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22/08/2014

Libia senza voli decolla il terrore rinaviga il petrolio


Libia, chiuso lo spazio aereo. L’informazione dalle autorità aeroportuali egiziane de Il Cairo. Due voli diretti a Tripoli e Misurata sono stati cancellati. Mentre riprende l’export di petrolio dopo un anno di blocco. Nell’est si ripetono episodi di giustizia sommaria con rivendicazioni islamiste.

La crisi in Libia sembra inarrestabile. Le autorità libiche hanno disposto la chiusura dello spazio aereo nel Paese a causa dei combattimenti attorno agli scali, ma la notizia arriva dalle autorità aeroportuali del Cairo. Dalla Libia nessuna comunicazione. Due voli diretti a Tripoli e Misurata sono stati cancellati. Una misura estrema che avviene proprio nel giorno in cui è ripreso l’export di petrolio dall’est della Libia dopo un anno di blocco a causa dell’instabilità nel Paese. La petroliera italiana Maria Bottiglieri, scrive l’agenzia egiziana Mena, è partita carica dal terminal di Sidra.

Nel Paese intanto si ripetono i casi di giustizia sommaria di matrice jihadista. Il Consiglio della Shura della Gioventù islamica di Derna, nell’est della Libia, ha giustiziato un uomo egiziano accusato di omicidio. Si tratta delle seconda esecuzione pubblica condotta dal gruppo, nato all’inizio di aprile dall’unione di tre organizzazioni islamiste. Stando al racconto fatto da un abitante al Libya Herald, l’esecuzione si è tenuta in un campo di calcio, alla presenza di numerosi spettatori. Il sito libico ha riferito di possedere un video dell’esecuzione, di cui è stata confermata l’autenticità.

Nel filmato si vede l’uomo circondato da circa 40 membri della Gioventù islamica, armati di kalashnikov, con il volto coperto e in tenuta militare; uno di loro sventola la bandiera nera attribuibile ad Al Qaida o allo Stato Islamico. Le immagini mostrano quindi l’uomo ucciso con un solo colpo alla testa. La prima esecuzione risale al 27 luglio scorso, quando vennero giustiziati due uomini sempre accusati di omicidio. La città di Derna, 250 chilometri a est di Bengasi, è una roccaforte degli islamisti tanto che nel giugno scorso non si sono neppure tenute le elezioni per il rinnovo del parlamento.

Le urne non sono state aperte neanche nella regione di Kufra, nel sud-est della Libia, nota come punto di ingresso dei migranti privi di documenti. Sempre secondo il Libya Herald, la regione è la via privilegiata per gli africani oggi intenzionati a lasciare la Libia per rientrare nel loro paese di origine, il Sudan o il Ciad, o viceversa, la via dei mercenari sudanesi diretti a Bengasi per unirsi all’organizzazione islamista Ansar al Sharia. Il sito ha tenuto a precisare di non aver avuto conferma dell’arrivo dei mercenari da nessuno degli abitanti di Kufra che sono stati interpellati. Un silenzio che non smentisce.

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