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La campagna contro il vergognoso sistema elettorale ideato da Calderoli ha nascosto quanti danni ha fatto il “Mattarellum”
In queste settimane sono state depositate oltre 1 milione di firme per la richiesta di un referendum abrogativo della legge 270 del 21 dicembre 2005, detta anche Legge Calderoli o “Porcellum”. Soffermarsi a spiegare quanto fosse impresentabile questo sistema elettorale definito dall’ideatore stesso “una porcata” è quasi inutile. C’è solo da ricordare che la legge fu fatta nel 2005 con l’obiettivo di limitare i danni da parte del governo Berlusconi dato nei sondaggi perdente in modo netto contro la coalizione guidata da Romano Prodi. E per fare ciò la Lega presentò questo sistema che al Senato dà un peso abnorme al voto regionale, così che la Lega poteva garantirsi molti senatori e allo stesso tempo rendere il Senato ingovernabile come poi avvenne nella realtà con il governo Prodi che rimase impiccato per 2 anni al voto dei senatori a vita e degli eletti all’estero.
Il trucchetto di questa raccolta firme però da parte del comitato promotore, che vede molti esponenti del Pd al proprio interno, è stato di occultare che con l’abrogazione mirata di alcune norme della Legge Calderoli si sarebbe ripristinato il Mattarellum, il sistema introdotto nel 1993 che dette inizio all’era del maggioritario e del bipolarismo.
Molte persone che hanno firmato, lo hanno fatto perché schifate da un sistema, come quello del Porcellum, dove i rappresentanti in Parlamento vengono scelti nelle segreterie dei partiti e dove non c’è possibilità di scelta al momento del voto. Ora, posto il fatto che chi scrive non pensa affatto che il concetto di democrazia passi esclusivamente nel momento del voto e che nelle “democrazie” postmoderne il concetto di delega e rappresentanza sono fondamentalmente un inganno, ci sono degli aspetti tecnici del “Mattarellum” che andrebbero conosciuti per rendersi conto che quel sistema non è affatto più aperto o democratico dell’altro.
Se è infatti vero che con il “Porcellum” l'elettore può soltanto votare il partito, essendo i vertici di partito a scegliere, prima delle elezioni, chi andrà in Parlamento attraverso l'imposizione delle liste bloccate, è altrettanto vero che lo stesso avveniva con il “Mattarellum”, visto che la seconda scheda per la Camera per l'elezione della quota proporzionale (25% dei seggi) era bloccata e non consentiva il voto di preferenza.
Ma il Mattarellum distribuiva il 75% dei seggi con il sistema maggioritario in collegi uninominali. L’elettore si trovava a votare un candidato ugualmente scelto nei corridoi delle segreterie di partito dove le varie correnti e i politici che contavano si spartivano i collegi più favorevoli dove erano sicuri di vincere. E in quel collegio passava solo chi aveva preso un voto più dell’altro, negando qualsiasi tipo di rappresentanza al resto dei cittadini che avevano votato altri candidati. Da qui è nato il cappio del voto “utile” per cui l’elettore alla fine si trovava a votare o il candidato del centrodestra o quello del centrosinistra per non “buttare via” il voto e cercare di votare un candidato che plausibilmente avrebbe potuto vincere.
Insomma, molti cittadini sono andati a firmare con l’obiettivo di avere un sistema elettorale dove sentirsi più rappresentati e dove poter esprimere un voto di preferenza. Invece si potrebbero ritrovare con il Mattarellum che non prevede voto di preferenza e che, con il sistema maggioritario dei collegi uninominali, esclude dall’essere rappresentata una larga fetta di cittadini. Tecnicamente solo un sistema proporzionale con voto di preferenza nelle liste potrebbe soddisfare queste esigenze.
Meglio ancora sarebbe smettere di parlare di leggi e sistemi elettorali e di elezioni e iniziare a pensare che la politica prima di tutto è partecipazione diretta, interesse quotidiano nelle vicende del proprio territorio, conoscenza di ciò che accade intorno a noi, pratica diretta dei propri interessi e delle proprie idee. Se quel milione di persone che ha firmato iniziasse a praticare un po’ di politica saremmo già un pezzo avanti per il compimento della democrazia, quella vera.
Franco Marino
tratto da Senza Soste n.64
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