e che pertanto è contaminata. Uno specialista sul tema, lo statunitense Alex Kerr, di recente ha dichiarato: “Il vero problema è che il governo giapponese si è così tanto sforzato ad occultare informazioni che in questo momento nessuno sa quello che sta succedendo veramente. È giusto dire che è un autentico disastro e che la situazione peggiorerà”. Kerr è lo stesso esperto che ha denunciato la Tepco per aver assunto manodopera non qualificata per operare a Fukushima, e che in alcuni casi non è stata neppure avvisata che avrebbe lavorato in una zona radioattiva.

La psicosi che si vive dall’Alaska (dove sono stati trovati centinaia di uccelli morti, nell’isola Saint Lawrence, a fine novembre) fino alla Bassa California, in Messico, aumenta. Qualcuno attribuisce la morìa degli uccelli e le malattie della pelle negli orsi polari, foche ed elefanti marini al cambiamento climatico, ma altri testimoni respingono questa ipotesi. La biologa Lanza Barrett-Lennard ha avvertito che “sta succedendo qualcosa di molto strano”.

Una mappa interattiva realizzata in Cina e Corea ha destato sensazione in Internet. Media messicani della Bassa California la utilizzano per dimostrare l’avanzamento della radioattività verso la costa americana del Pacifico. I risultati di uno studio scientifico diffuso nello scorso settembre confermano questo fenomeno. Indicano che particelle di cesio-137, liberate in mare dopo l’incidente di Fukushima, saranno rilevate sulla costa ovest degli USA l’anno prossimo. Ma ciò su cui divergono è sulle conseguenze allarmanti che avrà la contaminazione. Lo studio, pubblicato sulla rivista Elsevier e guidato dallo scienziato Vincent Rossi dell’Istituto di Fisica Interdisciplinare e Sistemi Complessi (Ifisic), sostiene che le quantità di cesio sono innocue per la salute. Hanno comunque una vita media di trent’anni e la capacità di percorrere grandi distanze attraverso l’oceano.

Interpretazioni diverse sulle implicazioni che comporta il disastro nucleare si incrociano nei cinque continenti. Se l’informazione che scorre sul web ha una dose addizionale di drammaticità lo si deve in buona misura ai messaggi contraddittori della Tepco e del governo conservatore giapponese. Il multimilionario bilancio di Tokio per il 2014, secondo fonti europee, include 25 miliardi e 564 milioni di euro da destinare a Fukushima e alla sua decontaminazione. Fino ad oggi le morti si contano a migliaia (1.606 si sono registrate in conseguenza del terremoto e altrettante per le radiazioni o altri motivi nei giorni successivi del 2011, 2012 e 2013).

La cosa contraddittoria è che per queste feste di fine anno è stato autorizzato il ritorno degli abitanti della regione di Fukushima alle loro case abbandonate tre anni fa. Là ci sono stati 52mila sfollati. Nel frattempo, il governo non ha ancora deciso cosa ne farà dell’acqua contaminata. Il Ministero giapponese dell’Industria ha nominato un gruppo di esperti in radioattività per valutare i prossimi passi. Nell’impianto lavorano 3.500 persone sotto una pressione psicologica enorme, mentre a 50 chilometri dai reattori distrutti ci sono giovani che fanno surf sulle onde.

Il Giappone sta affrontando la questione di cosa fare per la fornitura di energia nei prossimi anni date le conseguenze della catastrofe di Fukushima. Il suo primo ministro Abe insiste per recuperare il traballante modello di sviluppo nucleare. Intanto nella seconda regione più popolata del Paese, il Kansai, il governo ha autorizzato il funzionamento della centrale di Oi. Quando è stata presa la decisione il sindaco di Osaka, Toru Hashimoto, ha suggerito che venga messa in funzione per due mesi in estate perché è in quel periodo che aumenta l’uso dell’aria condizionata nella popolazione.

Fonte: http://www.pagina12.com.ar/diario/elmundo/4-236993-2014-01-04.html

Traduzione per Senzasoste Andrea Grillo, 13 gennaio 2014

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