Con grande clamore pubblicitario il senato ha dato il via libera al Decreto “sulla terra dei fuochi” di cui vengono dati al pubblico i grandi numeri corrispondenti all’impegno dello stato per il problema inquinamento in Campania (3200 chilometri quadrati sottoposti a monitoraggio, screening per 1,3 milioni di abitanti delle province di Napoli e Caserta, 850 militari schierati, 25 milioni di euro per i controlli sanitari ecc.) senza però definire come avverranno questi interventi, perché ne sono escluse le due città che direttamente o indirettamente hanno subito lo stesso inquinamento, senza dire chi gestirà questi fondi (una giunta eletta anche dai voti dei Casalesi? Un governo locale nelle cui compagine ha gran peso un raggruppamento che inneggia a Cosentino?...).
Infine il vuoto più incredibile è quello che riguarda le responsabilità: è infatti ridicolo che su quest’ultimo capitolo il tutto si riduca alla caccia ai “fuochisti” che sono l’ultima ruota del carro. Gli imprenditori che hanno utilizzato la camorra o direttamente hanno avvelenato i siti industriali spesso ricevuti gratuitamente dallo stato come incentivi all’impresa sono fuori dal discorso.
A mettere la pezza su questo argomento scottante giunge in contemporanea, ma presentato in sordina questa volta, l’articolo 4 del Decreto Destinazione Italia, fortemente voluto dal Ministero dello sviluppo economico, intitolato “Misure volte a favorire la realizzazione delle bonifiche dei siti di interesse nazionale“.
Che dice questo articolo? Esso afferma che il principio secondo cui chi inquina paga, che fa parte dell’ordinamento comunitario, non sarebbe valido per i SIN ( siti inquinati di interesse nazionale che sono 37) se “ i fatti che hanno determinato l’inquinamento sono antecedenti al 30 Aprile 2007”!!!
(da Il Fatto quotidiano di Giovedì 6/2/2014 pg. 8).
Con questo decreto nessuna industria sarà chiamata in causa né in Campania né altrove poiché ci sono voluti decine di anni per fare uscire le responsabilità di Eni, Enel, E.on, Lucchini, Caffaro nello smaltimento illegale dei rifiuti, figuriamoci se si riescono ad incastrare quelle responsabili di reati più recenti .
Si tratta quindi un condono in grande stile per i reati ambientali ed un’amnistia per le migliaia di morti prodotti dall’inquinamento. In più i solerti governanti hanno voluto pure incentivare ulteriori operazioni truffaldine. In pratica, i proprietari di aree interessate, compresi i responsabili dell’inquinamento, se il disastro è stato compiuto prima del 30 aprile 2007, potranno usufruire di un accordo di programma co-finanziato dallo Stato, se proporranno un percorso di industrializzazione.
Sulla base del decreto, si potranno stipulare accordi di programma con uno o più proprietari di aree contaminate o altri soggetti interessati ad attuare progetti integrati di messa in sicurezza o bonifica, e di riconversione industriale e sviluppo economico in siti di interesse nazionale individuati che prevedano anche i contributi pubblici e le altre misure di sostegno economico finanziario disponibili.
Il proprietario dell’area inquinata potrà contare sullo Stato, che pagherà non soltanto gli oneri delle bonifiche, ma anche gli investimenti per realizzare i nuovi impianti. Coloro che si sono resi responsabili dei peggiori disastri ambientali in Italia non dovranno dunque più temere di essere condannati dai tribunali al pagamento di cifre esorbitanti né per i danni ambientali ne per le malattie prodotte ma anzi riceveranno fondi per intraprendere altre operazioni di dubbia finalità. E’ evidente che c’è un blocco di potere che fa da scudo ai gruppi industriali che hanno prodotto inquinamento e morte e che trova nelle forze governative le più valide difese. E pensare che c’è chi in questi giorni sta parlando di vittoria della linea del dialogo con le istituzioni! Quale dialogo si può impostare con questa classe politica? Bisogna chiudere occhi ed orecchie per non capire con chi si ha a che fare, bisogna essere infatuati da una fede cieca nello stato per non capire che si sta consumando l’ennesimo tragico raggiro ai danni della nostra gente. Alle associazioni ed ai comitati che non credono alle chiacchiere ma guardano i fatti, noi chiediamo di tenere alta la guardia e proseguire nella lotta.
Napoli 6/2/2014 Medicina Democratica di Napoli
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